venerdì 22 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Piero Romitelli: “La musica è diventata ormai un sottofondo” – INTERVISTA

Intervista all’autore di importanti successi degli ultimi anni

Piero RomitelliAllora Piero partiamo, come tradizione vuole, dalle origini: da dove nasce la passione per quello che ora è il tuo lavoro?

<<E’ tutt’ora una passione e sono felice che continui ad esserlo. Tutto nasce grazie a mio padre: grazie a lui mi sono avvicinato al mondo della musica, lui mi ha comprato la prima tastiera, lui mi portava con sè per i locali per cantare insieme. Con noi, poi, si è aggiunta anche mia sorella Valeria e abbiamo passato qualche anno a fare piano bar o karaoke nelle piazze>>.

Passione che, poi, nel corso del tempo ti ha permesso di essere un artista affermato e, oggi, un autore importante della nostra discografia. Noti dei cambiamenti in questo tuo “rapporto” con la musica?

<<E’ stata una grande fortuna poter fare questo nella vita, una serie di coincidenze importanti che mi hanno portato ad essere quello che oggi sono. All’inizio del mio percorso ho avuto delle opportunità di fronte alle quali non mi sono, forse, dimostrato pronto, non mi sono impegnato affondo come mi sto impegnando ora: credevo che la musica mi fosse dovuta. In realtà niente mi è dovuto, tutto me lo devo guadagnare: è questa la differenza tra il me dell’inizio e il me della versione 2.0>>.

Prima di arrivare a questa “versione 2.0”, come dici tu, ci sono state due tappe fondamentali, credo, per te: prima Amici e poi il Festival di Sanremo

<<In realtà, entrambe queste due esperienze hanno fatto della “prima parte” del mio percorso. Poi, ovviamente, sono state per me davvero fondamentali: se non avessi vissuto quelle due occasioni oggi, probabilmente, non sarei qui. Hanno fatto parte, entrambe, di questo mio percorso di crescita>>.

Come mai dici che, probabilmente, senza Amici e Sanremo non saresti arrivato a fare quello che fai oggi?

<<La vita è una serie d’incastri, di coincidenze e se quel giorno non avessi fatto i provini per entrare ad Amici avrei, forse, fatto l’università e oggi lavorerei in tutt’altro settore>>.

Il tuo percorso d’autore parte, forse, anche un po’ per caso: ricordo uno dei primi brani firmati da te per altri interpreti risalente al 2010. Francesco Renga cantava la tua “Di sogni e illusioni” nel 2010…

<<Eh si (ride). Quel brano l’ho scritto con Emilio Munda, un mio carissimo amico che mi ha insegnato tutto di questo lavoro. Ci conosciamo da 20 anni e lui è un bravissimo autore>>.

Da quell’episodio, poi, sono partite anche tutta un’altra serie di collaborazioni importanti: da Marco Mengoni a Dolcenera, Nina Zilli, Dear Jack, Noemi. Qual è la difficoltà di trovare sempre i nuovi stimoli per creare?

<<Bella domanda! A volte succede di sentirsi saturi: è normale, siamo esseri umani. E in quei momenti è naturale fermarsi, non scrivere nulla e ricercare nella vita vissuta, nella vita vera, i nuovi stimoli: personalmente cerco di vivere il più possibile, ho 31 anni ma me ne sento 20 addosso>>.

Tra tutte le collaborazioni che puoi vantare ce n’è una della quale vai più orgoglioso?

<<Sarà che, forse, sono di parte ma, tralasciando Renga, la prima volta che ho sentito una mia canzone cantata da altri è stato grazie a mia sorella Valeria con “Il gusto del caffè“, il suo inedito ad Amici. Grazie a quella canzone che ho sentito cantare da tantissima gente ho ottenuto un contratto editoriale con Sony ATV>>.

Parlando, per un momento, di tua sorella Valeria, con lei c’è stato anche il tentativo di accedere al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte del 2015 con il brano “Mai abbastanza”. Insieme siete arrivati fino all’ultima selezione di Sarà Sanremo ma, poi, non siete riusciti a salire sul palco dell’Ariston. State lavorando ancora insieme? Ci sono altri progetti che vi accomunano?

