Un’estate quella del 2016 dalle multi-facce: manca il vero tormentone della stagione, quello che inizia a spopolare già ad inizio giugno e rimane in cima alle classifiche senza sosta fino al ritorno a scuola o poco prima. Se l’hanno scorso c’era Roma-Bangkok della coppia Baby K-Giusy Ferreri a detenere questo titolo (la canzone è ancora in top100 FIMI dopo più di un anno ed ha collezionato già 8 dischi di platino digitale!) in questa calda estate del 2016 le classifiche non sembrano altrettanto calde: ci sono tanti piccoli successi ma nessun vero successone e forse da un lato è meglio così. Ma andiamo a vedere in una rosa di 60 hit quali sono quelle promosse, rimandate e bocciate analizzandole per categorie:I CERCATORI D’ORO:
Non è facile trovare una pepita d’oro ma per riuscire nell’ardua impresa occorre perlomeno provarci essendo tuttavia consapevoli dell’alto rischio di poter restare a bocca asciutta e forse per questo sono in pochi a tentare di costruire volutamente un tormentone su misura per se stessi. Partire con la volontà di creare la canzone dell’estate è di certo un obiettivo lodevole ma che, in alcuni casi, fa risultare il tutto come un’eccessiva forzatura agli occhi, o meglio agli orecchi, degli ascoltatori. A tentare questa strada ci sono stati in quest’estate:
- J-Ax e Fedez con Vorrei ma non posto che, nonostante risulti un brano estremamente costruito per l’occasione e odiosamente confezionato per scalare le classifiche, si è dimostrato in grado di svolgere questo compito.Costruiti per convincere. VOTO: 7.++
- Malika Ayane che lo scorso anno spopolò con “Senza fare sul serio” dimostrandosi ancora una volta una vera regina delle classifiche con l’eleganza e la particolarità che la contraddistingue. Questa volta ci riprova con l’altrettanto furba e adatta alla stagione estiva Blu che rimane ben al di sotto dei risultati di vendita precedenti ma non esattamente per demerito (chi l’ha mai sentita in radio o in televisione me lo faccia sapere). Maestra della ricetta. VOTO: 7.5
- Fabio Rovazzi è la scoperta dell’estate 2016 ma sinceramente, perlomeno musicalmente, ne avremmo fatto volentieri a meno. Davvero imbarazzante come la sua Andiamo a comandare si stia rivelando il vero tormentone della stagione ma poi l’odio profondo mi scende quando lui chiede scusa per il suo successo ai veri cantanti: esattamente ciò che lui non è e mi auguro tanto non vorrà mai essere. Tuttavia in quello che una volta si chiamava “happy hour” funziona, e parecchio anche. Chi è? VOTO: 5+
- sua maestà Max Gazzè che con Ti sembra normale dimostra ancora una volta la sua assoluta superiorità rispetto a molti degli artisti in circolazione. Stravince la sfida delle classifiche e delle radio pur non essendo un teen-idol e non mettendo in mostra muscoli o seni semi scoperti nel videoclip. Canta e scrive da cantautore qual è e sbatte in faccia la realtà a chi tanto critica la musica italiana dei nostri giorni: non è affatto vero che non c’è spazio per la musica che non proviene dalla TV o che è qualitativamente imbarazzante. Lui ne è la prova ancora una volta. VOTO: 7.5
I DANZERECCI:
Si sa, d’estate si balla e i videoclip musicali pullulano di ballerini intenti a realizzare le più diverse coreografie magari con l’obiettivo di unire alla canzone quelle due o tre mosse che un buon tormentone estivo porta sempre con sé (Rovazzi insegna in questo caso). Questo 2016, poi, è particolarmente ricco di ballerini nei clip e la scuola di Amici ne sa qualcosa… Scopriamo quali sono le hit della categoria:
- Vivere a colori di Alessandra Amoroso primeggia per l’uso del ballo nel videoclip e la canzone, pur non essendo il brano del secolo, porta con sé alcuni importanti vantaggi: una firma importante (Elisa), un ritornello canticchiabile grazie alle poche parole, una bella voce e un messaggio positivo. La salentina è rinata ed è rinata felice. A me me piace. Convince tutti senza strafare. VOTO: 8/9
- Parli del diavolo e spuntano le corna: Elisa regala agli altri ma pensa anche a se stessa e con Love me forever torna al primo amore (l’inglese) e alla giovinezza (la canzone è stata scritta dalla friulana quando aveva 14 anni). Fanciullesca, semplice e scanzonata con quel battito di mani in sottofondo si rivela quanto più estiva la sua interprete possa essere. La Toffoli si salva dall’alto della sua bravura ma di certo non è quanto di meglio abbia scritto e le classifiche sembrano essersene accorte dopo il successone di “No hero”: scelta azzardata quanto obbligata quella di scegliere questo come singolo. Si salva perché è Elisa. VOTO: 8=
