A tu per tu con il giovane cantautore veneto, in uscita con il nuovo singolo “Rum e raggaeton“
Tempo di nuova musica Niccolò Cervellin, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Soniko, artista classe 2001 con all’attivo già diverse esperienze discografiche, tra cui i singoli “Kissa” e “Amare l’amore”. Per l’estate arriva il terzo inedito “Rum e reggaeton”, composto a quattro mani con Luca Bretta e mixato da DJ Maxwell. Il brano si contraddistingue per il sound particolare e innovativo, inventato dallo stesso artista, una miscela di vari generi musicali tra cui pop, rap, trap e dance, collocabili in in un nuovo filone musicale denominato “Mix Pop”.
Ciao Niccolò, partiamo dal tuo nuovo singolo “Rum e raggaeton”, cosa rappresenta per te?
«”Rum e reggaeton” per me è un brano che rappresenta il divertimento, ma il messaggio che vorrei dare è divertirsi fa bene ma bisogna sempre tenere a mente che non bisogna mai eccedere. Sotto il profilo tecnico penso sia il brano perfetto per far capire cosa intendo per Mix Pop, una fusione tra vari generi in chiave commerciale. Infatti “Rum e Reggaeton” presenta al suo interno quattro generi facilmente riconoscibili quali: pop, rap, trap e dance. Ma, con un ascolto molto attento si possono riconosce proprio anche degli elementi tipici del reggaeton».
Un brano che profuma d’estate dalla prima all’ultima nota, cosa ti piace esattamente di questa stagione?
«Questa stagione è bella, perché si è più liberi, più liberi dagli impegni, più liberi dai vestiti e più aperti a divertirsi e fare nuove conoscenze!».
Dal punto di vista musicale, invece, ti senti rappresentato da questo tipo di sonorità?
«Io amo il rock ma amo ancora di più giocare con i generi: il Mix Pop mi permette di far questo e non stare sempre attaccato ad un singolo genere».
Chi ha collaborato con te per questo pezzo?
«Ho collaborato con Luca Bretta, il brano è poi stato mixato da Dj Maxwell, però è stato fondamentale anche tutto il mio team che mi ha aiutato su tutto ciò di cui avevo bisogno!».
Cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip diretto da Tommaso Puleo?
«Esattamente ciò che significa per me il brano, e ciò che mi è successo durante il periodo che ho vissuto dopo la pubblicazione e il discreto successo ottenuto dal mio primo singolo “Kissa”: la piccola popolarità che ho raggiunto ha fatto sì che, purtroppo, per il “divertimento” ho perso persone che realmente potevano farmi star bene».
Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?
«Sono un appassionato di musica da sempre, non ho mai dovuto scoprirla. La musica è sempre stata dentro di me, ma ho iniziato a scrivere e a cantare con l’inizio dell’adolescenza perché mi sentivo emarginato da tutti e la musica era per me uno sfogo».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?
«Da piccolo ascoltavo molta musica beat e rock anni ‘60 ‘70 ‘80, poi crescendo mi sono avvicinato alla musica anni ‘90 , anni della musica cantautorale “dura” , come ad esempio Gianluca Grignani ma anche della musica pop rock come Nek e 883!
I Queen mi piacciono perché sono sempre stati sperimentali, Bohemian Rhapsody ne è la prova! In sincerità, sono stati loro che mi hanno fatto venire in mente l’idea del Mix Pop e la voglia di sperimentare con la musica perché sono un modello da seguire: ai loro tempi , la tecnologia musicale non era così avanzata come quella di oggi ed è stato straordinario quello che sono riusciti a realizzare con gli strumenti dell’epoca!».
Con quale spirito ti affacci al mercato e come valuti il settore discografico di oggi?
«Personalmente, per il momento, vorrei dedicarmi ad un percorso un po’ più classico rispetto a quello che tanti emergenti attualmente decidono di intraprendere attraverso i talent show, anche se però mi piacciono certi programmi, e non escludo in futuro un tentativo».
In quale genere musicale ti collochi?
«Mix Pop, perché è vario e non amo collocarmi in un genere solo».
Come valuti il tuo rapporto con i social network?
«Mi piacciono, ma è un mondo assai complesso perché come arrivano messaggi di stima arrivano anche messaggi offensivi. L’unica cosa che vogliono gli “haters” è farti arrabbiare. Fermarli è impossibile, ma cerco di non farmi abbattere da loro e considero solo le critiche positive e costruttive insieme alle manifestazioni di affetto e stima».
Pensi che il web abbia portato più vantaggi o svantaggi alla musica?
«Per certi versi è stato un bene, per altri un male, dipende da che percorso un artista decide di intraprendere».
Quali sono i tuoi obiettivi futuri e/o sogni nel cassetto?
«Il mio obiettivo, come quelli di quasi tutti i cantanti è quello di poter arrivare a più persone possibili, nel mio caso, se dovessi aver la fortuna di arrivarci, mi piacerebbe poterla condividere con altre persone, e vivere la mia popolarità insieme ad amici, ma, aggiungo, una cosa che mi piacerebbe molto sarebbe poter andare da ragazzi e ragazze che si sentono emarginati e poterli far star meglio anche solo condividendo dei momenti insieme a loro».
Quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso “Rum e raggaeton”?
«Come già detto in precedenza, che va bene divertirsi, ma bisogna usare sempre il cervello».
Nico Donvito
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