Recensione del nuovo album d’inediti del cantautore
Era un ritorno atteso per tante ragioni quello di Nek con questo nuovo album, Unici. Atteso dai fan che, giustamente, ogni volta non vedono l’ora di poter ascoltare nuova musica dei propri artisti preferiti, atteso dal mondo della discografia per capire se Filippo era definitivamente tornato alla ribalta dopo il positivo rilancio del 2015 grazie al Festival di Sanremo, e atteso da noi tutti della “carta stampata” per capire se Nek avrebbe avuto il coraggio di rimanere se stesso rifiutando di vendersi a quel mondo mainstream fatto di una musica facile, di motivetti banali, di sintetizzatori e poco altro.
Unici è un disco sapiente. Sapiente perché ha tutto quello che serve per essere ascoltato da chiunque: da quel pubblico che conosce la musica di Nek dagli esordi negli anni ’90 ma anche da quella nuova branchia di pubblico che Filippo ha conquistato nell’ultimo periodo prima con Sanremo e poi con l’esperienza da coach ad Amici di Maria de Filippi e tutte le conseguenti ospitate televisive improvvisamente raddoppiate. C’è la parte elettronica, c’è la parte più melodica, ci sono le classiche storie d’amore acchiappa malinconia ma ci sono anche testi più profondi e meditati, c’è la voce piena ed energica del Neviani che va sostenuta dall’inizio alla fine senza tentennamenti.
La parte più “innovativa” è sicuramente quella elettronica che occupa la quasi totalità dell’album cavalcando l’onda alzata con il sound di “Fatti avanti amore” del Sanremo 2015 e quella che ormai tutto il mondo pop italiano da qualche tempo sta sfruttando senza tregua o variazione. Dentro questo grande gruppo ci sono Uno di questi giorni, il singolo estivo, e Unici, il brano lanciato a settembre per anticipare l’uscita del disco. Sintetizzatori a non finire si sposano con una voce potente che si accompagna ad una batteria imponente nel primo brano mentre nel secondo basta un beat (pur sempre elettronico ma mischiato alle sonorità reggaeton dell’inciso) interessante a far decollare il brano chiamando un movimento istintivo del corpo. A seguire a ruota sono le più innocue Questo so di me, Quando era ora e La mia terra tutte frutto del lavoro autorale con i fedeli Luca Chiaravalli (che con Nek ha prodotto sapientemente anche l’intero disco) e Andrea Bonomo, da anni al fianco di Filippo nella scrittura. Ad emergere è Il giardino dell’Eden che esce dal seminato della tipica situazione amorosa per giocare sul tema del Paradiso Terrestre dove risuona una sinfonia che per una volta si fa moderna smentendo le immagini più tipiche vogliono un suono celestiale avvolgere il luogo mitico.
Esperimento curioso ma che comunque si è rivelato più che positivo è il featuring con J-Ax in Freud dove Filippo esplode in un ritornello perfettamente trascinante e in grado di spopolare in radio magari nella prossima estate quando potrebbe esplodere come una vera e propria hit con Ax che scrive delle barre che funzionano alla grande.
Proiettate al futuro sono Mia e Futuro 2.0 che esasperano le sonorità elettroniche rendendo le voci metalliche, partendo fin dall’attacco forte con la voce e l’arrangiamento e, forse, allontanandosi persino troppo dal Nek a cui siamo abituati. In controtendenza giocano Differente e In braccio dove quella delicatezza tipica di Filippo Neviani esce allo scoperto nel testo dedicato all’amore più vero.
E’ un Nek in continua evoluzione quello di Unici; un Nek che rimane saldamente incollato al presente sonoro ma non rinnega nemmeno il suo passato (fortunatamente). Non c’è forse la hit in grado di spopolare per mesi e mesi ma tutti i brani si lasciano ascoltare amalgamandosi positivamente tra loro nel racconto d’amore che il cantautore di Sassuolo ha in mente. E’ un Nek giovanile che si rivolge ad un pubblico probabilmente anche diverso da quello che da anni lo segue ma che comunque rimarrà soddisfatto di questo nuovo disco che comunque mantiene intatta la caratura musicale del cantante di “Laura non c’è” da cui è passato qualche anno ma poi nemmeno troppi musicalmente parlando.
Migliori tracce: Uno di questi giorni
Voto complessivo: 8/10
Ilario Luisetto
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