Tutte le recensioni dei nuovi singoli in radio
- VODKA – Biondo
Viene da chiedersi se, dopo appena cinque mesi dal precedente progetto, questo nuovo disco fosse assolutamente necessario. Ammettendo, per assurdo, che ci sia stato il tempo per lavorare con la giusta serietà e calma artistica Biondo dimostra, com’è naturale che sia, una crescita pari a zero rispetto al suo recentissimo passato. L’unica vera differenza sta nel fatto che le tinte del brano, almeno nelle strofe, si fanno più melodiche, intime e trattenute lanciandosi poi in un ritornello da un (falso) falsetto. Il problema vero, però, sta nella produzione che per coprire gli innegabili difetti canori del nostro sovraproduce ogni dettaglio e suono rendendo il tutto un’espressione del pc più che della voce. VOTO: 5
- POSSIBILI SCENARI – Cesare Cremonini
Cremonini, secondo i più attenti, è in un periodo di grazia dal punto di vista musicale ed espressivo. Effettivamente il risultato di ogni sua proposta pare assolutamente riconoscibile, centrato ed oggettivamente ben realizzato a partire dalla scrittura e finendo all’arrangiamento. A far le spese, però, di questa nuova consapevolezza artistica è la resa più immediata e condivisa dei brani che, dal primo all’ultimo, son condannati da una scarsa immediatezza malgrado conservino una propria ricetta autentica e assolutamente lineare. A chi piaceva Poetica e tutto il resto piacerà anche questa. Gli altri riconosceranno un valore oggettivo ma poi non capiranno, forse a colpa della scarsa propensione ad indagare. Io appartengo, credo, al secondo gruppo. VOTO: 6+
- RAMBLA – Elodie e Ghemon
Sembra aver trovato la quadratura del proprio cerchio Elodie che con questo nuovo brano conferma la direzione intrapresa già da Nero Bali la scorsa estate. La ricetta, anche in questo caso, rimane la medesima: tinte solari, collaborazione con un inserto rap e arrangiamento ultra-pop con elettronica e suoni spiccatamente potenti. Ghemon fa il suo senza pretendere troppo e piazzando, prima dell’ultimo inciso, qualche barra non troppo accentuate e, per questo, sufficientemente accessibili. Elodie, dal canto suo, continua a mostrarsi come grande protagonista mettendo in evidenza la sua duttilità che, però, sta, lentamente, sfuggendole di mano per condannare il suo lato più interpretativo e inteso. Attenzione a non lasciarsi andare troppo verso una dimensione fin troppo “consumista”. Per ora siamo ancora nei territori dell’accettabilità. VOTO: 6.5
- 9 PRIMAVERE – Ermal Meta
Anche in questo caso Ermal estrae dal proprio album il pezzo migliore come quarto singolo condannandolo, forse, ad un’esposizione e ad un’attenzione inferiore di quello che meriterebbe vista la durata media della “vita” dei dischi d’oggi. Malgrado ciò questo brano riporta il cantautore di origini albanesi a confrontarsi con il terreno di una lenta ballata d’amore che affronta la chiusura di una lunga storia d’amore durata 9 anni e di cui ora restano “solo lacrime e non è proprio niente di speciale: una per ogni passo fatto insieme, una per tutte quelle notti svegli ad ascoltare canzoni d’amore, quelle che fanno sempre stare male, una per ogni piccola emozione, i tuoi vestiti in sette borse ed una in più perchè ti voglio bene”. La poetica di questo ragazzo non la si scopre oggi e, quindi, va bene così: quando uno le canzoni le sa scrivere mettendoci del proprio… VOTO: 9
- SOPRA – Gazzelle
E’ uno di quei brani che si attendeva da un po’ di tempo con non poca frenesia convinti che potesse, in qualche modo, segnare il percorso dell’indie-pop italiano dopo le forti scosse date, negli ultimi tempi, da Coez, Thegiornalisti e Calcutta. In effetti Gazzelle ha tutti i mezzi per riuscire a compiere tale impresa malgrado il brano non riesca ad affermarsi fino in fondo forse proprio a causa di un inciso non esattamente in linea con la creazione del brano che ci si aspetterebbe. Rimane, comunque, un brano assolutamente godibile e altamente trascinante in un ritornello fin troppo radiofonico e mainstream per essere definito “indie” ai giorni d’oggi. Ma a noi piace così. VOTO: 7+
- LE TASCHE PIENE DI SASSI – Giorgia
Facciamo una premessa: respingo con tutte le mie forze l’idea della scelta di questa cover per tutta una serie di motivi che vanno dal fatto che il brano è fin troppo recente per poter essere considerato un grande classico della musica degno da essere re-interpretato fino alla certezza che rielaborarlo con il medesimo produttore che l’ha originalmente creato è alquanto pericoloso dato che se ci fosse stato un modo migliore di renderlo adottato alla prima occasione. Malgrado ciò Giorgia sceglie Jovanotti per aprire un disco di cover dove si spera possano trovar spazio brani un po’ più adatti alla vocalità romana che qui interpreta in punta di piedi un brano intensissimo e che, privato delle caratteristiche del suo autore e interprete originale, suona in modo del tutto diverso. A salvare in calcio d’angolo il tutto è, però, la vocalità e l’intensità messe in campo dalla Todrani che non scopriamo di certo oggi. Viene, però, da chiedersi come le radio possano accogliere un brano così “piatto” nel suo sviluppo malgrado la ritmica inserita nella seconda metà (che non fa che peggiorarne l’effetto non rendendo il tutto nè carne nè pesce). VOTO: 7
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Ilario Luisetto
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