Intervista al cantautore toscano all’indomani della pubblicazione del suo nuovo singolo
S’intitola Nel silenzio di mille parole il nuovo singolo radiofonico di Enrico Nigiotti che, dopo il grandissimo successo de L’amore è, si ripresenta al pubblico pronto a dominare nuovamente le classifiche con la propria musica. Per l’occasione abbiamo scelto di realizzare insieme un’intervista un po’ diversa da quelle più abituali: 5 parole su cui dire tutto ciò che venisse in mente al fine di raccontarsi il più possibile insieme alla propria musica.
La prima parole che ho pensato per te, Enrico, è CHITARRA
<<La chitarra è quello da cui parte tutto, la mia famiglia artistica e la mia casa. Quello strumento è il mio sfogo e la mia donna. Ho iniziato a suonare piuttosto tardi: avevo 13 anni. Andavo a fare qualche lezione privata ma non ero uno di quelli che studia le scale, ho imparato a suonare senza regole, quasi da autodidatta. Poi, ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni quando avevo 17/18 anni. La chitarra è proprio la mia coperta di linux, senza di lei non ci sarebbero le mie canzoni che nascono sempre suonandola>>.
La seconda parola che ho pensato è, invece, AMORE
<<Penso sia il sentimento più bello del mondo e di cui a me piace sempre scrivere: penso che sia la cosa più famosa e comune al mondo, quella che più di ogni altra tutti hanno vissuto e mi auguro che chiunque possa viverne sempre di più. L’amore è un sentimento che racchiude ogni cosa: la felicità e la tristezza. Io sono innamorato dell’amore ed è bellissimo esserlo. Dopo L’amore è anche Nel silenzio di mille parole parla d’amore e lo fa perchè, credo, sia il sentimento più facile, e contemporaneamente più difficile, da raccontare in musica dove occorre soltanto raccontarsi. Credo che l’amore sia sempre e solo lo stesso: non credo agli amori diversi, ci sono vari modi di viverlo ma, poi, l’amore non cambia per cui raccontarsi in maniera semplice e sincera in una canzone d’amore è la chiave, secondo me, per arrivare a tutti perché non si è mai il solo ad essere innamorato.
L’amore è l’ho scritta all’inizio dell’anno scorso ed è arrivata in modo diretto, semplice, libera. E’ una canzone che per me è rimasta pura malgrado sia ovvio che ogni volta che la canto il modo d’interpretarla vari a seconda dello stato d’animo di quel determinato momento. In realtà, però, trovo sempre lo stesso significato alle parole che ho scritto. A differenza che nella vita, nelle canzoni sono più categorico, più costante>>.
La terza parola-chiave che ho scelto è PAROLE
<<Eh, le parole sono importanti. Io ho imparato ad usarle nel tempo. Ad usarle e a dosarle, soprattutto. Il testo, per me, è l’80% di una canzone: soprattutto se si scrive in italiano sono le parole quelle che arrivano più direttamente. Credo che le parole siano il mezzo perfetto per far vivere un sacco di emozioni e far capire altrettante cose della vita: le parole sono armi per cui sono importanti perché possono essere lo strumento per conquistare o distruggere qualcuno o qualcosa ma, contemporaneamente, anche quello per distruggere se stessi.
Nel silenzio di mille parole per me è un altro figlio importante, spero e credo che per il pubblico possa essere una riconferma di ciò che è stato L’amore è. E’ una confessione d’amore molto intima in cui butto sul foglio quelle cose che vorrei dire ma che poi non dico mai>>.
La quarta parola di questo nostro percorso è CAZZATE
<<(ride) Sono un collazionatore di cazzate, ho un curriculum lunghissimo. Le cazzate, però, credo servano: si fanno e si devono fare, secondo me, per crescere e per capire tante cose. Per come la vedo io le cazzate sono quei piccoli errori che un po’ ti mette davanti la vita, un po’ ce le si mette da soli, ma poi si rivelano essere insegnamenti preziosi come gli schiaffi che i genitori danno ai bambini quando sono piccoli e sbagliano. Credo non esista un’etica sul come vivere e sul come fare le cose ma gli sbagli penso siano sempre punti di ripartenza con un qualche insegnamento in più. Dei tanti errori che ho fatto nella mia vita non ne cancellerei nessuno se potessi tornare indietro perché, secondo me, ora sono quello che sono proprio grazie a quello>>.
La nostra quinta ed ultima parola è FUTURO
<<Il futuro spero sia sempre così, fatto di musica. Ovviamente so che il futuro lo devo costruire oggi, non è una pioggia che cade dall’alto dal nulla. Per cui il futuro è anche oggi. Malgrado sia ripartito alla grande e abbia un album in lavorazione ho sempre del futuro, cerco di stare concentrato su ogni aspetto: se non si fa niente non ci si può aspettare che il futuro cambi da solo la propria direzione, anzi, il domani diventa soltanto un altro giorno>>.
Ilario Luisetto
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