Le parole che contano nell’era digitale: un viaggio tra i cantautori della Gen Z e oltre, alla scoperta della bellezza nascosta nelle canzoni degli ultimi anni. A cura di Sara Garlaschelli
“Dillo con una canzone” è una rubrica dedicata a chi crede ancora nel potere delle parole, anche in un’epoca digitale che sembra prediligere la velocità all’essenza. Sara Garlaschelli ci guiderà in un viaggio tra i cantautori del nuovo millennio, esplorando le loro opere.
In un mondo sovraffollato e pieno di rumore, scavando con attenzione si possono trovare autentici gioielli: storie, emozioni e bellezze nascoste nelle canzoni di oggi, che sanno ancora parlare al cuore, attraverso concetti ed emozioni che non passeranno mai di moda.
Dillo con una canzone: “Quasi liberi” de Lo Stato Sociale
L’alba di inizio anno ci saluta con la riapertura dei bilanci. É un momento riflessivo, tra conti chiusi e conti in sospeso, tanto quanto quello appena concluso con la fine del precedente anno. Si scrivono i celebri propositi, ci si iscrive ad un corso nuovo, si comincia un libro scartato sotto al pino addobbato e ci si alza presto – almeno dal 7 in poi – alla ricerca di una produttività che porta in cielo ancora il buio. Questa rubrica, da mesi, ci porta in viaggio a scoprire priorità e desideri della Generazione Z – nativi digitali e figli del multitasking come me – attraverso brani (quasi sempre) contemporanei.
Che 2025 sarà per loro (noi)? Cosa si aspettano e da cosa fuggono? Fra le tante c’è una parola: Libertà. La Generazione Z vuole sentirsi (quasi) libera.
“Quasi liberi” è un brano de Lo Stato Sociale, fa parte dell’album “Amore, lavoro e altri miti da sfatare” del 2017, un lavoro ragionante su cosa sia, davvero, autenticità.
“E alla fine meglio essere vivi che vissuti
meglio essere sbagliati che incompiuti
il resto sono solo scuse per sentirsi in fondo in compagnia
nel rimanere soli con i propri alibi
mentre il tempo vince un altro solitario con te..”
Per il 2025 i giovani d’oggi desiderano equità sociale, alla ricerca di un futuro responsabile ed accogliente, in cui anche il mondo del lavoro possa essere bandiera portatrice di inclusione positiva. I propositi si estendono poi al proprio equilibrio di vita, la Gen Z è portavoce dell’importanza di bilanciare lavoro e tempo personale, evitando eccessi dall’una e dall’altra parte.
Per sentirsi vivi e non vissuti sarà prioritario prendersi cura di sé, con consapevolezza e in modo gentile, imparando ad ascoltarsi e tirare i freni quando serve. Quasi liberi: per esserlo serve attenersi a chi si è intimamente, senza scuse, né retorica. Senza paura di cadere in errore, pur di non lasciarsi ascoltati soltanto per metà.