domenica 24 Novembre 2024

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Michael Bublé, talento internazionale per un cuore italiano

A tu per tu con il crooner canadese, in occasione dell’uscita del suo nuovo album intitolato “Love”

Michael BubléTorna a casa Michael Bublé: l’Italia per lui è da considerarsi un po’ la sua “Home”, per citare il titolo di una delle sue hit di maggior successo. Oltre 60 milioni di dischi venduti nel mondo, duetti con alcuni degli artisti più conosciuti a livello internazionale (tra cui la nostra Laura Pausini) e un incredibile talento nel mantenere vive alcune delle più belle canzoni senza tempo, rispolverate e rese eterne grazie alla sua incredibile voce. Ci sono interpreti stranieri che hanno un legame molto profondo con il nostro Paese e che, di conseguenza, non possiamo esimerci dal trattare, anche se non hanno a che fare direttamente con la musica leggera italiana. Tra questi c’è il celebre crooner canadese, che abbiamo incontrato in occasione del lancio del suo ottavo album in studio “Love”, rappresentato dall’emoticon a forma di cuore.

«Potrà sembrare un luogo comune – spiega l’artista canadese – ma non sono stato io a selezionare le canzoni da inserire nel disco, sono state loro a scegliere me. L’idea iniziale era quella di raccogliere una serie di brani che potessero rappresentare dei brevi racconti per esporre la mia teoria sull’amore. C’è un filo conduttore che lega tutto l’album, ogni traccia è consequenziale all’altra e, messe assieme, descrivono ampiamente tutte le sfaccettature di questo nobile sentimento». 

L’amore inteso in senso universale, questa è la tematica centrale dell’intero lavoro, che contiene cover di alcuni classici della tradizione americana come “When I fall in love”, “My funny Valentine” e “When you’re smiling”, più i due inediti “Love you anymore” e “Forever now”. Prodotto da David Foster, il disco rappresenta la vera essenza di Michael Bublé, un artista unico nel suo genere che porta avanti la grande musica del passato, una passione trasmessagli da nonno Demetrio originario della provincia di Treviso.

L’affetto dell’Italia non gli è mancato nemmeno nei momenti personali più difficili, a tal proposito ha voluto rettificare quanto pubblicato dal Daily Mail qualche settimana fa, a proposito di un suo imminente ritiro dalle scene: «Come sapete due anni fa è stato diagnosticato un tumore a mio figlio, in quel frangente ho rilasciato delle dichiarazioni per spiegare la scelta di abbandonare momentaneamente il lavoro per stare vicino alla mia famiglia. Questo tabloid ha preso queste parole e le ha decontestualizzate per vendere qualche copia in più. Essendo un personaggio pubblico mi rendo conto che queste cose fanno parte del gioco, ma è stata una delusione, non ho mai detto di volermi fermare, la verità è che amo la mia vita, il mio lavoro, la musica e non ho alcuna intenzione di andarmene (sorride, ndr)».

«Tutti noi passiamo brutti periodi – prosegue Bublé – ma ne usciamo con una visione diversa del mondo. Più volte mi sono chiesto che senso abbia tutto questo, la risposta che mi sono sempre dato è racchiusa nell’amore, una parola che può significare tante cose, non solo un rapporto romantico, e che si accompagna ad altri diversi sentimenti come il desiderio, la mancanza, la speranza, la solitudine e la tristezza. Nel mio caso specifico, lavorare a questo album è stato terapeutico, il risultato è la mia essenza perché ho voluto fare la musica che amo, con le persone che amo, per le persone che amo. Per la prima volta in vita mia posso affermare, in totale onestà, di non essere interessato alle vendite e alle posizioni in classifica, non sono sui social network e non mi importano i like o i commenti, so solo che nel momento più buio della mia vita ho promesso a me stesso e alla mia famiglia di essere sempre sincero e trasparente».

Parole toccanti e importanti cariche di positività, che potranno servire per dare forza a tutti coloro che affrontano un momento di dolore: «Guardo il mondo con gli occhi dei miei figli e cerco di mantenere integro il mio stupore – conclude l’artista – mi sento un ragazzino in un corpo di un quarantatreenne (ride, ndr). Con questo nuovo approccio, ho finalmente la consapevolezza di essere un artista, prendendo le decisioni personali e lavorative con grande serenità. Ho una grande passione per il repertorio americano e per i crooner, guardandomi attorno mi rendo conto che non sono molti gli artisti che cercano di tenere in vita tutto questo grande patrimonio, per me è un sogno poter portare avanti la storia musicale di Frank Sinatra o Tony Bennet, penso che questa sia la mia missione o perlomeno il mio principale obiettivo».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.