giovedì 21 Novembre 2024

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Lisa: “C’era una volta… e ci sono ancora!” – INTERVISTA

A tu per tu con l’artista calabrese, vincitrice della prima edizione della trasmissione “Ora o mai più”

LisaHa cantato e incantato per tutte e quattro le serate, dando sfoggio del suo grande talento. Una vittoria meritata per Lisa, che si è aggiudicata il titolo del popolare show musicale di Rai Uno condotto da Amadeus. In occasione del lancio della compilation di Ora o mai più, disponibile in edicola con “TV sorrisi e canzoni” dal 10 luglio, abbiamo incontrato nuovamente l’ugola di Gioiosa Ionica, per raccogliere le sue sensazioni a caldo.

Ciao Lisa, partiamo dal tuo nuovo singolo “C’era una volta”, quanta emozione hai provato presentandolo nel corso della finale del programma?

«Tantissima, come nemmeno puoi immaginare. Dopo aver cantato il mio cavallo di battaglia, essermi messa alla prova con cover bellissime, finalmente ho avuto la possibilità di far ascoltare qualcosa di nuovo. Diciamo che già con il mio precedente disco “Rispetto 6.1.” avevo intrapreso un discorso evolutivo, mi reputo una persona molto attenta ai tempi e a quello che succede intorno della musica, non sono una che si ripete, ogni giorno mi metto alla prova cercando di tirar fuori qualcosa di diverso, perché mi piace scoprirmi e reinventarmi attraverso le cose che canto».

Quali innovazioni vorresti apportare rispetto ai tuoi precedenti lavori?

«Non mi sono mai forzata per piacere, non ho mai seguito i canoni standard degli altri, sono sempre andata controcorrente, semmai. Durante il percorso della mai vita abbraccerò sicuramente altre sonorità, mostrando una Lisa ancora più inedita, arricchita dalle influenze di tutti i miei viaggi e dalle situazioni che vivo. Mi auguro che la gente continui ad apprezzare la mia volontà di sperimentare, lanciando sempre messaggi molto semplici e diretti, che possano arrivare a più persone possibili».

Cosa rispondi a quella parte di pubblico più nostalgico che si aspettava da te qualcosa di più melodico?

«I nostalgici possono stare tranquilli perché “Sempre”, “Oceano”, “Certe storie d’amore” e “Non è perfetto”, sono canzoni che continueranno a trovare nei miei spettacoli, non verranno mai messe da parte, ma nella vita ci si evolve. Sono tornata da cantautrice e non solo da interprete, quello che maggiormente mi preme trasmettere oggi è non voler dimostrare soltanto una bravura canora, ma lasciare un segno anche a livello testuale. Ho cercato di non ripetermi e credo che questo possa, a lungo termine, essere apprezzato dal pubblico. Non ho alcuna intenzione di indossare sempre lo stesso vestito e, non avendo maschere, non potrei mai ripetere qualcosa che ho fatto in passato, a prescindere se abbia funzionato o meno. Mi spiace soltanto per il commento di Loredana durante la serata, non ho molto digerito l’accusa di plagio».

Lisa Kenzo PothographerAnche perchè se affermi di non volerti ripetere, un po’ come Paganini, sarebbe un controsenso che tu andassi a ripescare nel giardino di altri colleghi…

«Infatti,  sarebbe stupido e soprattutto inutile. Ho una personalità molto forte, ben strutturata, non imiterei mai qualcun altro nel vestire o nel modo di fare, figuriamoci nella musica che per me è davvero tutto. Chi mi conosce lo sa. Quando canto butto fuori tutto quello che ho dentro, come una sorta di vulcano in esplosione, non riesco proprio a trattenermi nel ricambiare l’affetto della gente attraverso la mia voce. Mi reputo una persona molto emotiva, che cerca di dare un peso alle parole. Non voglio fare alcuna polemica, sia chiaro, ma ci tengo a smorzare questa cosa sul nascere. Per fortuna i commenti che sto ricevendo sono tutti ultra positivi ma, sai, è un attimo che se uno tira fuori una cosa, che sia reale o meno, altri gli vadano subito dietro».

A mente fredda, c’è qualcosa che vorresti dire a Loredana Bertè?

«Che è un’artista immensa che stimo moltissimo, ma sul momento ci sono rimasta davvero male, perché definire “C’era una volta” il plagio di “Ti sento”, canzone che tra l’altro conosco benissimo, è un qualcosa di azzardato e distante dalla realtà. Penso che non abbia dato troppo peso a quelle affermazioni, anche perché il giorno prima aveva rilasciato un’intervista dove dichiarava che mi avrebbe vista meritatamente come papabile vincitrice. Sai, sono dinamiche del gioco, ma ognuno di noi si è rimesso in gioco dopo un periodo difficile, nel mio caso a causa della malattia, che ho cercato di superare con le unghie e con i denti. Sono una persona che ha grande rispetto per il prossimo, prima di aprire bocca sto molto attenta a non ferire gli altri, a dare il giusto peso alle parole che utilizzo per evitare, anche involontariamente, di ferire qualcuno».

“C’era una volta” ha comunque una sua ossatura melodica, è un brano che indica in qualche modo la strada che vuoi percorrere in futuro?

«Certo, assolutamente, su quello non tradisco mai, perché sono molto emotiva e romantica, di conseguenza, è un pezzo che non mi snatura, anzi. Non ci sarà mai una Lisa totalmente diversa sotto questo aspetto, nelle mie canzoni possono cambiare i colori e gli arrangiamenti, ma rimarrò sempre fedele a me stessa, pur reputandomi in continua evoluzione e in cerca di nuovi stimoli. Considero “C’era una volta” una canzone con un peso profondo, che ha bisogno di più di un ascolto, ecco perchè reputo fantastica la formula di Sanremo, un inedito non può essere giudicato dopo averlo ascoltato un minuto e quaranta secondi. Invito tutti a sentirlo nella sua totalità, perché ha un suo crescendo».