- la star internazionale di Laura Pausini i dischi li registra soltanto a Miami ma, per il resto, sono sempre profondamente italiani. Innamorata è scritta dal collega Lorenzo Jovanotti e già questo dovrebbe bastare peccato che questo brano è figlio dell’ultimo Lorenzo (quello tutto in balia dei suoni elettronici e del ritmo quasi latino) e non di certo di quello romantico, tremendamente pop (come la Pausini stessa d’altronde) e poetico degli anni di “A te”. Canzone dal messaggio non banale e anche ben scritta tutto sommato ma totalmente inadatta a Laura che non è Jovanotti per caratteristiche vocali e musicali. Fuori contesto. VOTO: 6++
- ritorno ad una musicalità più sostenuta per Alessio Bernabei che tuttavia conDue giganti continua a conservare in parte quella sua strana nuova raffinatezza che difficilmente gli si era vista prima di questo ultimo progetto discografico. La forza del pezzo è sicuramente il ritornello dove le mosse di ballo ci starebbero tutte. Le strofe a momenti sono quasi fastidiose musicalmente per come sono arrangiate con dei synth che rievocano quasi suoni orientali. Il video aiuta parecchio a fare estate. VOTO: 7.5
- e se balla persino Sergio Sylvestre per le strade allora lo possono fare davvero tutti. Ashes fortunatamente lo fa uscire in fretta da quella veste così troppo “Adelosa” che gli era stata attaccata addosso con “Big Boy”. Il gigante buono è molto diverso dalla diva di “Hello” e volerlo far assomigliare a tutti i costi sarebbe un errore imperdonabile. Così è molto meglio. VOTO: 7/8
GLI ELETTRONICI:
Che l’elettronica sia il marchio di fabbrica della maggior parte delle produzioni degli ultimi mesi è oramai un dato di fatto e sinceramente la cosa mi sta stancando parecchio. Non tutti sono in grado di realizzare cose interessanti con l’uso dell’elettronica, non tutte le voci si sposano bene a determinati suoni e soprattutto trovo abbastanza triste che non appena qualcuno o qualcosa abbia successo tutto il resto del mondo copi la sua musica, il suo modo di scrivere o d’interpretare sperando di replicare anche i risultati. Un po’ di sincerità, please. Tuttavia ecco quali sono le hit dell’estate che hanno seguito questi passi:
- una che l’electropop lo sa fare sul serio è sicuramente Francesca Michielin che con Un cuore in due dimostra ancora una volta di essere in un periodo d’oro e di aver trovato una propria dimensione artistica scrivendo gran parte dei suoi pezzi, sperimentando suoni e non sbagliando un colpo nella scelta dei singoli radiofonici. La mano di Michele Canova Iorfida (produttore che su questa scia oltre a lei produce anche Jovanotti, Mengoni, Ferreri e Renga) alla produzione si sente eccome ma lei ha una sua personalità che la salva dalla mischia. Con personalità, talento e leggerezza. VOTO: 8
- Il pagante sfrutta l’evento degli europei di calcio per sfoderare sul mercato l’asso di Bomber. Ora, musicalmente non sarebbe nemmeno tanto male, anzi, ma vocalmente e a livello di produzione si cade nella desolazione più profonda. Elettronica estremizzata e che fa storcere non solo il naso quando si ascolta una voce (già poco apprezzabile di suo per le capacità) del tutto modificata e resa “sintetica” da una macchina. Canta un computer. VOTO: 4
- appare decisamente come una scommessa Giordana Angi che torna sulle scene discografiche, dopo qualche anno dall’esordio al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte, con Chiusa con te (XXX). Scommessa per tutta una serie di motivi ma soprattutto due: primo, è prodotta da Tiziano Ferro (si sa, al cantautore di Latina ogni tanto piace uscire dal suo territorio musicale); secondo, la casa discografica è quella Sugar di Caterina Caselli che non è di certo cosa di poco conto e soprattutto dovrebbe permetterle di mettere un’importante ipoteca sul suo futuro. Per quanto riguarda la canzone è un’altra estremizzazione dell’elettronica (piacevole in questo caso) ma pecca nella scrittura del testo, piuttosto sempliciotto. Può crescere. VOTO: 6++
- è un Nek rinato quello che ritorna con un brano fresco ed energico come Uno di questi giorni proseguendo la strada dell’elettronica di cui è stato uno dei riscopritori (ricordate “Fatti avanti amore” presentata al Festival di Sanremo nel 2015? Questo non può che esserne il seguito). Fa meglio di quanto fatto in passato (e la canzone sanremese è inclusa in questo passato) ma non spacca in classifica non si sa per quale assurdo motiva. L’energia però è quella giusta.VOTO: 8++
