giovedì 21 Novembre 2024

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Cantata anarchica, Milano omaggia il ricordo di Fabrizio De Andrè

In centinaia i fans che hanno occupato Piazza del Duomo, scenario di un’emozionante festa musicale

Fabrizio De Andrè - Cantata anarchicaDiciannove anni non bastano per dimenticare il genio di Fabrizio De Andrè, uno dei cantautori più ispirati del XX secolo, capace di raccontare storie popolari con la delicatezza di un poeta. In sua memoria è andato in scena l’annuale concerto collettivo “Cantata anarchica”, auto-organizzato da numerosi fans orfani della tipica canzone d’autore manifesto di altri tempi e della lirica dell’artista genovese, che merita di essere frequentato, studiato e raccontato.

Strumenti di ogni tipo hanno accompagnato i cori del nutrito pubblico presente, dalle immancabili chitarre ai violini, passando per tamburi e tamburelli, fisarmoniche, maracas e pure originalissimi strumenti costruiti con oggetti di fortuna come, ad esempio, grattugie e conchiglie. Tantissime le canzoni intonate, tra cui: “Il pescatore”, “Bocca di rosa”, “Via del campo”, “La guerra di Piero”, “Geordie”, “Un giudice”, “Il bombarolo”, “Andrea”, “Coda di lupo”, “Dolcenera”, “La canzone dell’amore perduto”, “La ballata dell’amore cieco”, “Amore che vieni, amore che vai”, “Don Raffaé”, “Franziska”, “Sally”, “La città vecchia”, “Fiume Sand Creek”, “Se ti tagliassero a pezzetti”“La canzone di Marinella”.

Cantata anarchica | Video

Dopo la pubblicazione del cofanetto “Tu che m’ascolti insegnami”, avvenuta lo scorso 24 novembre, proseguono incessanti i tributi nei confronti di uno dei padri del cantautorato italiano. Ce ne fossero di iniziative di questo tipo, che fanno bene alla musica e ci arricchiscono il cuore. La “Cantata anarchica” in memoria di De Andrè non è stato solo un semplice tributo, ma una festa in cui hanno trionfato la musica e le emozioni. Persone diverse, di ogni tipo di età ed estrazione sociale, unite dalle note del repertorio di Faber in un unico grande abbraccio ideale che, dagli scalini del sagrato del Duomo, ha incantato una fredda notte gennaio, senza luna e senza stelle.

Foto di copertina di Gabriele Cannilla.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.