venerdì 22 Novembre 2024

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Mara Bosisio e le sue “lucciole” nello stomaco – RECENSIONE

In radio dal 10 settembre il nuovo singolo della cantautrice lombarda, sospeso tra ricordi e realtà

Mara BosisioRacconta se stessa Mara Bosisio, con trasparenza e una piena consapevolezza autobiografica maturata col tempo, a suon di esibizioni dal vivo e tutte quelle esperienze che possono essere sintetizzate nel concetto “gavetta”, un termine da considerarsi ormai vintage. “Lucciole” è una ballata pop-elettronica che richiama sonorità anni ’80-’90, a dimostrazione che la sperimentazione può attingere dalla tradizione per esplorare nuovi orizzonti sonori. Un brano composto interamente dall’artista lombarda, alle prese per la prima volta sia nella scrittura del testo che nella creazione dell’arrangiamento musicale, come da lei stessa raccontato nel corso della nostra campestre aperintervista.

Un’ulteriore crescita professionale che nasce dal desiderio di esprimere a 360 gradi le proprie emozioni, senza filtri o sovrastrutture varie, il tutto decorato dal mixaggio finale del giovane e talentuoso producer Samuel Aureliano Trotta. Il risultato? Una canzone leggera con un contenuto profondo, che descrive in maniera significante l’epilogo di una storia d’amore, quel preciso istante in cui tutto sembra svanire ma, allo stesso tempo, ci regala un’insolita sensazione perché qualcosa di nuovo sta per cominciare. Un momento che, da profano, sintetizzerei nel detto popolare del “chiusa una porta si apre un portone”, ma che la cantautrice lecchese trasforma in poesia paragonandolo alla magia delle lucciole nel vento.

In un momento storico in cui l’apparenza sembri contare più della sostanza, non bisogna avere il timore di esternare i nostri sentimenti, anche attraverso le fragilità e le debolezze che ci rendono vivi. Lo ha compreso Mara Bosisio, che nello special sussurra: “coprimi di baci così che io possa farne scorta quando non ci sarai più”, un verso semplice e suggestivo, di quelli che non si sentono da tempo. Ecco come si può affermare che le sonorità e i temi trattati non passino mai di moda, perché la musica è ciclica e la credibilità si conquista attraverso l’autenticità. Più che un ritorno alle origini lo definirei una vera e propria riscoperta dei nostri valori, nell’essenzialità delle cose, affinché “dentro una canzone, dentro un calcio ad un pallone, ad un campo di granturco, a una birra sotto a un palco… troveremo un pò di noi”.

Lucciole | Video

Lucciole | Testo

Passeranno i giorni
si confondono i contorni delle cose
cambieranno le abitudini e le mode
ma tu non mi passi mai
dentro una canzone
dentro un calcio ad un pallone
ad un campo di granturco
a una birra sotto a un palco
troveremo un pò di noi
ma tu non mi cercherai
e io non ti cercherò

E SARA’ QUI CHE IO TI ASPETTERO’
SARA’ QUI CHE IO TI TROVERO’
SOSPESI TRA LE LUCCIOLE NEL VENTO
IN UN ATTIMO DI ETERNO

Passeranno i giorni
si confondono i contorni delle cose
cambieranno le abitudini e le mode
ma tu non mi passi mai
dove poi non servirà parlare
dove il tempo non ha tempo
nel profondo di un ricordo
negli sguardi e nel silenzio
troveremo le parole
troveremo un nostro senso

E SARA’ LI CHE IO TI ASPETTERO’
SARA’ LI CHE IO TI TROVERO’
SOSPESI TRA LE LUCCIOLE NEL VENTO
IN UN ATTIMO DI ETERNO

(coprimi di baci
così che io possa farne scorta
quando non ci sarai più)

E SARA’ LI CHE IO TI ASPETTERO’
SARA’ LI CHE IO TI SENTIRO’
COME FUOCHI D’ARTIFICIO
DENTRO AL PETTO
IN UN ATTIMO DI ETERNO

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.