Il parere una tantum del giornalista e critico musicale sulla kermesse appena terminata
A riflettori ormai spenti su Sanremo 2018, ecco il parere globale del giornalista e critico musicale di Sanremonews.it Maurizio Scandurra, seguitissimo quotidiano on line che, quest’anno, ha siglato una felice collaborazione esclusiva recensiamomusica.com per commentare giornalmente insieme il Festival: “Prima nota dolente: nessuno si è degnato di ricordare, il 10 febbraio, Giancarlo Golzi: nativo di Sanremo, scomparso a Bordighera ove ha vissuto una vita intera, avrebbe compiuto 66 anni. E’ stato ‘soltanto’ – ripeto, ‘soltanto’ – il cofondatore, storico batterista e leader dei Matia Bazar dal 1975 al 2015. Scusate, ‘carissimi’ Rai, Claudio Baglioni & soci, se è poco! Sarebbe stato un gesto delicato ed elegante, così come salutare anche i nuovi Matia Bazar rinati attorno al valente Fabio Perversi, nella banda dal 1998 e unico membro storico a oggi rimasto. Altra nota dolente pari grado? Aver clamorosamente escluso la coppia Dionne Warwick-Silvia Mezzanotte con un pezzo sensazionale e a dir poco meraviglioso. Due Regine della Voce. Per il resto, un Festival di stonati: mai come quest’anno ho dovuto violentarmi il cervello, mio malgrado, con tante eclatanti cappelle al microfono da parte di gente che ha decenni di carriera: una vergogna! Tutti a casa a fare le pulizie”.
Scandurra interviene pesantemente anche sugli episodi che hanno fatto discutere stampa e opinione pubblica: “Un Festival inutile, di ‘giri romani e inciuci milanesi’ di ogni genere. E‘ questa la frase che racchiude e spiega tutte le magie e i magheggi di un Sanremo 2018 che nulla aggiunge, ma semmai toglie, alla storia della nostra musica. Cantanti che fanno ‘canzoni rassomiglianti’ – per così dire – ad altre, minacciati di squalifica, e invece si attestano sul podio al primo posto – risultato ottenuto anche grazie alla carta strategica e sempreverde del tema sociale – osannati da critica e pubblico. Cantanti che cantano canzoni inutili sulle attuali sorti del lavoro ballando con una pensionata, duetti improbabili tra sconosciuti totali e grandi musicisti”.
Il giornalista bacchetta aspramente anche la scelta dei superospiti: “Una marea di artisti per lo più provenienti, a titolo di maxi spot per i tour dei prossimi mesi, da una sola, grande, società di produzione eventi leader di mercato. Ma è mai possibile? La quota Napoli sempre presente, ma in realtà è come se non ci fosse. Mi domando, allora, perché, non si crei una sezione tipica anche per Piemonte e Lombardia, si fa per dire. In generale, in scaletta una carrellata di brani tutti pieni di parole all’inverosimile nei testi, senza un momento di respiro musicale. Privi di un assolo, di un guizzo strumentale. Pezzi che strizzano l’occhio al rap, in cui la vocalità e il concetto di ‘interpretazione’ e ‘bella voce’ scompaiono del tutto: tonalità tutte uguali, nessuno che azzarda uno stile in grado di far ricordare i maestri del belcanto quali Mina, Giuni Russo, Lucio Dalla, Mango, Antonella Ruggiero. Nessuno. Troppo show, zero musica di qualità”.
Dal ‘ciclone Scandurra’ escono illesi pochissimi superstiti: “Si salvano soltanto tre nomi: Annalisa, la migliore di tutti assoluto: classe, eleganza, virtuosa al punto giusto, anche intonatissima. E, detto da uno che alla voce ‘talent’ fa un rutto, vuol dire tutto. Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico rappresentano il sempre più sottile e risicato fil rouge che unisce il presente alla grande e insuperata tradizione degna di questo nome: straordinariamente intensi. Ron, caro grande Ron, ci riporta ai fasti del già succitato Maestro bolognese, che ha insegnato all’Italia e al mondo che cosa vuol dire saper creare musica immortale. Tra gli eventi collaterali del Festival, a Sanremo 2018, segnalo una sola grande artista degna di nota: Jessica Casula, al terzo album dal titolo ‘Meglio Sola’ pubblicato per ‘Egea Music’, che nel giorno della finale ha letteralmente incantato la sala ‘Ivan Graziani’ con uno showcase acustico da brivido. Dimostrando che la nuova, vera musica italiana passa sì, da Sanremo. Ma non ancora, purtroppo, dal palco del Teatro Ariston. Jessica, noi speriamo in te. Avanti tutta, voce rock intrisa d’amore e di poesia”.
Ilario Luisetto
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