venerdì 22 Novembre 2024

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Romina Falconi sviscera la dipendenza affettiva tra humor e introspezione – RECENSIONE

Dal 7 gennaio disponibile il nuovo singolo della cantautrice romana, intitolato “Vuoi l’amante”

A tre mesi di distanza dal lancio di Le 5 fasi del dolore, per Romina Falconi è giunto il momento di lanciare un nuovo estratto dal suo album in uscita a marzo. Si intitola “Vuoi l’amante?” il brano scelto per proseguire il discorso cantanterapeutico intrapreso dall’artista, un pezzo prodotto da Francesco “Katoo” Catitti che sviscera il tema della dipendenza affettiva, aggiungendo un nuovo tassello al suo prossimo mosaico discografico. L’amore non corrisposto, quello cantato e ricantato per interi decenni, che questa volta viene analizzato e affrontato in maniera diversa, con quel pizzico di lucida follia che ci permette di razionalizzare un rapporto sbagliato e una passione controversa solo quando si è conclusa.

«Questo è uno dei temi più delicati che abbia mai affrontato – racconta la cantautrice romana – mi sono sentita l’amante del mio stesso fidanzato, un’ospite nella mia stessa casa. Il problema non è innamorarsi di una persona impegnata sentimentalmente o libera; il problema è innamorarsi di una persona che non è libera di amare, di una passione triste. Forse perché, in fondo, credi di meritarti solo quello. Almeno una volta nella vita, la nostra crocerossina interiore prende il controllo e allora, anziché lasciare andare chi ci rifiuta, ci facciamo i codini, ci mettiamo un procione sulla spalla e lo inseguiamo perché, poverino, ha bisogno di qualcuno che gli insegni ad amare. Ridendo e scherzando descrivo un’ombra molto comune e, ancora una volta, ho deciso di farlo nel mio modo grottesco. Perché non importa quello che ci hanno insegnato le favole o l’adattamento italiano di Candy Candy. Quel procione non è un gatto, ma un c***o di procione. E quello non si chiama amore, ma dipendenza affettiva».

Arguta e irriverente, Romina Falconi ha trovato la giusta chiave per raccontare situazioni comuni con sarcasmo e un pizzico di cinismo, con fare pragmatico e a tratti naif. Nel testo la figura dell’amante viene utilizzata per esorcizzare quelle che, alla fine, sono le nostre paure, dal timore di restare da soli (“è me che lui ama, sta con quella iena, non la lascia per ora, a lui cosa frega se muoio gattara?”) al terrore di non farcela, fino ad arrendersi alle classiche domande esistenziali (“perché non mi ami come ti amo io?”). Un concetto espresso attraverso una capacità narrativa tagliente, più vicina al cantautorato d’autore che al pop, genere al quale strizza l’occhio l’innovativo sound estremamente personale e contemporaneo. In sintesi, “Vuoi l’amante” insegna come anche il momento più atroce e drammatico della nostra vita può essere affrontato con una buona dose di humor e con un po’ di sana autoironia, senza mai prendersi troppo sul serio.

Vuoi l’amante | Video

Vuoi l’amante | Testo

Non lo chiamo di sera, è una regola chiara
ma che me ne frega, è me che lui ama
sta con quella iena, non la lascia per ora
a lui cosa frega se muoio gattara?
Zero di zero mi ha mai regalato
tranne una cosa: l’undicesimo dito
se hai il cuore buono puoi buttare il fegato
le mie amiche lo odiano e non lo conoscono

Che scema, lontana da lui sono debole
cretina, per ogni ceretta inutile

Mi dicevi sei speciale
ma poi vuoi quella normale
e meno male che era amore
ora sono da buttare
vuoi l’amante, senti bene,
vuoi l’amante? Io non la so fare

Un filo di trucco, un metro di tacco,
un litro di Tavor, così passa tutto
e non ti ricorderò ma neanche un goccio
mi piace ripeterlo ma poi non lo faccio
perché non mi ami come ti amo io?
Vuoi prenderti tutto ma non sei mai mio
che scema dicevo: “lui qualcosa di buono avrà,
mi ama ma non lo sa…”
e altre banalità

Che scema, a casa non mi aspetta nessuno
cretina! ogni tormento per lui è inopportuno

Mi dicevi sei speciale
ma poi vuoi quella normale
e meno male che era amore
ora sono da buttare
vuoi l’amante, senti bene,
vuoi l’amante? Io non la so fare

Per ogni Natale da sola, ah ah
troppo grande il mio letto la sera, ah ah ah
non hai mai amato nessuna
come ami me, me l’hai detto già
non hai mai amato così di merda…

Mi dicevi sei speciale
ma poi vuoi quella normale
e meno male che era amore
ora sono da buttare
vuoi l’amante, senti bene,
vuoi l’amante? Io non la so fare

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.