Anche la denuncia ha un tempo massimo per poter raccontare la realtà
Partiamo dai fatti: domenica 6 gennaio a Non è l’Arena, il talk show di Massimo Giletti su La7, s’è celebrato l’ottantunesimo compleanno di Adriano Celentano. Arriviamo ai protagonisti: Mara Maionchi e Red Ronnie, due signori che, in modi diversi, hanno ampiamente contribuito allo scenario discografico italiano. Se la prima ha scoperto colossi della musica come Gianna Nannini e Tiziano Ferro, il secondo ha ampiamente contribuito a portare alla ribalta nuove leve discografici.
Poniamo ora la questione: Giletti, riferendosi ai grandi artisti del passato come Gaber, Fo, Iannacci, De Andrè, interroga Red Ronnie dicendo “oggi capisci che tutto il resto che guardi ti svilisce”. Puntuale è arrivata la risposta del noto conduttore che ha sentenziato “E’ colpa di Mara Maionchi e dei suoi talent” per poi continuare rivolgendosi direttamente all’ex discografica “sfornate dei ragazzini bellini che cantano delle canzoni di altri e i cantautori li fate tutti fuori”. Iconica è stata la risposta della Maionchi che ha detto: “non dire così perchè vuol dire che sei rimasto indietro di qualche puntata”.
Passiamo, quindi, ai dati oggettivi: è vero che i talent show escludono i cantautori? Purtroppo per Red Ronnie no. Basta vedere i vincitori delle ultime edizioni dei talent show italiani: Irama (Amici 17), Riki (Amici 16), The Kolors (Amici 14) Anastasio (X-Factor 12), Soul System (X-Factor 10), Giò Sada (X-Factor 9), Lorenzo Fragola (X-Factor 8). Sono tutti cantautori se con tale termine s’intende colui il quale scrive da sè le proprie canzoni. Ed il cerchio si allarga se contempliamo anche quegli artisti che, pur non vittoriosi, hanno avuto una possibilità discografica dopo il talent show: Enrico Nigiotti (X-Factor 11), i Maneskin (X-Factor 11), Lele (Amici 15), Briga (Amici 14)…
Guardiamo, però, anche il rovescio della medaglia… qual è l’ultimo interprete che ricordate aver avuto successo dopo essere uscito da un talent show? Ad Amici la specie è da anni in via d’estinzione: dopo aver sfornato Annalisa (e nei primi anni non è stata un successo così esorbitante come furono Alessandra Amoroso ed Emma) il talent di Maria c’ha riprovato con Deborah Iurato ed Elodie che, va detto, non sono ancora riuscite davvero ad imporsi nel mercato. Ad X-Factor ancora peggio: non si vede un vero interprete ormai da millenni e l’ultima vera gemma in questo senso è stata forse Chiara Galiazzo nel 2012.
E’ forse il caso di dire che i talent show negli ultimi anni sbattono fuori i cantautori? Credo che Red Ronnie abbia questa volta perso l’ago della bussola restando fossilizzato su quella che era la dinamica discografica di 10 anni fa. Oggi le etichette discografiche non solo ricercano i cantanti nei talent ma pretendono anche che siano cantautori per risparmiare nell’ingaggio degli autori e nel pagamento delle edizioni.
Maionchi 1 – Red Ronnie 0.
Veniamo al punto numero 2: Red Ronnie ha continuato il proprio monologo dicendo “noi abbiamo fatto cambiare mestiere ai futuri Celentano, De Andrè, Vasco Rossi, Jovanotti, Lucio Dalla… perchè non hanno spazi”. La Maionchi l’ha interrotto ricordando che questi artisti “sono il meglio del meglio che abbiamo avuto dal dopoguerra in avanti. Forse non ci sono più gli artisti di una volta, forse il modo di comunicare è diverso”.
Indubbiamente ciò che ha sottolineato Red Ronnie è una verità indiscutibile ma c’è da chiedersi se la colpa sia esattamente dei talent show come da lui sostenuto. Per farlo ho interrogato le classifiche di vendita FIMI di due diverse annate: il 2010 ed il 2018. Nel 2010, quando il numero di dischi venduti era decisamente più alto di quello attuale, nelle prime 20 posizioni della classifica finale degli album più venduti durante tutto il corso dell’anno c’erano ben 6 dischi di giovani voci provenienti dai talent show italiani. Nel 2018 sono stati 5 di cui 3 sono di voci con ormai 10 anni di carriera alle spalle (Marco Mengoni, Alessandra Amoroso ed Emma) e che difficilmente si possono ancora considerare “prodotti da talent”. La differenza mi appare sostanziale. Non viviamo più nell’epoca dei talent show che è stata ampiamente superata.
I 10 artisti più venduti dell’anno sono stati: Sfera Ebbasta, Irama, Laura Pausini, Salmo, Maneskin, Capo Plaza, Ultimo, Benji & Fede, Gemitaiz, Jovanotti. Solo 2 sono prodotti dai talent show nell’ultima annata e soltanto altri 2 sono prodotti dalla discografia tradizionalmente intesa. Gli altri 6 sono i volti del web, della musica giovane ed incontrollata che nasce su Spotify e YouTube grazie ad un computer e senza uno strumento. Sono davvero i talent a rovinare la musica? Ho dei dubbi. Forse lo hanno fatto (con il grande ausilio delle etichette discografiche, dei loro manager e dirigenti) ma oggi non ne sono più i maggiori responsabili. Forse, ha ragione Mara “il modo di comunicare è cambiato”.
Maionchi 2 – Red Ronnie 0.
Per quanto io stimi ed apprezzi il lavoro svolto da Red Ronnie a favore dei giovani e del talento occorre anche dire ed essere consapevoli che i tempi cambiano, che non si può continuare a fare polemica su di un qualcosa che è ormai superato: si rischia la demagogia. La musica è cambiata rispetto a ieri: oggi un De Andrè non sfonderebbe più ma non lo farebbe più nemmeno una Alessandra Amoroso, a farlo c’è Sfera Ebbasta che con i talent scout non c’entra nulla ma nemmeno con la TV ed i talent.
Ilario Luisetto
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