- Emma ha incentrato gran parte del suo ultimo progetto sulle sonorità elettroniche (pur tenendo in disparte qualche asso più tradizionalmente pop da calare in caso di necessità) e visto il buon riscontro di “Io di te non ho paura” che su quei suoni poggiava ci riprova con Il paradiso non esiste non discostandosi poi di molto musicalmente. Rispetto al precedente singolo manca un testo altrettanto profondo ma l’abilità conseguita dalla salentina nella produzione (che si sente tutta nel bridge prima dell’ultimo ritornello) le consente di trasformare un brano mediocre come questo in qualcosa di degno di una cantante con le sue pretese. Allieva capace. VOTO: 7/8
- cade e probabilmente si fa anche parecchio male Lorenzo Fragola che conLuce che entra compie un duplice errore: non risolleva le sorti di un secondo album non partito esattamente con il piede giusto malgrado la maggior qualità (già fuori dalla top100 settianale della FIMI senza nemmeno il disco d’oro e un singolo sanremese che ha venduto ¼ di quello dell’anno scorso) e non si riconferma uno dei protagonisti dell’estate (l’anno scorso dominò le classifiche con il doppio disco di platino di “#fuori c’è il sole”). A volte cercare la qualità con “presunzione” da meno frutti di un brano brutto e scanzonato. Non coinvolge. VOTO: 7.5
- s’insegue tanto questo benedetto electropop e poi non ci si accorge che chi lo sa fare davvero bene ci è proprio davanti agli occhi. Dolcenera tira fuori un altro dei brani del suo ultimo disco (“Le stelle non tremano”, vero gioiellino per gli amanti del genere) e con 100 mila watt si rivela fra le più adatte a questo mondo molto più stretta dell’immaginabile. Ci calza a pennello. VOTO: 7/8
- Annalisa si stravolge con Se avessi un cuore che suona quasi come una provocazione a chi da anni la definisce fredda o algida. Un elctropop con i contro c******i prodotto ineccepibilmente, scritto altrettanto bene e cantato divinamente e con un’assoluta precisione ma il pubblico non la ripaga come meriterebbe. Personalmente la vedo più una di quelle interpreti importanti da brani dall’ampio respiro pop che una “ricercatrice di tormentoni” ma è talmente brava che per me può fare qualsiasi cosa. Ma per il pubblico (suo compreso)?Forse non è la sua dimensione. VOTO: 7.5
- Prometto di sbagliare non è stato estratto come singolo dalla raccolta di successi di Giusy Ferreri ma avrebbe meritato di esserlo. Lei è, forse, una delle creatrici di questa mania dell’electropop e spero tanto non si metta in testa di essere anche colei che ce lo fa scordare (come accadde già più di una volta in passato con conseguenti risultati deludenti) perché questa è la sua dimensione. Canta come al solito con la sua particolarità un brano di Sir Casalino e la coppia non fallisce nemmeno stavolta. Un intrigante mix di pop ed electro. VOTO: 7/8
- si butta nel mucchio pure Arisa con Una notte ancora e da qui si dovrebbe capire all’istante di quanto la situazione sia precaria. Se quell’artista che con leggiadria, voce sottile e ancestrale cantava fino a poco fa brani come “La notte” o anche l’ultima (e inferiore) “Guardando il cielo” ora si mescola alla gentaglia che canta musica dance, elettronica e sensuale allora c’è qualcosa che non quadra. Il brano non è che sia un capolavoro (o perlomeno non lo è per lei) ed è soltanto la sua voce da angelo celeste a salvarla. Una bambola fuori posto. VOTO: 7.5
I GRAFFIANTI:
Le voci graffiate non ci mancano di certo in Italia e in quest’estate quelle in circolazione sembrano essersi messe tutte d’accordo nel proporre tinte più convinte e che, per certi versi, strizzano l’occhio al rock. Vediamo chi ha manifestato anche questa volta (o per la prima volta) questi colori vocali:
- è pressoché un nuovo esordio quello di Antonella Lo Coco che, dopo qualche anno di penombra in seguito alla ribalta ottenuta grazie ad X-Factor, torna a farsi sentire con Non ho più lacrime nuovo singolo scritto e prodotto da Fiorella Mannoia che le confeziona una ballata pop coi fiocchi dove c’è ben poco di particolare se non una voce graffiante fino al midollo. La canzone non è bello ma nemmeno poi così brutta, la voce è carina anche se non è quella di Whitney Houston ma la produzione lascia davvero a desiderare a partire dall’arrangiamento. La Mannoia stavolta ha esagerato: dopo aver superato discretamente la prova con la Bertè stavolta ha fallito con questa nuova voce almeno per quanto riguarda la produzione dove negli ultimi tempi sembra volersi essere accanita. VOTO: 7
