Da venerdì 19 ottobre disponibile il nuovo singolo del giovane artista milanese, scritto da Mogol
Gradito ritorno per Marco Rotelli, artista classe ’92 che per l’occasione ha messo da parte la sua innata vena cantautorale per indossare la veste di interprete, dimostrando grande versatilità oltre che un’apprezzabile maturità nel saper fare un passo indietro. Ebbene sì, ci vuole parecchia modestia nell’accantonare i tanti brani riposti nel cassetto anche quando l’inedito in questione è composto dal signor Giulio Rapetti, in arte Mogol, su musica del figlio Francesco. Diciamocelo, avere tra le mani un pezzo firmato dal paroliere più prolifico della storia della musica leggera italiana rappresenta il sogno di qualsiasi cantante ma, al tempo stesso, è anche vero che l’umiltà resta una dote molto rara da ritrovare nei ragazzi di oggi.
Si intitola “Dinosauro” il pezzo che, di fatto, ci restituisce la penna di uno dei poeti musicali più ispirati di sempre. Sminuire un testo così importante senza nemmeno prendersi la briga di andarselo a leggere, magari non comprendendo nemmeno i termini realmente utilizzati, è un po’ come passare accanto al Duomo di Milano e mettersi a fissare soltanto le vetrine della Rinascente. Le parole di Mogol sono guglie gotiche che svetteranno nei cieli per i secoli a venire, compresi i versi apparentemente più leggeri o quelli poco comprensibili di primo acchito che, puntualmente, si rivelano geniali già dal secondo ascolto, come accade per esempio con la frase “un asino che a nuoto vuole attraversare con ottimismo il mare”. L’esperto autore milanese, da sempre, incarna l’espressione perfetta della sintesi: la sua arte sta nel far comprendere anche i concetti più complessi attraverso un linguaggio semplice e diretto che arriva a tutti, dal docente universitario al carpentiere, perché ad utilizzare tante parole sono bravi tutti, mentre a centellinare i vocaboli in maniera profonda ed essenziale sono davvero capaci in pochi.
Il risultato? Un brano trascinante e senza tempo, perché Mogol scrive per tutte le età, anche per un ragazzo di ventisei anni abile a reggere il peso di un testo significativo e che rievoca suggestioni di battistiana memoria, sempre attuali e commuoventi. Un plauso a Marco Rotelli che, tra le righe della canzone, ammette di non aver imparato a distinguere le colpe dai suoi guai, ma di sentirsi ancora vivo, pronto a difendere con i denti i propri valori e sentimenti, portando avanti la bandiera di chi si professa profondamente rinato, “ferito sulla strada e per di più perdente” ma, contrariamente a quanto accaduto ai mastodontici rettili vissuti nell’era giurassica, fiero di non essersi estinto.
Dinosauro | Video
Dinosauro | Testo
Dinosauro io no
sopravvivo però
guardo il mondo che va
verso l’abisso scivola giù
hai deciso per me
per non piangere più
questo è solo però
la tua versione
se è giusto o no
io non lo so, giuro
Io sono stato a scuola
ma non ho imparato sai
a distinguere le colpe
dai miei guai, mai
So so sono ancora vivo
il pianto me lo bevo
mi tuffo dentro a un rovo
e poi mi dico bravo
mi faccio i complimenti
perché i miei sentimenti
li difendo con i denti
fin quando sono veri
e poi li uccido io
soffrendo tanto anch’io
Dinosauro io no
son diverso però
credo ancora
in qualcuno che
può offrire di più
di quello che ha
in una gara d’amore
Così si cresce e cresce
il sentimento dentro noi
un bene forte che
non muore mai, mai
So so sono ancora vivo
il pianto me lo bevo
mi tuffo dentro a un rovo
e poi mi divo bravo
mi faccio i complimenti
perché i miei sentimenti
li difendo con i denti
fin quando sono veri
Dichiaro fallimento
la colpa non è tua
se tu non sei più mia
sono un uomo
da buttare via
da scordare ormai
un ricordo evanescente
quasi niente
Ma sono ancora vivo
malgrado l’incidente
ferito sulla strada
e per di più perdente
qualcuno da scordare
un dentifricio vuoto
un asino che a nuoto
vuole attraversare
con ottimismo il mare
tornandoti ad amare
tornandoti ad amare
tornandoti ad amare
Nico Donvito
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