Le pagelle della finalissima del talent
Ed anche quest’anno Amici si conclude. Questa diciassettesima edizione ha avuto tanti bassi e pochi alti, ma questi però di sufficiente pregio. Un’edizione caratterizzata dal ritorno della diretta e, quindi, da uno pseudo-regolamento che ha deciso di andare più di una volta per i fatti suoi. Un’edizione che si è allungata all’inverosimile senza un reale motivo, un’edizione che è partita fucilando in brevissimo tempo alcuni dei migliori pezzi sulla scacchiera (Silvia Belluco, parzialmente compensata dall’ingresso di Emma Muscat ma che grida ancora vendetta, Zic, Federico Baroni, gli interessanti a loro modo The Jab, Grace) e che è finita con la vittoria più scontata nella storia di Amici, quella di Irama, già podio a Sanremo e vincitore del Summer Festival, con la coppa in mano già dal momento in cui ha messo la mano sulla maniglia della porta degli studi Elios.
Ma andiamo a concludere questo round di pagelle.
EINAR ORTIZ
Due destini (con Alessandra Amoroso): Einar non ha nessuna delle caratteristiche che possiede il buon Zampaglione, e si sente. Un’esibizione da dimenticare, in ogni sua componente, tranne ovviamente la sempre bravissima e a fuoco Alessandra. Voto: 5+
Sognami: Anche Biagio Antonacci è famoso per non azzeccare proprio tutte le note, quindi in quest’ottica il cubano riesce a far meglio della versione originale. Però,, poi, c’è tutto un mondo fuori. Voto: 5-
Mi sono innamorato di te: Cavallo di battaglia del cubano, è un pezzo che gli riesce in modo ottimale. Voto: 8
Io che amo solo te: altro struggente cavallo di battaglia ed altra performance degna di nota del giovane pischelletto italo-cubano. Voto: 7
Vorrei: Non basta il maestro Pino Perris a salvare una performance tra il decadente ed il brutto. Malissimo, malissimo, malissimo. Inizia bene per poi perdersi in inutile forzature vocali che non servono a niente. Voto: 4
Notte d’agosto (inedito): Un pezzo danzereccio che non sa nè di carne nè di pesce. Una performance sul palco confusionaria, delle atmosfere tropical che cercano di scimmiottare i grandi successi estivi dell’ultimo periodo ed un uso terribile delle doppie voci. Però potrebbe pure piacere. Voto: 6+
Giudizi Universali: Il termine di paragone è Ilaria Rastrelli, come sempre. E qua non siamo neanche alla sua forcina per i capelli. Voto: 5
Chi ama non dimentica (inedito): Un inedito carino, interessante, senza troppe pretese ma impreziosito dalla firma sempre azzeccata di Tony Maiello. E’ molto più nel suo mood rispetto al precedente. Voto: 7
CARMEN FERRERI
Un amore così grande (con Emma): Carmen inizia subito con il botto, con un duetto. Le due scatenano tutto il loro diaframma e la loro ugola. La giovane siciliana non viene, però, surclassata riuscendo a resistere alla salentina. Voto: 9
Dedicato: Performance media. Carmen ha la voce per non sfigurare sul pezzo della Bertè ma non ha il suo carisma. Voto: 6.5
Stand by me: Carmen, hai vinto la borsa di studio. Ti prego, corsi di pronuncia inglese ASAP perchè non ti si può sentire. Voto: 3 per la pronuncia, 7 per l’interpretazione.
La voce del silenzio: Brano non facile ma ne esce a testa più che altissima. Ovviamente Mina è su di un altro livello. Voto: 8+
If Ain’t Got You: La Carmen più tradizionale torna di nuovo. Un po’ meno adatto per lei e la sua vocalità il mood soul ma riesce ad uscirne con delicatezza. Voto: 7+
Caruso: Bocciata su tutti i fronti. Questa canzone non si può cantare in questo modo così poco elegante e quasi da “contadina”. Voto: 4
I know where I’ve been: Un’interessante venatura soul per la siciliana che affronta il tutto alla Alicia Keys, riuscendo a calarsi benissimo nello spirito black. Voto: 8+
Tra le mani (inedito): L’inedito più alla Mina della produzione della siciliana. Live non rende come in studio ma è una bomba, nonostante il sapore decisamente retrò. Voto: 9
Let it be: O “Leribi”, per come lo canta lei. La pronuncia è agghiacciante ed anche l’interpretazione non è delle migliori. Voto: 6
Quando finisce un amore: Altro cavallo di battaglia, e di razza purissima. Ovvio che anche in questo caso la Oxa è la Oxa ma Carmen è comunque Carmen. Voto: 8.75
IRAMA
Un giorno in più (inedito): L’inedito più da punta di piedi del giovane cantautore toscano. Delicato e soffice. Voto: 9
The monster (feat Elisa): Elisa nei panni di Rihanna non è la cosa più bella che la friulana abbia mai proposto, Irama invece a sorpresa riesce a creare delle barre che rendono giustizia ad Eminem. Inatteso ma molto efficace. Voto: 10
Sally: Non è Rita Bellanza ma riesce comunque ad uscirne a testa altissima. Voto: 8+
Chiamami ancora amore: Il cantautorato che chiama il cantautorato. Poesia pura. Voto: 8.5
Voglio solo te (inedito): Sarebbe anche bello se non fosse terribilmente già sentito. Voto: 6+
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