martedì, Aprile 16, 2024

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Le favole pop ancora esistono e Marco Rotelli le rispolvera con “El amor que non se vive”

Il trionfo della tradizione pop d’amore sboccia dalla penna di Marco Rotelli

È passato qualche anno da quando Marco Rotelli cantava con ispirazione la vita ed il sentimento dicendo “non pensare che tutto l’amore fa male […] la notte è più buia e più scura se adesso e per sempre non ci sei tu“. Da allora sono passate stagioni, amori, note e momenti ma Marco ha continuato a scrivere raccontando sinceramente il proprio essere e il proprio sentire autentico anche a costo di rimanere lontano dai diktat del mercato, dal gusto imposto e dalle più subdole logiche commerciali.

Un paio di settimane fa è stato finalmente pubblicato El amor que no se vive, il primo esperimento internazionale che lega il giovane cantautore lombardo alla voce sinuosa e morbida dello spagnolo David Neira. Da un brano scritto e composto totalmente in italiano  con la stessa ispirazione centrata de Il mio domani dalla penna concreta e misurata di Marco Rotelli si è giunti ad una bella versione bilingue a due voci che esalta l’universalità del pop e del sentimento celebrato.

Due anime e due voci diverse s’intersecano, si sfiorano, si accarezzano e si graffiano contemporaneamente nella descrizione di attimo eterno e istantaneo (“dove un minuto sembra lungo un secolo“) in cui l’essenza pura dell’amore viene finalmente conquistata, posseduta e vissuta con maturità: “sbatte i pugni forte più di un temporale ed io che mi spavento solo a pensare, poi mi prende l’ansia e vorrei partire“.

L’amore è il soggetto di un brano che nel profondo rispetto di una tradizione melodica e musicale italiana incarna la perfetta realizzazione di una canzone coraggiosa. Coraggiosa perché ai sintetizzatori contemporanei delle produzioni d’oggi torna a preferire il pianoforte classico. Coraggiosa perché alle voci distorte, sovrapposte e appiattite degli interpreti dei nostri giorni sa sostituire la potenza, l’estensione e la dinamica vocale anche imperfetta ma sentita dei grandi cantautori e delle voci di ieri. Coraggiosa perché invece di raccontare di party in discoteca, moijti, limonate o scopate irrealmente senza fine sa tornare a dare spazio al sogno, alla favola d’amore di un attimo eterno dedicandosi con gusto, classe ed eleganza alle più tradizionali farfalle nello stomaco, ai timori e alle sensazioni che comunemente caratterizzano una storia d’amore. Si, perché questo amore Marco lo racconta con paura, con l’animo di chi vive coerentemente e giustamente spaventato il sentimento più rischioso al mondo, quello che “t’incatena e non ti fa respirare”.

L’amore, l’amore quello che non si dice e non si vive forse per la paura di ricominciare mille cento nuove abitudini da sopportare e discorsi illogici da consentire” canta nell’inciso il cantautore lasciando libero sfogo a se stesso spogliandosi degli scudi che la vita impone di indossare per proteggersi come una matrioska russa tenta di nascondere e custodire di volta in volta la più piccola e fragile parte di sé. Alla fine l’essenza viene portata a galla, la si sfiora e la si accarezza nella sua pelle nuda fatta d’imperfezioni ma anche di quella delicatezza che solo la verità può portare con se.

Forse non funzionerà, non piacerà al mercato o ai grandi colossi radiofonici ma la verità di una canzone non ha prezzo: racconta la bellezza, racconta ciò che si è in un dato momento ed è bello, poi, riscoprirsi e riviversi a distanza di tempo scoprendo quanto diversi si è stati. Marco finalmente è tornato a raccontarci la vita, la sua vita, la sua verità in una favola d’amore pop senza tempo. Quella favola che trova nelle parole la sua principessa, nella vocalità espressiva il suo principe azzurro e nella bella melodia italiana il miglior lieto fine possibile. Una canzone d’oggi costruita come la Musica richiede nel rispetto del suo valore oggettivamente innegabile: la bellezza.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.