A tu per tu con l’artista spagnolo, all’indomani dalla pubblicazione del suo nuovo album “Mar de colores”
Portare in ogni canzone un messaggio e la propria identità artica, questa è la mission di Alvaro Soler che, a pochi giorni dall’uscita del suo secondo progetto discografico intitolato “Mar de colores”, continua a colpire positivamente il pubblico italiano. “La cintura”, infatti, è soltanto l’ultima di una lunga e prolifica serie di hit che hanno raggiunto la vetta delle nostre classifiche, una tradizione inaugurata nell’estate 2015 con il tormentone “El mismo sol”, proseguita successivamente con “Sofia, “Libre”, “Yo contigo, tu conmigo” e molte altre.
Ciao Alvaro, quali innovazioni troviamo in “Mar de colores” rispetto al precedente album “Eterno agosto”?
«Credo che l’innovazione più importante sia il modo in cui abbiamo scritto questo album che, forse, non si vede dall’esterno ma rappresenta al meglio l’idea di ciò che voglio essere artisticamente. Lo abbiamo registrato in giro per il mondo, da Los Angeles a Miami, collaborando con tanti autori diversi, arrivando a vivere un’esperienza diversa rispetto al precedente disco. Una maniera di comporre molto più dinamica e aperta a nuove direzioni, pur mantenendo una certa identità».
Quindi le basi sono state messe nel precedente lavoro, in questo è cambiato semplicemente l’approccio a livello di scrittura? C’è più consapevolezza?
«Diciamo di sì, “Mar de colores” è stato un percorso molto importante, sia professionale che personale. Viaggiare mi ha aperto molto a livello mentale, mi ha portato a scoprire culture diverse e modi di lavorare completamente differenti. Rispetto al passato, oggi, ascolto molta più musica e ho molti più contatti artistici. Penso di essere più maturo, lo si sente sia nella musica che nei testi. E’ sempre bello fare ed imparare cose nuove e sono molto fiero di questo album, mi rappresenta molto bene».
Come descriveresti il tuo rapporto con l’Italia? Oltre a parlare benissimo la nostra lingua, consideri questo Paese una delle tue tante “case” che hai sparse per il mondo?
«Fisicamente non ho più casa qui, ho vissuto a Milano nel periodo di X Factor, ma è emozionalmente parte della mia cultura. Mi piace tantissimo questo feeling che si è instaurato con il pubblico italiano, andare al ristorante e mangiare una burrata spettacolare mi rende felice, questo non mi accade in qualsiasi Paese, ma solo in Italia e in Spagna. Mi sento grato alla gente per tutto l’appoggio che mi ha dato, sin dall’inizio. E’ davvero emozionante incontrare le persone ai firmacopie, mi piace molto».
Hai mai pensato di cantare un brano completamente in italiano? Ti è mai venuta questa idea?
«Ovviamente, a me e ai miei collaboratori ci è venuto in mente, ma non mi sento pronto a cantare in altre lingue, non solo in italiano, preferisco esibirmi in spagnolo e, magari, collaborare con artisti di altre nazioni, ad esempio, nell’ultimo disco c’è una versione de “Lo mismo” con Maître Gims, interpretata per metà in francese. In futuro, sicuramente, ci saranno alcune sorpresine anche in italiano».
In Italia hai duettato con Emma, ci sono altri artisti del nostro scenario con cui ti piacerebbe incidere un brano?
«Si, perché no? Eros Ramazzotti, Marco Mengoni e tantissimi altri!».
Il prossimo 9 maggio ti esibirai dal vivo al Mediolanum Forum di Assago, un bel traguardo?
«Eh si, è un posto bellissimo, molto più grande rispetto alle location precedenti. Sarà uno show completamente nuovo, che stupirà sia chi ha visto già un mio spettacolo che coloro che verranno per la prima volta. Con il mio team di lavoro, abbiamo tantissima voglia di realizzare un evento unico e una super tournée europea, nella quale ci esibiremo anche al Mediolanum Forum di Assago»
Nico Donvito
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