- altra scommessa per il futuro è Marco Rotelli già sulle scene da qualche tempo e che ora si ripropone in una veste nuova con Ti proteggerò dove tira fuori un animo rock inedito rispetto al pop melodico al quale ci aveva abituato con il suo primo album. E’ giovane, ha un buon talento nella scrittura e nell’interpretazione grazie alla quale riesce sempre a calarsi nelle storie che racconta. Sempre sorprendente e tremendamente vero nel racconto. VOTO: 7.5
- voce graffiata per eccellenza è quella di Marco Carta che per questa prima parte d’estate propone un brano rock come Non so più amare che lo vede più deciso musicalmente dell’abituale pop a cui ci aveva abituato e al quale è ritornato con il nuovissimo singolo estratto (“Stelle”) che si contrappone per delicatezza e sensibilità. Lui c’è, la direzione stilistica pure manca una buona esposizione (musicale non televisiva) e una canzone adatta a farlo crescere sul serio: in poche parole basta sempre e solo Camba-Coro che lo rendono sempre troppo uguale a se stesso. La direzione è giusta, manca la canzone. VOTO: 8=
- ritorno sulle scene anche per Antonino Spadaccino che affidandosi ad Emma per la produzione entra inevitabilmente in un mondo musicale più attuale e decisamente meno soul di quanto la sua voce gli imporrebbe. Gira è la più concreta espressione di questa sua evoluzione verso la modernità. L’estate impone spensieratezza e lui la ritrova in questo brano dal ritornello facile (già era stata sperimentata una direzione del genere con brani come “Ritornerà” o “Libera quest’anima” dove, però, qualcosa funzionava meglio, non so cosa però…) ma la sua dimensione è un’altra che però non è quella adatta all’estate.VOTO: 7++
I MESSAGGERI:
Fortunatamente per noi (e da sbattere in faccia a chi dice che la musica commerciale oramai non lancia più alcun messaggio) c’è ancora chi con la musica mainstream sa dare un messaggio ben preciso e lontano dalla solita storiella d’amore strappalacrime che solitamente caratterizza gran parte dei brani che girano in radio negli ultimi anni con gran successo. Anche in quest’estate 2016 qualche artista ha preso sul serio la propria canzone e il proprio ruolo lanciando un messaggio ben preciso grazie ad un testo che non si è piegato alla crescente forza che la melodia sta assumendo nelle logiche di mercato. Vediamo quali sono gli artisti “messaggeri” di questa stagione:
- non possono non esserci Greta Manuzi, Simonetta Spiri, Verdiana Zangaro eRoberta Pompa che hanno spopolato per mesi con la loro L’amore meritaottenendo un ottimo riscontro di pubblico considerando la promozione che radio e TV hanno riservato loro. Ciò che è importante qui è l’unione di queste quattro voci (tutte provenienti da talent-show e per questo mi venissero a dire un’altra volta che format come “Amici” o “X-Factor” impongono l’omologazione della musica e degli artisti… semmai il responsabile è da cercare nella discografia) per cantare una denuncia forte verso la non accettazione dell’amore omosessuale che merita di essere vissuto con naturalezza perché sempre e soltanto di amore si tratta. Meglio insieme che sole. VOTO: 8-
- ricerca di un’entità superiore per Giovanni Caccamo in Non siamo soli dove unisce una storia d’amore velata ad una più esplicita sensazione di solitudine perenne nel corso della vita che si annulla nel momento in cui si scopre la presenza di un qualcuno più grande di tutti noi. Ragazzo dal grande talento autorale che esce allo scoperto ancora una volta anche nella composizione dove si assapora anche un piccolo assolo di strumenti a fiato. Vocalmente è deboluccio ma è un cantautore vecchio stile e per questo se lo può permettere. Caselli e Battiato non si sbagliavano. Buon autore. VOTO: 7+
- se di cantautori dobbiamo parlare impossibile non citare Pierdavide Carone che torna a farsi sentire un anno dopo il singolo “Il Filo” e ben 4 dall’ultimo album con Sole per sempre. Ascolti il brano e ti chiedi “e questo sarebbe cantautorato? dove è finito il Carone intimo e profondo di Nanì?” e invece la domanda è quella sbagliata. Brano canticchiabilissimo (e non è poco per un cantautore come lui) e dal testo per nulla banale (malgrado il titolo) se lo si interpreta dal verso giusto: sembrerebbe una stupidissima storia d’amore estiva ma potrebbe essere letta come il definitivo ritorno alla musica dello stesso Pierdavide dopo un periodo difficile trascorso lontano dalle scene. Ora è il momento di vivere per sempre con il sole. Bentornato mago delle parole. VOTO: 7.5
