venerdì 22 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): Così speciale

Raccontiamo l’amore con una canzone

Quattro anni fa marzo era il mese in cui arrivava la primavera, il mese in cui fiorivano i ciliegi nel giardino di mia nonna, il mese del segno dei pesci. Oggi, marzo, è il mese in cui ti guardi indietro. Nei ricordi di Instagram passano veloci le storie in cui mi chiedevo chi fossero i congiunti, alternate a quelle in cui fotografavo le mie più grandi creazioni culinarie, insieme alla dispensa piena di farina. Avevamo appena imparato che gli occhiali li devi appoggiare un po’ più avanti sul naso per non farli appannare con la mascherina e che si può anche rallentare un po’, quando il mondo ne ha bisogno. La primavera è arrivata anche quest’anno e i ciliegi sono fioriti comunque, fiorivano anche tre anni fa. Tre anni fa, poi, tra il silenzio assordante delle strade di città e le sirene che correvano veloci, c’era una canzone che di quel periodo ne è diventata un manifesto e faceva più o meno così: “Fai rumore, qui…”. Diodato ha suonato in un’Arena vuota e ha riempito i nostri cuori con la sua voce e la sua arte.

Oggi, tre anni e una pandemia dopo, ritorna con una ballad che è la naturale prosecuzione di quel “Fai Rumore” che ci ha fatto urlare al mondo intero anche il nostro sentimento più nascosto. Torna con “Così speciale” e lo fa in grande stile, per rimettere in ordine ogni pezzo di cuore spezzato e per chiudere un cerchio che solo lui può sistemare.

Ora che stare insieme è reato
Non ho mica capito
Che nome dare alla mia solitudine
Qualcuno me lo ha già consigliato
È un gesto verso lo Stato
Diciamo pure uno stato di gratitudine

La solitudine, quella fedele compagna che non ci abbandona in nessun momento della nostra vita. Quando è troppa, la mandiamo via e quando è poca, fingiamo di avere un impegno per andare a casa e sdraiarci sul divano. Qualcuno ha imparato a conviverci e altri, invece, ne fanno sempre un dramma. Poi c’è l’amore che con la solitudine, alla fine, va anche d’accordo. Quando siamo soli abbiamo tempo di pensare, di schiarirci le idee, di capire davvero chi siamo, di ammettere che facciamo tanto i forti ma invece siamo sotto un treno per qualcuno

E invece cos’è
Adesso cos’è
Questa paura che mi chiude in gabbia e che mi fa pensare
A quanto fosse tutto così folle
Tutto così speciale
Avrei dovuto darti un altro bacio
E dirti, “Aspetta che ritorni il sole”
Invece di lasciarti andare via
Invece di lasciarti andare

Ma quell’amore l’abbiamo gridato nel momento sbagliato, ci siamo giocati la carta quando non era il nostro turno, quando ormai la vita aveva già corso più di noi. Avremmo dovuto forse dirlo prima, quando non avevamo il coraggio di ammettere i nostri sentimenti, ma ci è voluta una pandemia per farcelo capire, ci sono volute sere intere davanti alla televisione o telefonate di notte solo per sapere se l’altra persona stesse bene. Ci sono volute le sirene delle ambulanze, le tute bianche, le FFP2 per farci chiedere “come stai?”. Invece la storia l’abbiamo chiusa in un cassetto e abbiamo buttato via la chiave, come si fa con i sogni e come si rinchiudono le cose che ci spaventano di più. Noi che abbiamo preferito pensare che fosse sempre stato buio invece di rassicurare l’altro che prima o poi sarebbe tornato il sole.

Ma ora che la mia casa è splendente
Questo disinfettante
Vorrei potesse disinfettarmi la mente
Per avere tutto quando più chiaro
Tutto così evidente
Da poter dire di essere stato un deficiente

Se solo avessimo avuto anche prima una mente così chiara, un cuore così deciso e limpido, come sarebbe andata a finire la nostra storia? Magari saremmo ancora qui a fare i conti con la nostra solitudine oppure saremmo su una spiaggia alle Maldive a ridere pensando ai tempi passati e ai nostri occhi che si sono sempre guardati in modo diverso ma noi non li avevamo capiti mai. Ma la vita e l’amore non sono due linee rette, sono due garbugli che non si riescono a sistemare facilmente. Le nostre case splendono, le nostre mani sono disinfettate così come le nostre menti, ma il cuore, quello lo pulisci solo con l’amore (e anche con il gin tonic ma questa è un’altra storia).

E se ho paura adesso
Persino di pensare
È perché so che ciò che ho perso era speciale
Così speciale

Credo che le grandi storie d’amore, quelle che in un modo o nell’altro ti fanno capire chi sei, per le quali ti metti in gioco e superi i tuoi limiti, siano tali anche senza un’etichetta, una garanzia. Non c’è nessuno dall’esterno che possa davvero certificare quanto amore ci sia, un etto, un litro, un chilo. Solo noi sappiamo quanto abbiamo amato e quanto stiamo ancora amando, anche se è difficile ammetterlo, anche se è difficile lasciar andare tutto. Ci voltiamo e capiamo che chi avevamo accanto era davvero parte della nostra vita, riempiva alla perfezione le nostre giornate.

Una cosa è certa, però, una storia tale ci ha segnato nel profondo ma ci ha fatti anche crescere, così ora siamo pronti a masticare questi ricordi dal sapore agrodolce che ci danno la forza per andare avanti e per credere che infondo la vita può darci una seconda possibilità.

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