venerdì 22 Novembre 2024

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Eurovision Song Contest: e se fosse la volta buona con la coppia MetaMoro?

Dopo aver convinto il pubblico italiano trionfando a Sanremo 2018, “Non mi avete fatto niente” ha tutte le carte in regola per conquistare il resto d’Europa

Ok, l’anno scorso eravamo i favoriti della vigilia con “Occidentali’s karma” di Francesco Gabbani, quindi abbiamo capito che cantare vittoria prima del tempo non serve a nulla e, forse, porta pure male. A tre mesi di distanza della nuova edizione dell’Eurovision Song Contest, in programma a metà maggio a Lisbona, non possiamo non essere ottimisti e tirare fuori un po’ di sano patriottismo. A rappresentarci quest’anno saranno i due neo vincitori del Festival di Sanremo, Ermal Meta e Fabrizio Moro, con la canzone “Non mi avete fatto niente”, un grido pacifista contro l’orrore rappresentato dalla minaccia terroristica. Dopo le iniziali polemiche sulla validità del brano e dell’ormai famoso 33% di stralci editi concessi, chissà che non spetti proprio a loro il compito di riportare a casa un titolo che manca da ben ventotto anni. Noi italiani siamo un popolo strano, per fare un paragone calcistico, vi ricordate i mondiali in Germania del 2006? Venivamo dalla clamorosa batosta morale di “calciopoli”, la Juventus era finita in Serie B e nessuno avrebbe scommesso un euro sugli azzurri di Marcello Lippi, eppure la storia ci insegna che è proprio quando meno te lo aspetti che accadono le sorprese più belle. Anche se il paragone può sembrare azzardato o fuori luogo, riflettiamoci insieme, il MetaMoro è già considerato da grande parte della stampa come un essere mitologico, in caso di vittoria consacrerebbe il proprio status di creatura leggendaria.

Il brano valido c’è, impreziosito da un messaggio importante e sociale alle spalle, in fondo l’ultima volta abbiamo vinto grazie ad un tema che ha smosso le coscienze, portato in gara dall’italiano vero per eccellenza, alias Toto Cutugno, che con “Insieme” inneggiava all’Europa unita, a pochi mesi dalla caduta del muro di Berlino. E’ vero, i tempi sono cambiati e la musica che passa oggi è un’altra, ma i fans accaniti dell’Eurovision sanno bene quanto ci sia stata ultimamente una reale e interessante controtendenza, soprattutto negli ultimi due anni con la vittoria dell’ucraina Jamala, con un brano abbastanza controverso che racconta la deportazione dei tatari di Crimea per mano dell’Unione Sovietica, e del portoghese Salvador Sobral, addirittura con un pezzo chi si ispira al tradizionale fado, un genere distante anni luce dalle sonorità truzzo-pop che ogni anno invadono la manifestazione.

“Non mi avete fatto niente” si distingue in positivo da tutto ciò, per questa ragione ha tutte le carte in regola per stupire il pubblico europeo ed aggiudicarsi gli ambiti “twelve points” in palio da ogni nazione partecipante. Di sicuro ci premieranno gli amici dall’Albania, data la doppia nazionalità di Ermal Meta che, in realtà, vanta sostenitori anche in altri Paesi. Con Fabrizio Moro, dunque, possono tentare davvero il colpo di coda e convincere attraverso la franchezza di un tema che sensibilizza l’animo di chiunque, in qualsiasi posto del mondo. Come anticipato dai diretti interessati nel corso della conferenza stampa sanremese, il brano verrà eseguito rigorosamente in italiano, com’è giusto che sia, ma sarebbe bello venissero proiettate le parole tradotte nelle diverse lingue, un po’ come nel videoclip ufficiale diretto magistralmente da Michele Placido, a dimostrazione del fatto che una canzone può arrivare al cuore delle persone senza bisogno di grandi effetti speciali, coreografie o scimmie nude che ballano. Namastè alè.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.