- Fabrizio Moro è uno di quegli artisti che bisognerebbe chiamare poeti e con Sono anni che ti aspetto non fa che confermarlo. Parla di paure, di vita reale, di stati d’animo umani che si provano tutti i giorni. Non ha una gran voce ma quel suo graffiato non fa che rendere ogni pezzo che canta più sincero, più profondo e incisivo. Stranamente più easy-commercial di tutte le sue ultime cose sembra quasi uno di quei brani troppo pop scritti da Moro e che puntualmente vengono affidati ad altri artisti e, invece, questa volta lo canta lui ed è un gran bel risultato. Che non sia un ritorno alle scene importanti dopo una volontaria lontananza. VOTO: 8=
- più che Idealista! questa Noemi non potrebbe che essere definita “intellettualista”. Che un’artista da montagne di dischi di platino (non solo potenziali visto che qualcuno se l’era pure preso) decida di intrappolarsi in un vicolo troppo stretto non è cosa da tutti ma lei è l’eccezione che conferma la regola e da un certo punto di vista è davvero lodevole. Firma di Ivano Fossati che la avvicina ulteriormente a quel mondo cantautorale che da qualche anno adocchia sempre più esplicitamente. Lei ci mette quella voce da brividi che quando sale e tira fuori il graffiato fa venire la pelle d’oca ma di certo la canzone non può essere quella dei dischi di platino. Complicata e povera di successo per scelta. VOTO: 7++
- quando si è ritenuti una leggenda della musica non lo si è mai per caso ma il difficile è sempre il confermarsi con il passare degli anni. Renato Zero ci riesce pure stavolta e con Rivoluzione finisce con il parlare di politica in modo esplicito e con il coraggio che solo un artista del suo calibro può avere. Testo ineccepibile che invoca alla responsabilità della classe politica, voce sempre sicura e interpretazione che non può che essere in “Renato style”. Renato è Renato. VOTO: 8=
I MINISTRI DEGLI ESTERI:
L’erba del vicino è sempre più verde di quella di casa propria si sa ed ecco che in un attimo c’è chi allunga il collo per copiarne i segreti. Non sempre copiare, però, da gli stessi risultati soprattutto quando si opera in un Paese come l’Italia forte di una precisa tradizione musicale di stampo melodico grazie ad una storia non di certo di ultima nascita. Tra chi guarda palesemente ad oltre i confini nazionali c’è:
- Paco Wurz che si fa conoscere in veste di dj affiancando Chiara che intona Follow the summer un brano tipicamente con atmosfere club dove le sue doti vocali vengono forse represse eccessivamente per far emergere la melodia così fuori dai nostri schemi più classici. Difficile funzioni in Italia. VOTO: 4.5
- Un folk intelligentemente moderato con un pop-rock più tipico nella nostra tradizione è quello proposto dai La Rua con Il sabato fa così che risulta essere decisamente trascinante nei cori del ritornello che chiunque è portato a canticchiare. Una delle novità più interessanti di quest’annata musicalmente parlando. A mancare è soltanto un testo più maturo. VOTO: 7=
- Benji e Fede non sono di certo due sprovveduti e l’intuizione di cantare un brano in spagnolo come Eres mia proprio nella stagione estiva quando, da qualche anno a questa parte, dominano i suoni latini nelle nostre classifiche è un’ottima idea commerciale. Musicalmente non si smuovono poi molto dai loro territori adolescenziali se non per una leggera crescita data forse anche dalla collaborazione internazionale. Crescono restando bambini. VOTO: 6=
- Internazionalità più spiccata anche per Boomdabash che per questa Portami con te rinunciano anche al tipico utilizzo del dialetto salentino che solitamente inseriscono nelle loro rime. Questa volta per una storia d’amore senza confini spaziali sono utilizzati solo inglese e italiano in una melodia electropop che si fa ballabile su un ritornello canticchiabile. Sempre azzeccati senza fare grandi cose. VOTO: 6++
- propone un pezzo in inglese anche Lele ultima scoperta di Amici di Maria de Filippi che dopo il buon esordio con un brano intimo e profondo di significato come “La strada verso casa” tenta di farsi più contemporaneo con Through this noise che però rivela tutta la sua precocità nella scrittura, ancora molto acerba, e nella vocalità estremamente nasale e senza una precisa identità stilistica. Ci vuole qualcosa di più che il bel faccino ma può crescere. VOTO: 6++
- più o meno sulle stesse acque naviga Chiara Grispo che con Come on conferma quanto si era visto durante il serale di Amici 15: vocalmente è davvero limitata con la sua delicatezza e scarsa estensione e purtroppo quando si esce dal suo seminato tutto si fa estremamente fragile. Il pezzo non sarebbe nemmeno male ma l’arrangiamento così pop-rock non la valorizza di certo (non a caso lei lo aveva sempre proposto versione piano e voce) e quasi la fa scomparire sotterrata dalla melodia e dalle doppie voci. Troppo limitata. VOTO: 5
