A partire dal venerdì 27 aprile, disponibile il nuovo progetto discografico dell’interprete romana, manifesto della sua rinascita interiore
Arriverà in rotazione radiofonica e in digital streaming e download “La mia Itaca”, il nuovo singolo inedito di Giada Agasucci, il secondo passo di un racconto personale e profondo iniziato qualche mese fa con il brano “Non lasciarmi andare”. Abbiamo raggiunto Giada per farci raccontare in anteprima questo suo nuovo importante traguardo musicale e quello che sarà il suo futuro artistico. Ecco cosa ci ha raccontato la giovane artista nota al grande pubblico per la sua passata edizione alla tredicesima edizione di Amici di Maria de Filippi:
Ciao Giada, partiamo da “La mia Itaca”, cosa rappresenta per te questa canzone?
«Sono molto legata a questo brano segna il momento di una crescita, di una rinascita interiore dove riscopro la mia forza e la mia voglia di fare!».
Un brano che incarna, in qualche modo, il proseguo naturale di “Non lasciarmi andare”, il tuo precedente singolo. L’amore visto da angolazioni diverse?
«Si l’amore visto da angolazioni diverse: ovviamente ognuno da la propria interpretazione dell’amore! In questo brano più che l’amore per qualcuno ho deciso di descrivere l’amore per me stessa con una metafora rivolta ad Ulisse che per amore della sua terra e del suo popolo supera qualsiasi ostacolo».
Nella vita di tutti i giorni, cosa raffigura per te la tua vera Itaca? Cosa ti fa sentire davvero a casa?
«La mia Itaca nella vita di tutti i giorni è la mia stanza dove “mi rinchiudo” (per gli altri) ma dove “mi libero” per me stessa! Metto la musica che mi piace e inizio a canticchiare rilassandomi».
Facciamo un breve salto nel tempo, brevissimo data la tua giovanissima età. Quando e come è nata la tua passione per la musica?
«La passione per la musica non so bene come sia iniziata, ero piccola e con mio nonno che mi faceva ascoltare i stornelli romani, ho iniziato a cantare. Da lì ogni anno partecipavo ad una manifestazione nella mia città, poi ho iniziato a studiare canto fino a quando, all’età di 15/16 anni, ho capito che era la strada che volevo e dovevo intraprendere, quello che volevo veramente e così ho iniziato a dedicarmi totalmente al canto e alla musica».
Quali artisti hanno ispirato e accompagnato il tuo cammino?
«Sicuramente artisti sia italiani che stranieri devo essere sincera. Artisti italiani come Giorgia, Laura Pausini e Tiziano Ferro. E artisti internazionali come Beyoncé, Celine Dion, Christina Aguilera, Shakira e tanti altri».
Sin da bambina hai partecipato a svariati concorsi, quanto ha inciso la gavetta nella tua crescita artistica?
«I concorsi hanno inciso tantissimo nella mia gavetta personale… soprattutto quelli fatti ad un età giovane sono una cosa divertente, che ti permette di conoscere ragazzi giovani e ti mette in sana competizione».
Poi, all’improvviso, arriva la tua avventura ad “Amici” e la partecipazione alla tredicesima edizione del talent show di Maria De Filippi. Una scuola più di canto o di vita?
«Sicuramente una scuola di canto e di ballo ma soprattutto di vita. Da questa esperienza ho imparato che non bisogna mai smettere di credere in se stessi e se anche ti verranno fatte critiche su critiche devi sempre rimanere a testa alta e crederci fino in fondo nelle cose che fai».
Nel corso della trasmissione hai cantato con numerosi ospiti di caratura internazionale. Quale duetto ricordi con maggiore emozione?
«In assoluto quello con Kylie Minogue, ma anche con Antonello Venditti, Marco Mengoni e Fedez».
Quali sono le tue prossime mosse, progetti in cantiere e sogni nel cassetto?
«Il progetto messo in piedi con la mia agenzia è molto grande ed ambizioso. Stiamo lavorando duramente per portare al mio pubblico il mio nuovo album: una scommessa in sonorità e contenuti».
Per concludere, qual è il messaggio che vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?
«Per chi mi conosce già vedrà una Giada nuova, determinata e più forte: vorrei che oltre alla mia musica, arrivasse anche la mia personalità. Vorrei che mi si conoscesse per davvero, per le cose che faccio e per la persona semplice che sono».
Nico Donvito
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