giovedì 17 Ottobre 2024

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Ainè: “Leggero? Un album che parla di rinascita” – INTERVISTA

A tu per tu con Ainè in occasione dell’uscita di “Leggero”, la seconda parte del concept album “Buio Leggero”, disponibile dallo scorso 11 ottobre

Disponibile dallo scorso 11 ottobre il nuovo EP di Ainè, intitolato “Leggero”. Si tratta di un diario emotivo che racconta l’elaborazione di una separazione e la successiva rinascita. É il cammino che parte dal preannuncio del dolore fino ad arrivare alla scoperta dell’armonia tra l’ombra e la luce.  Dodici brani per dodici mesi, dodici mesi per cadere e rialzarsi.

Se la prima parte, “Buio”, raccontava la perdita di direzione, delle certezze e il crollo delle fondamenta di quello che si era costruito. “Leggero” affronta la rinascita, la risalita da quel periodo buio ma anche il coraggio di guardare al passato così com’è senza volerlo cancellare.
Quasi tutte le tracce sono susseguite da degli outro, transizioni musicali che cullano l’ascoltatore da un mese ad un altro.

Cosa aggiunge questa seconda parte di “Leggero” rispetto a “Buio” e al tuo percorso?

«Un velo di leggerezza, spensieratezza, divertimento, consapevolezza».


A livello sonoro si tratta di un esperimento, che tipo di lavoro c’è stato a livello di sound per far confluire il tuo stile R&B al mondo deep house?

«Mi piace molto mischiare le mie diverse passioni sonore, sicuramente la deep house e la musica clubbing sono tra queste e in questo i miei maestri sono stati Moodyman, Kaytranada, Channel Tres, Dan Kye, Supershy».

Dal punto di vista tematico e testuale, invece, c’è un filo conduttore che unisce le tracce presenti in questo progetto?

«Assolutamente sì, Buio Leggero è un concept album e come tale ogni canzone parla di un momento preciso della mia vita: in “Buio”, si attraversa e affronta il tema del distacco e della separazione, mentre in “Leggero”,  a diventare centrale è il tema della rinascita». 

In che direzione sta evolvendo la tua musica? Stai vivendo un momento in cui ti piacerebbe in futuro più sperimentare o consolidare il tuo genere?

«Ora come ora non saprei dirlo, posso solo dire che sono sempre curioso e in continua ricerca quindi staremo a vedere». 

Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale italiana e internazionale? Cosa ti piace e cosa meno?

«Come sempre ci sono cose che mi piacciono di meno e altre di più, ora sto in fissa con MkGee». 

Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di un disco come “Leggero”?

«Quello che mi rende davvero orgoglioso di questo disco è il fatto di essere rimasto fedele a quelli che sono i miei gusti. Quando lo ascolto mi ci ritrovo, potrà essere scontato ma è fondamentale per un artista ritrovarsi in quello che si fa».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.