- eccentrico come pochi Madh sfodera un altro dei brani che solo lui potrebbe cantare rifacendosi a spunti esteri ben visibili e senza pari nel nostro panorama musicale. Powerlife vive della forza del suo interprete, ne è estremamente legata e assolutamente indivisibile e proprio questa è contemporaneamente il suo pregio ed il suo difetto: una certa riconoscibilità stilistica gli è innegabile ma chi potrebbe permettersi di canticchiare un brano così sotto la doccia? Davvero difficile possa essere assimilata da un largo pubblico. Per pochi. VOTO: 6++
GLI “ODIO L’ESTATE”:
Succede ogni estate e questa non è da meno: tra chi si lancia in balli trascinanti, ritornelli da tormentoni e melodie martellanti fatte da due accordi in croce c’è sempre chi sceglie di navigare controcorrente proponendo brani estremamente melodici, dolci, delicati ed intimi e che, probabilmente per questo, colpiscono l’attenzione puntualmente. Vediamo chi ha optato per questa via vedendo in quest’estate un momento di malinconia per il più intimo inverno:
- ballata pop con a sfondo l’amore per Irene Fornaciari che rimane sul classico con Questo tempo senza mettere dentro ritmi ammiccanti o testi martellanti. Si accontenta di un ritornello in crescendo riflettendo sulle cose importanti della vita lasciando da parte tutto ciò che risulta superfluo nella quotidianità. “Bisogna capire che cosa ci serve davvero e che cosa non vale niente” canta lei e una certezza emerge: gran bella voce profonda che si trasforma quando sale e che ha qualcosa da dire. Non sono le sonorità di “questo tempo” le sue ma son sempre belle canzoni. VOTO: 7/8
- esce ancor più allo scoperto Ermal Meta che sceglie come singolo estivo dal suo primo progetto discografico da solista A parte te brano che originalmente fu scritto da lui per le voci di Moreno e Fiorella Mannoia con il titolo di “Sempre sarai”. Per la prima volta l’autore delle mille hit incide uno dei brani affidato originalmente ad un altro artista e qualcosa salta subito all’occhio: Ermal ci sa (e può, visto che l’ha scritta lui stesso) mettere qualche cosa in più nell’interpretazione che risulta quanto mai più sincera possibile. VOTO: 7
- anche Francesco Gabbani è una delle scoperte dell’ultimo Festival di Sanremo nella categoria dei giovani e anche lui per quest’estate abbassa i beat rispetto al brano festivaliero (“Amen”) andando quasi in controtendenza. Eternamente ora è una dedica d’amore eterno alla donna amata da sempre e con la quale si è vissuta tutta la vita. Voce graffiata e una chitarra acustica bastano a rendere il brano completo. Orecchiabile e sincero nella sua delicatezza. Dedica commovente. VOTO: 7+
- i Modà non sono di certo noti per brani estremamente lenti e in estate hanno sempre piazzato buoni singoli dalle vene rock con una voce decisa in primo piano magari raccontando una notte di passione. Stavolta Kekko e compagni stupiscono con Stella cadente, mielosissima dedica d’amore con le più classiche rime romantiche che esistono rievocando le immagini più tradizionali ma più la canzone va avanti più si ha la sensazione possa funzionare davvero. Singolo questo che costituisce l’unica vera gemma di “Passione maledetta”, ultimo disco della band che di certo non ha sfoderato grandi hit grazie a questo lavoro. VOTO: 8=
- arriva la cover per Valerio Scanu che sceglie un classico della musica italiana, già interpretato nella serata delle cover dell’ultimo Festival di Sanremo, come secondo estratto dal suo ultimo progetto d’inediti, “Finalmente piove”. Io vivrò (senza te) rinasce in una veste totalmente nuova con un arrangiamento electropop che si distanzia di parecchio dall’originale costituendo contemporaneamente sia un pregio che un difetto: l’originale non sarebbe stato di certo avvicinabile da nessuno dopo Lucio Battisti e quindi è stato un bene rielaborare il brano ma è anche vero che questa veste così moderna forse ha svecchiato troppo il pezzo togliendogli quella magia. Dipende dal gusto personale. VOTO: 7
- anche quello che l’anno scorso fu uno dei re dell’estate con “Io ti aspetto” questa volta sceglie un brano delicato, intimo e tipicamente invernale per questa nuova stagione estiva. Marco Mengoni si affida alla grande firma di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro che confeziona Solo due satelliti che forse in questa stagione non si esalta quanto avrebbe meritato malgrado sia un buon brano. Sprecato per l’estate. VOTO: 7.5
