venerdì 22 Novembre 2024

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Mariella Nava: “sono felice grazie al mio essere generosa nella vita” – INTERVISTA

Nuova intervista densa di contenuti e di passione per la musica quella che vi propongo quest’oggi e che ho realizzato con grandissimo piacere insieme a Mariella Nava, artista profonda e capace di un’innaturale sensibilità artistica che le ha permesso di regalarci alcune delle pagine più belle della musica italiana degli ultimi 30 anni, sia in veste d’interprete che di autrice. Ho contattato Mariella in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Ho bisogno di te”, nuovo estratto dal suo ultimo album “Epoca”, e, naturalmente, non mi sono fatto scappare l’occasione per parlare anche del suo passato e della sua esperienza nel mondo della musica. Ecco che cosa mi ha raccontato:

Partiamo dal raccontare “Ho bisogno di te”, il nuovo singolo estratto appena una settimana fa: come mai la scelta è ricaduta proprio su questo brano?

<<Ho notato che d’estate si cerca sempre di andare sul ritmo e, non a caso, lo scorso anno scelsi “Prima di noi” per anticipare l’uscita del nuovo album e anche quella canzone conserva questa caratteristica di ballabilità. Questa volta ho pensato che esiste comunque una parte dell’estate che viene esplorata da pochi ed è quella che è riassumibile nel momento per l’abbraccio piuttosto che per la dichiarazione nelle serate in discoteca. A quest’occasione nessuno pensa più malgrado l’estate sia la stagione perfetta per l’amore e, per questo, penso sia una parte da ritrovare musicalmente parlando perché da un po’ di tempo manca. “Ho bisogno di te”, all’interno di questo disco, era la canzone più giusta proprio per questo scopo: dichiarare il proprio amore aiutando a vincere quell’essere inibiti che caratterizza ciascuno davanti alla potenza di questo sentimento>>.

Leggendo il testo, che è sicuramente il punto forte del brano, i primi versi recitano “ho bisogno di te, ho finito per dirlo, c’ho messo del tempo, ma che bello capirlo”…

<<Esattamente perché, delle volte, ci spaventiamo di fronte all’amore o ad una confessione che ci porta ad innalzare delle difese: il bisogno di qualcun altro non lo si denuncia per un pudore incredibile di manifestarlo. A volte, invece, di fronte a questa urgenza siamo più capaci e riusciamo a metterci a nudo ed è bello poterlo fare anche grazie ad una canzone. Io per prima, molte volte, mi sono sentita disarmata di fronte all’amore ed ho capito che la cosa più bella è non apporre nessun tipo di resistenza lasciandosi andare di fronte a questo sentimento>>.

Parlando del tuo brano ho scritto nei nostri spazi che questa “Ho bisogno di te” è una canzone “capace di essere estremamente contemporanea pur contenendo una fantastica orchestrazione di archi nel ritornello che oggi si sente sempre meno”. Oggigiorno siamo abituati a sentire suoni più sintetici: quant’è importante il suono nella tua musica?

<<Per me ogni suono ha il suo valore e anche l’unione del sintetico (o dei cosiddetti campionamenti) con dei suoni vivi e veri stimola la mia ricerca. E’ la commistione dei suoni che mi piace: lì dove la musica deve rappresentare la verità è giusto portarci tutto, sintetico compreso, se questo “tutto” rappresenta la verità di questo nostro tempo e ben si adagia sulla struttura della canzone. Io uso ogni mezzo ma facendo attenzione al fatto che tutto ciò che utilizzo abbia un’aderenza con il significato della canzone che sto andando a proporre>>.

“Ho bisogno di te” fa parte del tuo ultimo album d’inediti, uscito lo scorso febbraio: che disco è questo per te?

<<E’ un disco che racchiude tutta la mia maturità e che rappresenta una sorta di “prodotto bio”, dal produttore al consumatore come si suol dire. Ci ho messo davvero tutta me stessa e anche nel senso di essere un disco “bio”, considerando che mi autoproduco, rappresenta il significato di quest’epoca>>.

Adesso che inizia la stagione estiva c’è in programma una serie di appuntamenti live nelle piazze oppure dovremmo attendere l’autunno?

<<Ho finito da poco la fase più conoscitiva con i firmacopie che mi hanno permesso di raccogliere le prime sensazioni a caldo da parte del mio pubblico che mi ha suggerito anche questa scelta di “Ho bisogno di te”. Io sono molto attenta agli indirizzi che mi vengono suggeriti dal mio pubblico e mi piace rimanere in contatto con i miei fans a cui comunico tutti gli appuntamenti che mi riguardano>>.

