sabato 18 Gennaio 2025

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Myss Keta: “Onestà e coerenza, i criteri della mia musica” – INTERVISTA

A tu per tu con Myss Keta per parlare di “.”, il nuovo album disponibile negli store e sulle piattaforme online a partire da venerdì 17 gennaio

Dall’Enciclopedia Treccani: “Il punto è il più forte tra i segni di punteggiatura. Indica una netta interruzione del discorso e si colloca a conclusione di una frase o di un periodo. Dopo il punto si usa sempre l’iniziale maiuscola”.

E “.” è il titolo del nuovo album di Myss Keta, artista anticonformista e controcorrente, che torna sulla scena discografica con questo progetto anticipato dai singoli “Vogliono essere me”, “Nevrotika” e “160bpm”.

Da marzo 2025 avrà inizio il suo “Tour .”, che la vedrà calcare i palchi dei club italiani e di sette città europee. Abbiamo incontrato l’artista per approfondire alcuni dettagli di questo lavoro, oltre che la sua originale e dirompente visione musicale.

Myss Keta racconta “.”, l’intervista

In merito al titolo, hai descritto questo disco come un punto alla fine del discorso, ma anche il tuo punto di vista sul mondo. Ci sono varie letture e vari significati che hai attribuito a questo progetto?

«Sì, proprio come il punto, pur essendo il più piccolo segno grafico, il più piccolo segno di punteggiatura, ha dentro di sé dei mondi e diversi significati. L’essenzialità, l’essere diretti, l’andare dritto al punto, il mettere i puntini sulle “i” e anche il fatto di mettere il mio punto di vista al centro della narrazione».

Il titolo si riflette anche nel contenuto del disco per la sua essenzialità. Che tipo di lavoro c’è stato dietro la ricerca della sintesi dei concetti?

«Il lavoro rispetto alla sintesi dei concetti è stato dal punto di vista testuale necessario, così come il punto è così denso di significato, volevo che ogni canzone, ogni frase, ogni strofa fossero dense di significato, intense e che dicessero qualcosa di nuovo rispetto al resto dell’album, che non ci fossero ripetizioni. Quindi per me cercare la sintesi in questo senso è stato fondamentale anche per essere coerente con me stessa, con quello che volevo portare al mondo. Desideravo che “.” seguisse questi criteri e non è stata una cosa semplice realizzarlo, in compenso penso che questi mesi di lavoro mi abbiano insegnato molto».

Da marzo sarai in tour, questa volta parti dall’Europa, da Parigi, per poi arrivare qui in Italia. Cosa puoi anticiparci di questo nuovo viaggio dal vivo?

«Guarda, vi anticipo che sarà una bomba e che dovrete esserci per forza! Almeno a una data del tour. Sto preparando la scaletta proprio in questi giorni e sarà una scaletta ad alta intensità, considerando che in “.” ci sono tante tracce belle spinte che non vedono l’ora di essere ballate sul dancefloor e sto proprio cercando, come dire, questi elementi nella discografia che ha preceduto questo disco e sto preparando un paio di remix adatti all’occasione».

Ho sempre considerato la tua musica filoeuropeista, nel senso che hai spesso attinto a livello sonoro del nostro continente, da una certa elettronica anche del nord-Europa, In un Paese che guarda spesso oltreoceano a riferimenti americani, ti capita di prendere ispirazione anche dalla musica più vicina ai nostri confini?

«Tantissimo, prendo molta ispirazione dalla musica europea dei progetti che provengono soprattutto dalla Germania, dalla Francia e anche dalla Spagna. Questi Paesi, secondo me, producono dei progetti musicali interessantissimi. La Germania e la Francia perché hanno proprio questa tradizione di musica elettronica fortissima e hanno questa tradizione di progetti capitanati da ragazze, una libertà espressiva impagabile. Secondo me molti progetti che arrivano dalla Spagna sono totalmente liberi, pazzi e sono pura ispirazione per me».

Per concludere, ti chiedo cosa ti rende orgogliosa di questo disco e del tuo percorso finora?

«Di “.” mi rende orgogliosa il fatto di essere completamente soddisfatta di ogni canzone e del sentirmi felice nell’aver portato al mondo questo album così speciale, in cui mi sono scavata dentro. Quello che mi rende orgogliosa del mio percorso in generale, invece, è che ho capito che per me è impossibile vivere nell’oscurità e nella falsità, ma anzi mi rende orgogliosa il fatto che voglio essere onesta, con me stessa in primis, e questa è una cosa che ho dimostrato sul campo e di cui vado molto fiera».