venerdì 22 Novembre 2024

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Peligro: esperienze e frammenti di vita in “Sorrisi altrove” – RECENSIONE

Disponibile dal 5 ottobre il nuovo singolo del rapper milanese, scatti di una semplice quotidianità

Peligro Sorrisi altroveScatti di una semplice quotidianità, così avevamo descritto “Mietta sono io”, l’ultimo album di Peligro, artista che rappresenta l’anello di congiunzione tra la tradizione old school e l’innovazione del nuovo scenario rap italiano. Sorrisi altrove è il titolo del suo ultimo singolo, disponibile in digital download e sulle principali piattaforme streaming a partire da venerdì 5 ottobre. Scritto dallo stesso Andrea Mietta su musica di Marco Zangirolami, il brano racconta il vissuto, scandisce il tempo che passa attraverso terminologie ispirate dal nostro quotidiano. Passato, presente e futuro si fondono in un unico pentagramma, dando vita all’idea di ciò che vorremmo essere perché, in fondo, “la canzone preferita è sempre quella da scrivere ancora”.

Ci sono l’infanzia, la scuola, la periferia, la gavetta e persino la panchina del parco, luoghi scolpiti nella memoria e immagini nitide che s’intrecciano in un susseguirsi di parole cariche di sentimento. Questa è la forza di Peligro, trasmettere messaggi semplici e importanti che esulano dai classici canoni dell’estetica hip hop, parlando di cose semplici e argomenti comuni a tante persone con un linguaggio tendenzialmente pop. “Sorrisi altrove”, dunque, sposa una poetica essenziale per raccontare esperienze e frammenti di vita che ci portano a comprendere chi “siamo, qualunque cosa siamo”.

Sorrisi altrove | Video

Sorrisi altrove | Testo

A questi kilometri manca solo la parola
come anche a quei binari all’asfalto
sotto ‘sta suola
pendolare della vita
come quando andavo a scuola
la canzone preferita
è sempre quella da scrivere ancora
non è cambiato più di tanto
anche se tutto cambia tutti i giorni
mi rivedo su quel banco
a dare tutto per un palco
con il cuore nello stesso parco
ma quella panchina ora
è occupata da qualcun altro
e a dispetto delle occhiate sorrido
perché senza ciò che me le ha procurate non vivo
metti poi che il sentiero l’ho intrapreso contigo
ed è come trasformare un demonio in un barboncino
certi giorni le notti sono come una miniera
più scavi più trovi ricchezza dove non c’era
quindi fuggo dalla mente se si veste da galera
ed è quando mi perdo che pianto la mia bandiera

La forza che ci muove
indossa facce nuove
tu vieni via con me
mi trovo non so dove
cerco sorrisi altrove
tu vieni via con me
via con me

Se oggi sono ciò che sono
lo devo a chi mi ha cresciuto primo
all’affetto e alla pazzia
di un fratello argentino
all’amore di chi mi sta accanto
pure in ‘sto casino
e alla fiducia di quei pazzi
che mi stanno vicino
tanto scappare è facile
come puntare il dito
e si punta il dito verso ciò
che non mi è mai capito
ma senza la curiosità l’uomo è una bestia
ringhia e si detesta,
si arrampica e calpesta
ed io, io so scrivere, nient’altro ma intanto
se lo scrivo forse porto dietro qualcun altro
che insieme poi si arriva un po’ più in alto
ma soli ovunque arrivi
sei da solo e nient’altro
quindi dammi l’amore
perché oggi te lo chiedo
magari se cominci
ti porti gli altri pazzi dietro
serve coraggio, mi spiego?
per essere indifeso
ma mai coraggio fu meglio speso

La forza che ci muove
indossa facce nuove
tu vieni via con me
ti trovo non so dove
cerco sorrisi altrove
tu vieni via con me
via con me

Siamo, qualunque cosa siamo
prendiamoci per mano,
allunga la tua mano
siamo, qualunque cosa siamo
prendiamoci per mano
ti porterò lontano, lontano

Mi trovo non so dove
cerco sorrisi altrove
tu vieni via con me
via con me

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.