I RAPPER:
Immancabili oramai nelle classifiche e nelle radio anche i rapper quest’estate si sono fatti valere facendo sentire la propria presenza destreggiandosi tra la ricerca del tormentone con un ritornello orecchiabile e la conservazione di una certa “purezza” del rap non contaminato dal pop mainstream che ad alcuni da sempre risulta indigesto. Vediamo quali sono i rappresentanti anche di questa categoria:
- continua a calpestare il terreno già ampiamente battuto da lui stesso per primo ma non solo Rocco Hunt che con Sto bene così continua ancora una volta a parlare di sud con rime sentite e risentite per non parlare dei temi ricchi di stereotipi e frasi fatte. Il ritmo ci sarebbe ma è una canzone uguale a tante altre. Un po’ d’inventiva, please. VOTO: 4.5
- ritorno sulle scene per Briga con Baciami che torna a farsi sentire con questo singolo tutto nuovo che oltre ad un testo che come d’abitudine non è affatto banale e una voce mai troppo sopra le righe propone anche un ritmo più sostenuto ed una canticchiabilità estiva più accessibile rispetto ai brani più intimi del precedente lavoro. Più estivo che mai. VOTO: 6++
- anche Moreno approfitta dell’estate per anticipare con Un giorno di festa il suo ritorno discografico il prossimo autunno. Anche lui si fa estivo con la ricerca di un ritornello radiofonico alternato a delle strofe che come sempre per lui sono ricche di citazioni e riferimenti con un flow accentuato. Cambia rotta rispetto all’ultimo lavoro e fa bene. VOTO: 7
- e anche Emis Killa si è iscritto alla lista di coloro che annunciano con un singolo estivo il prossimo lavoro discografico in arrivo prossimamente. Cult è una mediazione senza mezzi termini tra le cose più commerciali realizzate dal rapper lombardo e il rap più puro e duro dal quale proviene e a cui appena può fa ritorno. Non sfonda le classifiche come “Maracanà” ma alla lunga funziona.Un compromesso tra i due volti. VOTO: 6+
- a non funzionare sono Marracash e Guè Pequeno, altra “coppia di fatto” del rap italiano, che propone Nulla accade mantenendo le frequenze più basse del dovuto e risultando estremamente fuori dai giri di un’estate rap italiana. Senza senso se non fosse per il testo. VOTO: ¾
- la novità più interessante è quella di Irama che stra-convince con Tornerai da me proponendo quell’abituale mix tra pop, rap e musica cantautorale costituendo un esempio unico nel suo genere. Ragazzo da tenere d’occhio per capacità autorali ed interpretative: con l’occasione giusta può colpire nel segno.Non gli manca niente. VOTO: 7.5
I TRADIZIONALISTI:
E infine ci sono loro, quelli che non si discostano dal loro terreno musicale più tipico e che abbraccia indifferentemente tutte le stagioni. Poca voglia di rischiare oppure un’uniformità stilistica e una personalità musicale estremamente definita lo impediscono. Vediamo chi sono gli artisti e le canzoni in questione:
- dall’eterna ragazza del Piper non ci si potrebbe di certo aspettare una batteria metal o un assolo di chitarra elettrica alla Pink Floyd anche perché ormai Patty Pravo ha alle spalle 50 anni di carriera che significano, di conseguenza, una certa età anagrafica (mi sembra abbastanza logico) e anche uno stile musicale ben assodato e difficilmente scardinabile ora (se canta da decenni canzoni così non è che ora può stravolgersi). Per difenderti da me, quindi, si colloca nella sua discografia alla perfezione con la particolarità che la firma è quella di Tiziano Ferro (non di certo uno qualunque) che però non le regala di certo una gemma così preziosa, ha scritto cose migliori. D’altronde la Patty di grandi firme ne ha avute a bizzeffe per cui non basta di certo un nome di lustro a far spiccare una sua canzone; ce ne sarebbero troppe altrimenti. Tradizionale come 50 anni fa e la grande firma per lei non fa di certo la differenza. VOTO: 7
- lo stesso discorso vale anche per Zucchero che negli anni è diventato via via sempre più circoscrittibile stilisticamente e con 13 buone ragioni lo conferma peccato che, però, oltre al ritmo sempre trascinante il testo faccia davvero acqua da tutte le parti: si parla di panini al salame e birre da preferire ad una donna. Caduta di stile in un brano oggettivamente brutto. VOTO: 5-
- ritorno discografico anche per Nesli che dal suo nuovo album (“Kill Karma”) ha scelto di estrarre come primo singolo Equivale all’immenso che si conferma in perfetta successione con l’ultimo album di cui questo costituisce l’ideale sequel. Poche novità per lui che non cambia di una virgola il suo modo di scrivere che rimane a metà tra il rap da cui proviene e il pop a cui aspira. Uguale a se stesso. VOTO: 7