<<In realtà quell’episodio è stato un qualcosa di davvero istintivo e spontaneo: c’era questo brano che secondo noi meritava un grande palco scenico e che giustificava, in qualche modo, la nostra collaborazione. Era nato tutto dalla canzone, non da un progetto discografico. Quando, a proposito di batoste, si dice che dalle delusioni, poi, nascono le cose più belle ricordo che una volta tornato a casa da Sarà Sanremo non ho fatto altro che mettermi al piano per scrivere “Eterni”, un brano che, poi, hanno cantato gli Zero Assoluto. Valeria, invece, attualmente sta lavorando ad un suo disco e sta cercando soltanto qualcuno che investa per la produzione di questo progetto>>.

Leggendo qualche tua passata intervista notavo che spesso sottolinei come ti piaccia, quando scrivi un brano, creare una contrapposizione tra la melodia e il testo, una magari energia e spensierata, l’altro più profondo e intimo

<<Si, in effetti è una cosa che mi piace fare. Non sono il primo che lo fa, ma mi piace. Amo molto lasciare spazio anche all’immaginazione: difficilmente in una canzone do notizie certe, lascio spazio sempre all’interpretazione dell’ascoltatore>>.

Per concludere volevo chiederti, per qualcuno dei brani che hai firmato per altri interpreti in questi anni, se c’è qualche aneddoto, qualche curiosità particolare, partendo proprio da “Non me ne accorgo”, cantata da Marco Mengoni nel 2013, e che, in qualche modo, rappresenta una delle tue prime canzoni importanti da autore

<<Si, tra l’altro, Marco la inserisce tutt’ora nei suoi live a distanza di tempo. L’ho scritta partendo da una strofa che ho fatto sentire a Dario Faini, l’autore che attualmente è forse il più forte che c’è in Italia: era la mia prima writing session e ho imparato moltissimo in quel giorno. Insieme, poi, abbiamo scritto il ritornello e Dario è stato fondamentale nello spiegarmi l’importanza del testo: fino ad allora scrivevo unicamente fidandomi dell’istinto e del suono delle parole>>.

Mentre, invece, un altro brano importante per il tuo percorso di autore è sicuramente “Il mondo esplode tranne noi”, canzone con la quale nel 2015 arrivi per la prima volta al Festival di Sanremo in vesti autorali insieme a Davide Simonetta

<<E’ stato un qualcosa di pazzesco e unico per me che avevo vissuto Sanremo solo da interprete fino a quel momento, farlo da autore era un qualcosa a cui ambivo da tempo. Da italiano partecipare al Festival è un qualcosa di grande ricordando tutte quelle edizioni che da piccolo vedevo stando con i miei>>.

So che al momento stai lavorando con Alessio Bernabei per il suo nuovo progetto

<<Si, con Alessio collaboro ormai da tre album e ci troviamo bene insieme. Ora stiamo lavorando a cose nuove>>.

Per concludere, se dovessi dire un pregio e un difetto del fare l’autore in Italia oggi quali diresti?

<<Parto dal pregio perchè mi sento una persona fortunata a poter fare questo lavoro e, sicuramente, la cosa più bella del fare l’autore è la possibilità di potersi gestire il proprio tempo senza troppe regole, vivendo appieno a seconda di come voglio. La cosa negativa, invece, è che, forse, all’autore oggi non viene data la giusta importanza: è giusto che chi scrive le canzoni rimanga sempre un passo indietro ma per la gente le canzoni appaiono quasi sempre come scritte dall’interprete quando, invece, è giusto che si sappia che esiste anche l’autore, il produttore, il responsabile del marketing, l’editore ecc.>>.

E di chi è la colpa secondo te?

<<Mah, la colpa è di tutti e di nessuno. L’italiano è così: gli basta cantare la canzone sotto la doccia o in macchina, non gliene frega niente di chi c’è dietro. La musica è diventata ormai un sottofondo: non si ascolta quasi neanche più il testo, si guarda piuttosto il videoclip>>.

The following two tabs change content below.

Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.