domenica 24 Novembre 2024

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“Trap Lovers” è la scommessa non vinta dalla Dark Polo Gang – RECENSIONE

Recensione del nuovo lavoro della Dark Polo Gang

“Tutti amano la Dark, tutti odiano la Dark, tutti parlano della Dark”. Breve ma efficace riassunto della storia della Dark Polo Gang, collettivo romano nato a Roma nel 2014 e composto attualmente dal trio Tony Effe, Dark Pyrex e Wayne Santana, il tutto coordinato da Sick Luke, produttore musicale del gruppo.

Perché parliamo di DPG? Perché lo scorso 28 settembre per Triplosette Entertainment e Universal Music è stato rilasciato Trap Lovers, nuovo progetto prodotto musicalmente da Sick Luke con la collaborazione di Chris Nolan (produttore vicino al rapper Tedua) e Michele Canova Iorfida, sì proprio lui, produttore di grandi successi pop degli anni duemila, elogiato dalla stessa Dark e definito come “un signore della musica che conosce la trap meglio di noi”. La DPG, dal canto suo, ha saputo coltivare negli anni un pubblico sempre più grande, riuscendo ad allargare i propri orizzonti, fino ad arrivare al disco di platino dell’album Twins; partito come fenomeno social, il collettivo di Roma ha saputo sguazzare strategicamente nel trash, creando frasi, slogan ed espressioni che sono entrate nel parlato quotidiano giovanile (il termine “Bufu” ne è l’esempio lampante…).

Il trio, dopo l’addio complicato da parte di Side, dovuto a problemi personali di quest’ultimo che attualmente continua però a lavorare da solo e a collaborare con Sick Luke anche al di fuori del gruppo, ha cercato negli ultimi tempi di scucirsi da addosso l’etichetta di cattivi ragazzi, puntando spesso anche sull’autoironia all’interno dei propri pezzi o, come nel caso dei alcuni brani dell’ultimo album, cercando di buttarsi su temi finora mai trattati o solamente sfiorati.

Ed è così che a sorpresa il disco si apre con Cambiare adesso, brano più conscious e più ispirato del disco, in cui i tre rapper incastrano bene le loro strofe (più uno dei ritornelli migliori mai prodotti in carriera) su una super base di Sick Luke. Il fatto è che la magia si ferma lì. Si, perché nonostante il tentativo di cambiare ed evolversi la Dark è pur sempre la Dark e si finisce sempre nello stesso punto. Il problema non è il continuo ripetersi di temi, ci sono artisti che costruiscono una carriera su pochi temi, ma più che altro le modalità con cui questi temi vengono richiamati. Se negli album precedenti, pur non mostrando alti contenuti, era quantomeno originale l’approccio con cui questi venivano trattati, in Trap Lovers sembra che tutto cada nella banalità, e così i brani classici in stile Dark niente più sono che copie di vecchi pezzi, pure l’unico featuring dell’album, quello con MamboLosco, poco aggiunge all’essenza del disco.

Dalla DPG nessuno può aspettarsi testi impegnati o con temi scottanti ma in questo non c’è nulla di male, il problema è che qui pare mancare la freschezza e la genuinità che aveva contraddistinto i lavori precedenti. È come se la DPG abbia cercato l’evoluzione ma abbia trovato invece un involuzione, giocando a fare qualcosa che non è e che non rappresenta. Ok eliminare l’immagine da “cattivi ragazzi”, ok cercare di trattare altro, ma in Trap Lovers molto pezzi appaiono tentativi mal riusciti di voler essere qualcos’altro, un esempio esplicito è il brano Toy Boy, episodio “d’amore” del disco, che appare però veramente troppo scontato anche per un pubblico abituato alla leggerezza della DPG.

Le produzioni, nel complesso, sono interessanti ed il lavoro nella parte musicale appare ben curato come sempre, la sensazione è che però non ci siano vere e proprie hit nell’album, tanti pezzi sembrano buttati lì per fare numero ed è obiettivamente difficile rimanere colpiti durante l’ascolto. Probabilmente ciò che rimarrà di Trap Lovers è il tentativo di cambiare rotta verso qualcosa che però, al momento, non appare né chiaro né riuscito. Per ora, rimandati al prossimo disco.