Comprendiamo un tema per mezzo di una canzone
Se A tratta male B, B tratterà male C che a sua volta trasmetterà un’influenza negativa a D, il quale inquinerà emotivamente E e così via. Ma se l’effetto domino partisse da un gesto d’amore gratuito? Ci troveremmo coinvolti in un’onda d’amore che toccherebbe tutti quelli accanto a noi.
Ho voluto riassumere in questa definizione il concetto di inquinamento emozionale presente nel singolo Arcobaleno di Charlotte Ferradini e tematica centrale attorno alla quale ruota la canzone. Essendo noi tutti esseri umani nati per provare emozioni e sentimenti risulta naturale rischiare di essere influenzati dai fattori emotivi esterni che possono quindi venire a contatto con noi generando effetti alle volte positivi alle volte negativi.
Ognuno di noi, quindi, comincia la propria giornata con un qualsiasi stato emotivo che l’artista identifica con un colore:“Blu, prima eri blu”. Questa situazione, tuttavia, è soltanto momentanea perché basta un semplice contatto proveniente dall’esterno per subire un’ alterazione profonda: “nero, sei diventato nero”.
Molto concretamente, quindi, se ci alziamo la mattina felici e adottiamo un atteggiamento solare è possibile che, entrando in contatto con una persona arrabbiata portatrice di pessimismo, questa negatività vada ad inquinare il nostro ottimismo, affievolendolo. “Come un veleno scatenare l’inquinamento emozionale”. Al contrario, la stessa persona circondata dall’alone di tristezza può limitarla avvicinandosi ai colori della nostra gioia.
In primo luogo è a questo punto interessante evidenziare come l’inquinamento emozionale abbia un doppio risvolto, in una continua contaminazione cromatica dove i colori rappresentano le emozioni, facilmente sovrapponibili le une sulle altre- E data l’estrema facilità con cui si accostano i vari colori, ecco che di conseguenza l’inquinamento emozionale risulta essere un fenomeno naturale che si verifica continuamente. Sta quindi a noi sfruttarlo a nostro vantaggio, facendoci contaminare da persone portatrici di colori positivi e tenendo lontane quelle che riflettono sfumature negative. Essere quindi molto attenti a ciò che ci circonda, captando ciò che può essere costruttivo per noi.
In secondo luogo la canzone ci offre uno spunto per riflettere sul fatto che in generale l’uomo di fatto viva immerso in molteplici colori, non uno soltanto. E’ del tutto fisiologico, di conseguenza, che ogni tanto possa prevalere un determinato stato d’animo e altre volte uno diverso: “non devi sentirti sbagliato se sei un po’ blu e un po’ nero”.
Questa disamina mi fa pensare che da un lato sia giusto tentare di essere sempre felici, dall’altro sia altrettanto opportuno considerare che siamo in un continuo equilibrio su un filo emotivo con tantissime sfumature che a volte ci conducono ad essere più vicini ad un’emozione piuttosto che ad un’altra. Siamo come l’arcobaleno perché sappiamo provare tanti sentimenti diversi. “Siamo l’arcobaleno” e dobbiamo sfruttare la potenzialità di ogni colore per trovare il nostro equilibrio dentro giornate caotiche, la giusta contaminazione cromatica nel dipinto più importante, quello della nostra vita.
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