- e se parliamo di chi continua da tempo a proporre sempre lo stesso schema non si possono che citare gli Zero Assoluto che anche con Una canzone e basta continuano a rimanere fedeli alla propria tradizione musicale che da anni gli sta accollata addosso. Persino troppo radiofonici e L’adolescenza è superata da un pezzo. VOTO: 6=
- lontani dal successo di un tempo i Dear Jack anche con la nuova formazione non abbandonano il pop-rock al quale ci hanno abituato da tempo. La storia infinita ha il pregio di introdurre sprazzi (quasi impercettibili ma comunque presenti) di elettronica pur mantenendo le caratteristiche tipicamente pop del loro repertorio. Costantemente loro. VOTO: 7++
- in quanto a costanza musicale la loro collega Deborah Iurato li supera ancora una volta come accadde nella finalissima di Amici 13. Sono ancora io si rivela nuovamente un tipico crescendo vocale al quale la ragusana ci ha abituato in questi anni. Davvero pochissime novità per lei in questo brano (anzi nulle) che continua a dimostrare una grandissima vocalità ma davvero poco altro a partire dalle canzoni tra le quali manca la vera gemma. Cambia per una volta la tematica (ma non del tutto visto che l’amore è sempre presente nel testo) ma non basta a cambiare tutto il resto. La salva la voce. VOTO: 7.5
- e se di voce si parla sentire quella di Francesco Renga ridotta a cantare una canzone come Il bene viene davvero da chiedersi se tutto questo electropop stia facendo bene alla musica italiana (io una risposta me la sono già data, non so se si nota). Canzone normalmente ben scritta da Ermal Meta (non il primo che passa insomma) ma per quella vocalità che possiede Renga è davvero poca cosa. Il peggio però continua a farlo la produzione di Michele Canova Iorfida che impacchetta il cantante bresciano nella sua schiera di voci di collezione facendolo cantare (e risuonare nel disco) come fosse un coetaneo di Mengoni, Ferreri e Michielin. VOTO: 7
- a non cambiare è persino Jovanotti e lasciatemi aggiungere tristemente.Ragazza magica va più che bene nelle classifiche ma personalmente non ci trovo davvero nulla di buono e di originale. Un brano Jovanotti style fino al midollo e non è esattamente un bene. I capolavori di “A te” piuttosto che “Le tasche piene di sassi” sono ricordi lontani e sbiadite. Tremendamente troppo uguale al peggior se stesso. VOTO: 4+
- nono (e sottolineo nono) singolo per Bianca Atzei che scegliendo La strada per la felicità (Laura) sceglie la cartuccia “meno peggio” da sparare (ma forse c’era anche di meglio nell’album) e che con l’estate ha a che fare solo con un uso appropriato della fantasia. Ballata pop tradizionale fino alla fine con la voce graffiata della sarda che è messa meno in evidenza di altri episodi e che forse anche per questo risulta meno avvincente. Una storia troppo lunga. VOTO: 7++
- altro premio al miglior “copia-incolla” dovrebbe esser dato a Max Pezzali che anche con Due anime non si smuove (d’altronde non lo fa da anni con l’unica eccezione de “L’universo tranne noi” che guarda caso è stato un successone). Poco da dire se non “è Max Pezzali”. Tremendamente troppo lento e troppo piatto vocalmente. VOTO: 5+
- “La rivoluzione sta arrivando” continua a rivelarsi uno scrigno di gemme per i Negramaro di Giuliano Sangiorgi che continua a rilevarsi una delle migliori voci della nostra canzone. Tutto qui accad brilla di luce propria grazie al suo autore (ma soprattutto interprete) che la fa emergere con la sua solita vocalità fuori dal comune e con quel suo falsetto irresistibile. Non è la canzone del secolo, non è il brano dal testo più semplice (e lasciatemi dire, fortunatamente ascoltiamo qualcosa che non ha la rima sole-cuore-amore) ma ti prende dall’inizio alla fine. Chapeau alla voce in primis, la canzone va. VOTO: 7,5
- tutti ottimi ingredienti per la nuova scoperta femminile di Maria de Filippi,Elodie, che però con l’estate non sembra andar particolarmente d’accordo.Amore avrai porta la firma notevole di Emma, la voce particolare della sua interprete dai capelli rosa e una buona canticchiabilità ma non prende il volo. Forse l’estate non è la stagione per lei che è così raffinata. Tutto bene singolarmente ma insieme stride. VOTO: 8+
QUI LA NOSTRA SPECIALE RECENSIONE DELLE HIT DELL’ESTATE 2016 CONIUGATA CON I VOSTRI VOTI
Ilario Luisetto
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