Recensione del nuovo singolo della salentina che rischiando si migliora
Parliamoci chiaro, il rischio del fallimento c’era. Le ginocchia tremavano un po’ a tutti: fan, Alessandra, la Sony Music, la stessa Maria. Il flop o il successo di una canzone non è mai facile da determinare ma le clamorose cadute dell’ultimo anno (la collega ed amica Emma in primis) un po’ di paura la davano. Sommiamoci pure i risultati sottotono del pop al femminile nel 2018 (Laura Pausini in testa) e la crisi dell’intero “polo Amici” che stavolta, oltre allo share basso, ha partorito anche prodotti discografici piuttosto deludenti nelle vendite (ed eccezione del giovane, e rilanciato, Irama). Ecco, che La stessa, il nuovo singolo di Alessandra Amoroso, potesse essere l’ennesimo buco sull’acqua d’annata era quantomeno possibile. D’altronde la salentina ha virato le sue attitudini stilistiche, ha scelto di uscire di domenica (quando per avere il botto nelle classifiche tutti escono il venerdì) e, per giunta, in un periodo incerto dell’anno come la metà di agosto in cui i giochi dei tormentoni sono già fatti e per aprire la stagione delle ballate è ancora presto.
E, invece, La stessa è il pezzo perfetto per la sua interprete, per le sue esigenze attuali e per il momento in cui arriva. Non è il pezzo della vita ma è altamente funzionale, sorprendente e riuscito. Non sarà un flop ma, anzi, incoronerà definitivamente, se ancora ce ne fosse stato bisogno, Alessandra come la reginetta del pop italiano d’oggi.
Per questo suo nuovo ritorno sulle scene Alessandra riprende il discorso da dove lo aveva lasciato con il precedente progetto, ricercando con forza e determinazione l’allegria, la spensieratezza e la leggerezza della sua età e della stagione estiva. Lo fa affidandosi alla scrittura contemporanea di Dario Faini, vero hit-maker del nostro tempo capace d’inserire sempre gli elementi più attuali e in voga pur senza rinunciare ad una precisa identità. Affianco a lui, ai suoi sintetizzatori e al beat elettronico, vero novità per il repertorio amorosiano, trova spazio l’assoluta sorpresa della penna di Paolo Antonacci, figlio di quel Biagio che alla salentina già regalò Non devi perdermi nel 2013, che alla sua prima vera prova autorale importante tira fuori una scrittura ben inquadrata e ricca di richiami paterni dal continuo appoggio alla chitarra acustica e al richiamo del mare.
Alessandra canta di come abbia finalmente deciso di cambiare “la pelle e la destinazione” pur rimanendo sempre la stessa ragazza acqua e sapone dotata di un gran talento vocale ed interpretativo. Si parla di vita, di positività di quell’amore che “si parla sempre […] per poi non farlo veramente”. Per l’Amoroso è giunta l’ora di cambiare e non a casa la più bella immagine del semplice ma profondo testo recita “ragazza colore autunno non sarò più” testimoniando la voglia di urlare al mondo la propria positività e la voglia di vivere.
Ora che è tornata Alessandra Amoroso è pronta a scalare le classifiche, a confrontarsi con quelle “mode e le canzoni d’estate” che, a differenza sua, hanno scelto una più facile e sicura via, quella del reggaeton a tema cocktail, sabbia e sole. Alessandra ha il merito di riuscire a creare il suo personale nuovo tormentone “estivo” rifuggendo dagli schemi più classici, pur senza allontanarsi eccessivamente, ma ricordandosi del suo essere un’interprete italiana e per questo legata alla melodia e al testo. Si racconta d’estate ed amore ma lo si fa fuori dai bistrattati canoni dell’infatuazione passeggera conseguenza delle feste in spiaggia con il condimento di sentiti e risentiti beat reggae. E allora grazie Alessandra per esserti ricordata di chi tu sia, di chi tu voglia essere e di come il pubblico ti abbia amata in questi 10 anni di carriera sempre al top. Grazie per essere riuscita a raccontare l’estate in una chiave nuova e personale. Il pop italiano al femminile è salvo!
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Ilario Luisetto
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