In uscita da venerdì 8 novembre il nuovo album di Zucchero, intitolato “Discover II”, il secondo progetto di cover della sua carriera
Uscirà domani il nuovo lavoro di Zucchero, intitolato “Discover II” (qui il preorder), in cui l’artista rivisita brani iconici del repertorio musicale, sia italiano che internazionale, tra quelli che più ha amato nella sua vita, reinterpretandoli con il suo inconfondibile stile. Durante l’odierna conferenza stampa di presentazione del progetto, Zucchero ha parlato di questa sua ultima fatica, rispondendo alle domande dei giornalisti.
«Quando ho fatto “Discover I” avevo pensato a molti brani, di cui tanti mi son rimasti qui (si tocca la gola, ndr). Essendo negli ultimi anni sempre stato in tour, ho pensato nei pochi momenti che rimanevano mentre stavo a casa di fare di queste canzoni in sospeso, tirarle fuori e rivestirle, riarrangiarle cambiando suoni e dinamiche. Sono brani che ho sempre amato e avrei voluto scrivere io. Ho cominciato a ricordarmi di quando ho iniziato a suonare. A sedici anni suonavo il sax in una banda locale, ci esibivamo nelle balere, discoteche, questi ricordi sono legati a dei brani, come fossero una fotografia, un film di momenti belli. Ad esempio ricordo quando ho sentito “Sailing” la prima volta…quell’arpeggio iniziale mi ha commosso, così come “Moonlight Shadow”, pezzo che troverete nell’edizione speciale. In questo caso pensando al testo del brano immaginavo fosse un po’ spirituale… invece ho scoperto che si ammazzano nella versione originale, mi è calata un po’ la magia immaginavo queste feste in estate, con la luna».
A proposito della scelta delle canzoni da includere, l’artista ha aggiunto: «Canzoni che avrei voluto scrivere io ce ne son tante, magari non proprio conosciute, questa volta infatti ho cercato di inserire brani che probabilmente son anche meno noti, mi piaceva l’idea di dar loro nuova vita, un nuovo vestito, rinfrescarle… “Agnese” di Ivan Graziani, per dirne una, che é uno dei primi rocker in Italia definibili rocker, per il suono che aveva e la formazione a quartetto con chitarra un po’… “marcia”, io la chiamo così, un po’ ruvida… Sono intervenuto sui testi, ci son testi del tutto ex novo. Penso che la musica abbia già un testo che ci indica, che sta a noi individuare e metter in parola, per me la musica ti dice con la sua melodia che testo usare. “Una come te” dei Bleachers… conoscevo il produttore e non il gruppo, é una ballata molto vicina al mio stile».
Composto da 13 brani nella sua versione standard, “Discover II” esce in formato CD, doppio lp e digitale e, in esclusiva sullo store di Universal Music Italia, in formato CD autografato e in doppio lp arancione autografato. La versione box deluxe in tiratura limitata e numerata è disponibile in esclusiva sullo store di Universal Music Italia e contiene il triplo lp giallo trasparente e il CD deluxe. Entrambi i supporti contengono i 13 brani della versione standard e 5 bonus track.
«Ci sono brani quando fai un disco di cover che, per quanto mi riguarda – ammette Zucchero – vengono rielaborati molto.. Si trova un arrangiamento, dei suoni, le si stravolge un po’, non basta far cover dove l’unica differenza sta nella voce, io lavoro per far diventare i brani miei come fossero inediti, la materia prima c’è già ma c’è poi tutto un lavoro e ricerca. Mi sento anche più libero rispetto a un album di studio che, per come lavoro io, mi serve star a casa un anno, é un lavoro francescano, è intestinale, un album di cover è più un piacere ed una sfida».
Riguardo il confronto con pezzi iconici della musica internazionale, Sugar ha ammesso: «Mi son sempre detto “non toccar certi brani” , “vola basso”. Stavolta ho osato, è una sfida, “With or Without You” degli U2, “Knockin’ on Heaven’s Door” di Bob Dylan. Il brano degli U2 è una grande storia d’amore, senza revenge fra i due, Bono non l’ha ancora sentita ma spero non mi tiri le orecchie, credo gli piacerà, lo conosco e so cosa apprezza del mio lavoro».
Tra le collaborazioni più importati della sua carriera, presente in scaletta quella con l’amico Paul Young: «“I see a darkness” é un brano di un cantautore americano anni ‘80 che non conoscevo, questa mi è arrivata dopo che Paul é stato recentemente a casa mia, siamo amici dai tempi di “Senza una donna”, lui ha avuto un po’ di problemi ed io anche, ho voluto far con lui questa canzone perché è la nostra storia. Tratta di due amici che si perdono e quando si ritrovano si dicono: “Sai quanto ti voglio bene, scusa se son stato via per così tanto tempo ma ho visto il buio.”.. Ho visto la depressione».
Altra presenza nella versione deluxe del disco, quella con l’attore Premio Oscar e performer neozelandese Russell Crowe: «Sono un suo fan, ci siamo visti in Australia quando ero in tour, lui mi ha detto: “We should do something together“, considerato che in questo momento della sua carriera ha deciso di voler cantare. Ha fatto una data a La Spezia e mi ha invitato. Sono rimasto colpito favorevolmente, ha un bel vocione, poi abbiamo trascorso del tempo insieme ed è venuta l’idea di incidere insieme “Just Breathe” di Eddie Vedder, brano che ha fatto da colonna sonora del film “Into the wild”».
«Non ho mai creduto che la traduzione letterale funzioni alla perfezione – conclude Zucchero – se il soggetto sta bene con la musica e riesce a mantenere le vibrazioni originali, allora sì che ci si può permettere di aggiustare il testo, senza alternarne il significato. L’unica che ho modificato in minima parte, forse, è stata “Senza una donna”, ma anche “Diamante”. Dell’intelligenza artificiale a me non me ne frega niente!. Tantomeno dei social network… Bruce Sprinsgeteen canta “Born to run”, mentre io dico “Born to sing”. E questo è tutto».
Sara Garlaschelli
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