giovedì 21 Novembre 2024

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Elisa e Francesco De Gregori in un’istante di magia per “Quelli che restano” – RECENSIONE

Due fuoriclasse si uniscono per un brano fatto d’emozione senza regole

“E’ che mi chiedevo se la più grande fatica è riuscire a non far niente, a lasciare tutto com’è, fare quello che ti viene e non andare dietro la gente”. E’ con questi versi che inizia quella che sicuramente è la canzone più bella dell’anno (salvo sorprese dell’ultimo momento) e, forse, anche di qualcosina di più. E lo è perchè Quelli che restano di Elisa Francesco De Gregori ha il grandissimo pregio di suonare sincera dall’inizio alla fine.

La sincerità in musica dovrebbe essere caratteristiche imprescindibile ma, ahimè, spesso e volentieri non è così: occorre rispettare tempi e mode, rincorrere il successo, staccare più biglietti possibili e vendere quei pochi dischi che ancora il mercato riesce a piazzare per sperare di rimanere a galla, di avere ancora la possibilità di stampare un nuovo disco. Che sia bello o brutto poco importa. Bisogna pur vivere. Emozioni e vita propria, dunque, finiscono in soffitta e in quei rari casi in cui vengono riscoperte vengono utilizzate per come possono, magari mascherate, tramutate, convertite e offuscate perchè l’importante, per una canzone di successo, è che sia diffondibile ai più, condivisibile dalla massa, rispondente a ciò che gli altri si aspettano di sentire e provare. Come se le canzoni fossero il soddisfacimento di esigenze altrui.

Ma le canzoni sono, prima di tutto, necessità per gli artisti che le scrivono e le cantano. Sono loro ad averne bisogno prima di tutto ed Elisa pare volerlo comunicare proprio con questo brano interamente scritto da lei stessa per musica e testo. Parla di un noi, di quelli che restano, di quelli che appaiono essere degli artisti attraverso la filigrana del testo. “Avevo capito le regole del gioco e ne volevo un altro da prendere più seriamente” canta lei soffiando dolcemente con una vocalità intima, sussurrata e misurata che si dimostra capace di emozionare, di raccontare che, a volte, la musica è semplicemente arte, bisogno, esigenza emotiva ed emozionale. La musica è un’espressione che non ha bisogno di filtri per esprimersi, che non dovrebbe fare i conti con la popolarità, con i dogmi della moda, con i canoni della radiofonicità per diventare una hit. La musica è amore, è dolore ma è soprattutto comunicazione di sè ed è impensabile che la totalità condivida eguali stati d’animo e visioni artistiche.

Elisa e De Gregori si fondono, si intrecciano in un coro soffuso: lei con un’aurea leggiadra e eterea che ricorda la splendida Dancing, lui con quella sua materialità e corposità vocale degna dei migliori elogi per chi ha saputo raccontarsi nella quotidianità della vita per tanti e tanti anni. Interpretano ciò che sono, ciò che hanno sempre voluto essere: degli artisti. Quelli che “anche voi, chissà quante volte, ci avete preso per dei coglioni ma quando siete stanchi e senza neanche una voglia siamo noi quei pazzi che venite a cercare”. Sono proprio gli artisti nei quali ci rifugiamo quando abbiamo bisogno. Sia quando vogliamo ballare che quando vogliamo piangere. E di questi tempi abbiamo un gran bisogno di piangere. Ora possiamo farlo, con questa perla.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.