Visto che hai nominato tu il Festival mi sento legittimato nel chiedertelo: dopo “Sempre” presentata nel 1998 e “Oceano” nel 2003… non c’è due senza tre?

«In realtà c’era anche “Se” che ho presentato a Sanremo Giovani nel 1997, quindi la terza c’è già (ride, ndr). Scherzi a parte, mi piacerebbe molto, sarebbe come chiudere un cerchio, riaprendone subito un altro perché non sono una che sta stare con le mani in mano. Il palco dell’Ariston ha il suo fascino, ma staremo a vedere. Incrocio le dita già da adesso!».

A proposito di “Sempre”, recentemente è rientrata sorprendentemente in classifica, a distanza di vent’anni dal lancio, in concomitanza con la tua straordinaria performance della prima puntata. Cosa ha rappresentato per te questa sorpresa?

«Un caldo abbraccio, è stato un po’ come proseguire virtualmente la standing ovation del pubblico presente in studio, mi ha fatto capire che la gente non mi ha mai dimenticata, anche se sono stata assente per parecchio. Le persone a casa, hanno voluto dimostrarmi con questo gesto il loro affetto e che, in qualche modo, aspettavano un mio ritorno. Non so come spiegarti, è una sensazione indescrivibile quella che ho provato e continuo ad avvertire da parte di chi mi sostiene. Ne approfitto per ringraziare di cuore tutti i miei fans, coloro i quali mi hanno seguita durante il percorso della mia vita, che non conoscevano le mie problematiche di salute ma sono riuscite a darmi la forza per non arrendermi e continuare a lottare».

Come descriveresti il tuo rapporto con il pubblico?

«Guarda, mi reputo una persona molto umile, non sono una che per andare a far la spesa si porta dietro la guardia del corpo, non l’ho mai fatto nemmeno quando sono stata in classifica per quaranta settimane e non ho alcuna intenzione di cominciare adesso. Ho profondamente bisogno del calore e del contatto con la gente, amo gli abbracci e mi reputo  molto verace e passionale».

Rispetto alla precedente chiacchierata, mi avevi confessato di non essere molto social. Da qualche settimana, invece, continuo a ricevere notifiche dei tuoi post su Facebook e delle tue dirette su Instagram, con una frequenza superiore a quella di Gianni Morandi…

«Hai ragione (ride, ndr), ma sai perchè? Ho notato che la gente vuole sentirti più vicino possibile, nel corso delle puntate ho ricevuto davvero tantissimi e svariati messaggi, da semplici complimenti a confidenze personali, secondo me è stato bello far vedere al pubblico nel quotidiano come ci preparavamo alle puntate, raccontare le nostre sensazioni, un po’ come facevamo con i confessionali nel corso della messa in onda, interagendo direttamente e rispondendo alle domande e alle curiosità dei miei follower. Certo, non potrò sempre essere super presente, ma in queste settimane ho cercato questo scambio con le persone, anche per avere in diretta un loro riscontro, perché per me è fondamentale il parere del pubblico, sono loro la mia giuria. Sto cercando di essere più social, lo ammetto, non so quanto ci stia riuscendo, ma ci provo!».

Tornando a “Ora o mai più”, che sapore ha per te questa vittoria?

«Di una rinascita, più che una rivincita, perché sono una che tende a metabolizzare il passato concentrandosi sulla costruzione del proprio futuro, vivendo ogni istante del suo presente. Partecipare è stata di per sé una vittoria, perché mi ha dato la possibilità di conoscere persone straordinarie e di imparare tanto. Marco Masini è stato un ottimo compagno di avventura, perché ha saputo ascoltarmi e valorizzare la mia natura. Poi ha scritto delle canzoni straordinarie, una più bella dell’altra, è stato un onore per me interpretarle al suo fianco».

Dallo schermo della tv tra voi concorrenti non si è avvertita alcuna rivalità, era così anche dietro le quinte?

«No, in realtà ci tiravamo i capelli (ride, ndr), parlando sul serio devo ammettere che il rapporto che si è instaurato con gli altri è stato uno degli aspetti più belli di questa avventura. Non ho avvertito alcuna rivalità, poi ognuno in cuor proprio sa la verità, personalmente non ho mai pensato troppo alla gara. Di indole non ho mai provato invidia per nessuno, non perché mi reputi una persona super sicura di sé, ma ho imparato a provare amore verso il prossimo attraverso i valori che mi sono stati tramandati dai miei genitori. A maggior ragione in un contesto come questo, che ci vede tutti protagonisti e vincitori».

Per concludere Lisa, qual è la lezione più grande che hai appreso dalla musica?

«L’umiltà, in assoluto, cosa che ho imparato soprattutto nel mio percorso personale, perché siamo dei semplici ospiti in questa vita e ci si deve arrendere a questa amara e cruda realtà che, vista nel modo giusto, ti permette di affrontare il mondo in una maniera diverso e di vivere ogni singolo momento con la massima intensità. Ogni giorno va vissuto come fosse l’ultimo, solo in questo modo riesci a donarti al 100%, è questa la mia filosofia di vita, il famoso “carpe diem”, il motivo per il quale ho accettato questa fantastica sfida di “Ora o mai più”».

Si ringrazia Kenzo Pothographer per le fotografie

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.