Nel corso della tua carriera sei stata spesso legata a doppio filo con il Festival di Sanremo: sei stata ben otto volte in gara anche se manca da questo contesto da qualche anno, purtroppo mi permetto di aggiungere

<<E’ difficile capirne la reale motivazione anche se me ne sono costruita una mia personale molto serenamente: credo che il Festival di Sanremo sia diventato, o forse lo è sempre stato, un fondamentale contenitore televisivo. La televisione ha la necessità di grandi introiti pubblicitari e di un riscontro mediatico importante ed essendo la musica ospite della TV, anche a Sanremo, chi è chiamato all’organizzazione della kermesse deve tendere, per forza di cose, a comporre un cast quanto mai televisivo. Probabilmente io, che non sono mai stata presente in termini di offerta televisiva, sono considerata dai vari direttori artistici un’artista che non fa al caso loro forse perché non appoggiata da una major o perché non sono più la ventenne che oggi viene promossa dalla musica. Penso che si sia arrivati a credere erroneamente che io e molti altri grandi artisti non siamo più adatti al Festival di Sanremo. Dico e ribadisco volutamente “erroneamente” perché credo che la gente sia pronta ad ascoltare, oramai solo da quel contesto, buona musica e visto che siamo in molti ad adoperarci esclusivamente in questo senso bisognerebbe fare una scelta più nell’ordine musicale che televisivo e mediatico>>.

Vedendo anche la data d’uscita del tuo ultimo album che coincide con il periodo sanremese viene da pensare che un tentativo fosse stato compiuto anche per l’ultima edizione…

<<In realtà no, quest’anno non c’ho provato. Non ho voluto perché ero sicura che il pubblico mi avrebbe accolta benissimo ma avevo capito che il mio nome non era quello che interessava a chi stava decidendo il cast. La data d’uscita dell’album è stata decisa per celebrare i 30 anni di carriera, partita proprio in quel febbraio del 1987 da Sanremo, e nel frattempo anche il mio compleanno che, in qualche modo, ha ispirato la citazione di Erich Fromm, che ho inserito nel retro del disco per evidenziare come ognuno di noi abbia il compito di far nascere sé stesso, nel senso di capire a cosa è adatto a fare, una volta venuto al mondo>>.

Ripensando alla otto volte in cui sei stata protagonista come interprete dei suoi brani sul palco dell’Ariston, qual è il momento che, con più gioia, porti ancora oggi nel cuore?

<<Sostanzialmente sono due i momenti che ricordo con più piacere: il primo è quello della mia duplice partecipazione nel 1991, quando ero presente per la prima volta tra i big con il brano “Gli uomini” e come autrice di “Spalle al muro”, il brano presentato in gara da Renato Zero. Il secondo momento è quello del 1999 quando avvenne la mia conferma con “Così è la vita” anche se ricordo ancora con estremo piacere la mia ultima partecipazione con il brano “Il cuore mio”, canzone che ancora oggi è molto amata>>.

Ripensando alla prima esibizione al Festival di Renato Zero in “Spalle al muro” è impossibile dimenticare quella enorme ovazione che il pubblico tributò con un applauso che sembrava non voler finire

<<Assolutamente, io ho ancora negli occhi quell’immagine: sono cose irripetibili. Sono stata più volte al Festival di Sanremo ma una “rivolta” da parte del pubblico come quella che ho visto in quell’occasione non l’ho mai più rivista per nessun altro brano. Una risposta così forte per una canzone ascoltata per la prima volta da parte del pubblico, tanto da non consentire ai due conduttori di proseguire lo spettacolo, non è più accaduta a mia memoria. Tutto ciò mi rende fiera di aver osato proporre quella canzone al grande Renato Zero>>.

Possiamo dire che, poi, a partire proprio da quel Festival con Renato Zero si è instaurato un rapporto professionale molto duraturo e che continua tutt’ora: nell’ultimo album “Zerovskji – Solo per amore” è presente “Pazzamente amare”, un nuovo brano firmato proprio da te

<<E’ un rapporto bellissimo e anche quest’ultimo pezzo è una canzone che Renato ama moltissimo e che, come al solito, ha cantato magistralmente e incredibilmente bene. Sento un brivido in me ogni volta che sento la sua voce cantare una mia canzone ed un immenso regalo che si ripete tutte le volte da parte dal grande Renato che è sempre molto attento a ciò che scrivo. Lui è, diciamo, il mio primo ammiratore>>.

Quant’è diverso scrivere per sé e scrivere per altri? C’è una differenza oppure no?

<<Io ci metto sempre lo stesso cuore, anzi, quando so di dover offrire ad un grande artista una mia canzone, fin dal primo momento che ho iniziato a scrivere, mi accendo sempre di più. Scrivere per altri è un atto di generosità che mi viene così naturale che mi fa stare bene: io sono felice grazie al mio essere generosa nella vita ed ecco perchè sentir cantare una mia canzone per me è sempre un premio>>.

Se ci fosse una canzone di questo tuo ultimo album, “Epoca”, che potresti far ascoltare ad un ascoltatore che non ha ancora avuto modo di farlo quale sceglierebbe senza badare ad esigenze radiofoniche o a preconcetti stilistici?

<<Forse proprio “Ho bisogno di te” perché una canzone che arriva dritta al cuore qualsiasi sia il genere di musica che si ami ascoltare>>.

Se, invece, potessi rubare a qualche tuo collega una canzone, non scritta e non interpretata da te per la prima volta, quale sceglieresti? Perché?

<<Forse “La cura” di Franco Battiato perché una canzone che spiazza e non ha tempo. Quando dice “perché sei un essere speciale e io avrò cura di te” è davvero perfetta perché è ciò che si deve fare quando si ama: avere cura>>.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.