Tutte le recensioni dei nuovi brani in radio
- SULL’ORLO DI UNA CRISI D’AMORE – Federica Carta e La Rua
Candidata di lusso all’ultimo Festival di Sanremo ha mancato l’ingresso nei 20 nomi finali pagando, probabilmente, il prezzo della volontà del direttore artistico Claudio Baglioni di dare un segnale di svolta nella scelta del cast del big. Il brano esce comunque a distanza di qualche settimana per anticipare la pubblicazione dei rispettivi album d’inediti in uscita prossimamente. Il risultato, però, è di quelli che lascia l’amaro in bocca: se non era difficile immaginare quanto la voce delicata di Federica Carta avrebbe faticato ad amalgamarsi con quella squillante e potente di Daniele Incicco, non ci si aspettava un risultato così tanto impersonale. Un buon brano che, però, non calza davvero addosso a nessuno dei due: i La Rua avrebbero tutte le carte necessarie per esplodere in un vero ritornello folk ma vi rinunciano per non oscurare la voce flebile della romana che, in questo caso, non riesce a creare attorno a sé quell’atmosfera di intimità per valorizzare la propria interpretazione. VOTO: 5,5
- MORIRO’ DA RE – Maneskin
Genio e sregolatezza parte 2. Se la parte 1 degli ultimi paladini di X-Factor aveva convinto questa non potrà che fare lo stesso tenendo, però, ben presente tre fattori: 1) è un pezzo costruito sull’onda del successo di Chosen che si vuole riconfermare il prima possibile, 2) è indubbiamente poco pensato e lavorato visto che le loro ultime settimane sono state piuttosto piene, 3) il testo in italiano costituisce un’aggravante non da poco che rende il tutto piuttosto ripetitivo vista anche la totale assenza di un elemento spiazzante nel corso del brano. Tolto tutto ciò, però, rimane un bel pezzo perfetto da essere urlato a tutto gas da sotto un palco saltando in preda ad una crisi ormonale. VOTO: 8
- IMMAGINI – Nesli
Tematica decisamente importante e rilevante quella scelta da Nesli per questo suo nuovo ritorno discografico e radiofonico. Si racconta di bullismo e di violenza con uno spessore degno di nota pur senza ricadere nel già detto, nel già scritto o nel già cantato. Il più giovane dei Tarducci conferma anche in questo caso tutto il suo talento autorale nella costruzione di figure testuali interessanti che, in questo caso, incontrano finalmente anche una bella melodia ed un arrangiamento più pop che punk-rock rispetto agli ultimi lavori che avevano ridotto forse eccessivamente le variabili compositive. Questa volta ci siamo. VOTO: 6,5
- HO FATTO BENE – Nitro
Nuovo estratto dal suo No comment che, però, continua a riportarci davanti a sempre la stessa domanda: davvero c’è qualcosa a distinguere questo brano, questo album, questo artista a tutto il resto che i suoi colleghi propongono? Forse si, forse no come cantava Mengoni qualche anno fa. Nella sua non-originalità incentrata a raccontare una vita vissuta per strada rimane un pezzo come tanti che, purtroppo, non comunica più gran che. VOTO: 4
- MALDAMORE – Simona Molinari
Prosegue la collaborazione tra Simona Molinari e la compagna di scuderia Amara che, dopo aver ospitato la jazz-woman nel suo ultimo album per un’intenso duetto in C’è tempo, ricambia il favore co-firmando questo singolo di ritorno. La Molinari si conferma sempre acuta interprete e vocalist adottando una veste leggera e spensierata che cita numerosi successi musicali della storia della musica italiana dedicati all’amore tra cui il Marco de La solitudine e il Luca di Luca era gay. La firma della giovane ed intensa autrice toscana di Che sia benedetta risulta invisibile ed esce soltanto l’estro della brava Simona che, però, fatica ancora a trovare la giusta canzone per essere ricordata. VOTO: 6
- QUESTA NOSTRA STUPIDA CANZONE D’AMORE – Thegiornalisti
I re dell’indice hanno definitivamente abdicato dopo aver conservato almeno in facciata il titolo i reggenti sul modello di Matteo Renzi con il PD. Ora che con questo brano iniziano il loro percorso di “LOVE” dichiarandosi eterni romantici si ritroveranno in breve tempo sulla scia dei colleghi Modà che già qualche anno avevano avuto questa intuizione ed, in effetti, tra le due formazioni non sono poche le analogie. La trasposizione musicale di tutto ciò è un bel brano in cui la voce di Tommaso Paradiso gioca tra strofe quasi sussurrate ed incisi energici cantati a tutto fiato con la voglia di sfruttare appieno il crescendo melodico. Di mezzo c’è una “Corea del Nord” che c’azzecca poco ma è soltanto una “pezza indie” che vuol nascondere un vestito pop. Come Renzi nasconde il PD non più di sinistra, per l’appunto. VOTO: 7
Ilario Luisetto
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