domenica 24 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

C’è sempre una canzone (d’amore): Non sono io la tua solitudine

Raccontiamo l’amore con una canzone

Non ho ancora capito se sono le canzoni che scelgono te o sei tu che scegli loro, ma ho capito solo che arrivano senza preavviso e colpiscono quel punto esatto che ti fa male, dove qualcuno ti ha appena colpita e hai una ferita che si deve ancora cicatrizzare. Infondo noi romantici e sognatori irrecuperabili, alle ferite siamo abituati e di cicatrici abbiamo dipinto la nostra pelle. Alcune più profonde e visibili, altre piccole ma nascoste ed ogni cicatrice racconta un po’ la nostra storia.

Con una magia, poi, le canzoni passano il loro balsamo miracoloso facendoti capire che tutto passa: ad un errore si rimedia, il tempo che si è perso si recupera, un cuore spezzato si ricompone. Le canzoni arrivano come un pugno nello stomaco un pomeriggio di marzo quando sei in treno verso casa e hai la testa piena di punti interrogativi, devi rispondere a un messaggio e le tue risposte disponibili sono solo sì e no. Il sì implicherebbe sperare ma soffrire, il no implicherebbe soffrire per una sera ma poi ripartire. In quel momento esatto è arrivata questa canzone ed io ho risposto “No”.

Francesca Michielin ha pubblicato il suo nuovo album “Cani sciolti” e io non posso già più farne a meno. Sono certa che se ne parlerà molto in questa rubrica, ma partiamo dalla canzone di questa sera, che già dal titolo ci fa capire tutto: Non sono io la tua solitudine.

Ti ho regalato un po’ di umanità
Ti ho regalato sogni indistruttibili
Il tempo non ci rende più invincibili
Ma molto pieni di noi

Quando amiamo qualcuno così tanto da sentirci su un altro pianeta, ci dimentichiamo di tutto il resto. Perché l’amore ci rende coraggiosi ma anche stupidi e un po’ sottoni, ci tappiamo le orecchie e ci copriamo gli occhi per non vedere quello che accade davvero intorno a noi. Sottoni così tanto che mettiamo a disposizione la nostra vita per l’altra persona, la lasciamo entrare nella nostra quotidianità, la mandiamo a passeggio con il nostro cane, gli presentiamo la nonna perché la nonna si presenta solo a persone speciali. A questa persona regaliamo i nostri sogni e un po’ di umanità, cercando di farle aprire gli occhi per vedere quello che c’è di bello in questo mondo sempre più difficile.

Ti ho regalato un po’ di serenità
Quella cosa che provi di domenica
Quando non devi fare
Devi solo essere e non sai che cosa

Il nostro mondo, poi, gira tutto intorno a quella persona. Siamo felici solo quando ci scrive e se lo fa anche per chiederci di portargli la spesa, noi corriamo perché ovviamente è una scusa per vederci perché sicuramente non riesce a stare senza di noi. Noi che siamo i primi guerrieri della luce, che si getterebbero nel fuoco per salvarlo, sempre in prima linea, pronti con una frase di conforto calda come l’asciugamano sul termosifone dopo la doccia. Come se fossimo un ombrello che ripara dalla pioggia, vogliamo cercare di dare un riparo per portare un minimo di serenità, peccato che sotto quell’ombrello, la persona che amiamo abbraccia un’altra.

Non sono io la tua solitudine
Solo una fitta nelle costole e poi
Ti dimenticherai cosa mi dovevi dire
Non sono io la tua solitudine
Solo una frase da ripetere e poi
Ti dimenticherai da chi l’hai sentita dire

Che difficile che è vivere una vita in panchina, pronti ad entrare solo quando il re del dieci esce a cinque minuti dalla fine. E magari faremo anche un gol, ogni tanto, ma la maggior parte delle volte siamo senza voto. Noi, che dalla panchina vediamo tutta la partita e capiamo ogni mossa al volo, che quando entriamo abbiamo la possibilità di cambiare il risultato. Noi, che abbiamo sempre la forza di sorridere e di far sorridere gli altri e poi veniamo dimenticati in un angolo fino che non ritorniamo utili. Perché, sai, ci sono certi segreti che non si possono raccontare a tutti, ma a noi si. Ci sono certe debolezze che non devono uscire, ma a noi si possono far vedere. Eppure quando si parla d’amore siamo in panchina, ci riscaldiamo per 85 minuti e poi, quando è ora di entrare, è ormai scaduto il tempo. Partita finita.

Non sono io la tua solitudine
Una parola presa in prestito che
Non sai più a chi la devi restituire
Non sai più a chi la devi restituire

Non siamo solo la solitudine di chi amiamo, siamo di più. Non siamo una parola presa in prestito o una frase detta e dimenticata. Anche noi abbiamo un cuore, anche noi abbiamo sentimenti, anche noi abbiamo sogni, giorni sì e giorni no e non ce lo dobbiamo dimenticare. Siamo noi, con i nostri pregi e i nostri difetti, le nostre vite ingarbugliate. E’ facile chiamarci solo quando ci si sente soli, è difficile restare, è ancora più difficile ricambiare una buona parola quando siamo noi, quelli soli, quelli stanchi, quelli arrabbiati.

A me non resta che ringraziare Francesca, perché mi ha fatto rispondere “No” e per una volta ho deciso di non essere più la solitudine di qualcuno. Circondatevi di persone che sorridono, che vi ascoltano e che condividono con voi playlist troppo intime per essere condivise con chiunque altro, circondatevi di persone che non vi facciano sentire meno bella, meno interessante, meno intelligente, meno magra di chiunque altra. Circondatevi di persone che vi fanno sentire migliori e che non vi lasciano spazio per sentire cosa sia la solitudine, perché saranno sempre accanto a voi. Tutti gli altri, quelli ai quali avevate risposto “sì” e che per loro avete continuato a sperare ma a soffrire, lasciateli stare nella loro solitudine, di certo ci sarà qualcuno di passaggio che la potrà riempire.

C’è sempre una canzone (d’amore) | Playlist