venerdì 22 Novembre 2024

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Per un testo una canzone: l’inadeguatezza de “Le parole” cantata da Marco e Charlotte Ferradini

Comprendiamo un tema per mezzo di una canzone

È tutta una questione di potersi esprimere oggettivando e manifestando agli altri quello che sentiamo dentro; la comunicazione è, di fatti, una comune forma di rappresentanza di sentimenti che dominano le nostre giornate. Ed ecco che tentiamo, attraverso le parole, di attribuire significati concreti ai nostri stati d’animo per poterli sentire più vicini a noi. Questo ci fa sentire sicuri, ci trasmette l’impressione, per non dire l’illusione, di saperli controllare perché li abbiamo descritti verbalmente e quindi è come se affermassimo a noi stessi di conoscerli e padroneggiarli. “Con quell’innata presunzione che hanno sempre le parole di volere prevalere, gonfiarsi fino a farsi male e nel ridicolo cadere”.

Da un lato quindi, la comunicazione verbale è fondamentale per aumentare la consapevolezza della presenza di certe spinte emotive; dall’altro, però, essa non può pretendere di saper descrivere nel dettaglio la forza di molti sentimenti che, proprio per il fatto di essere così profondi e ricchi di dettagli, sarebbero svuotati nel contenuto della loro immensità . Ed anzi, tentare a tutti i costi una descrizione aggrappandosi a discorsi potrebbe addirittura limitare il significato di un’emozione che, in quanto proiettata all’infinito, non ha bisogno di essere circoscritta da insiemi di lettere.

La canzone di Marco Ferradini e Charlotte Ferradini approfondisce proprio questa seconda disamina, sottolineando quante volte nel tentativo di dimostrare amore ci si aiuti con frasi fatte, ad effetto,gonfie di retorica ma limitate nella sostanza “mentre cammino sulla strada dell’amore un cimitero di parole” con l’unico risultato di finire nell’astrattezza dei concetti perdendo di vista la realtà emotiva,che resta ben lontana dalla nostra descrizione “i loro sforzi da giganti descrivono a fatica il cuore incandescente degli amanti”.

In secondo luogo sulla scia della canzone è interessante evidenziare l’idea, insita alla natura umana, di dover per forza, nell’intento di spiegare un concetto emotivo, ricorrere a fiumi di frasi. Abbiamo per esempio un’emozione da raccontare, sappiamo che il risultato del nostro discorso sarà quell’emozione, ma per arrivarci costruiamo labirinti di frasi, di connessioni logiche, di descrizioni, di analogie e differenze. Al contrario troppo spesso ci dimentichiamo che un risultato mille volte più efficace anche nell’impatto comunicativo possa avvenire attraverso la semplicità di gesti che, nella loro immediatezza, incarnano la sincerità di quello che si prova, essendo totalmente naturali e privi di qualsiasi costruzione mentale.

Che pena fanno le parole quando pretendono di fare, di fare a gara con le forti intense uniche emozioni che l’amore ci sa dare”. Vogliamo parlare, per esempio, dell’efficacia comunicativa che può avere l’abbraccio di un secondo? O di quella di due sguardi che al loro incontro chiariscono ogni dubbio? O semplicemente un lungo silenzio rotto dal rumore leggerissimo e dolce di una carezza così naturale e involontaria da essere una fedele rappresentazione di cosa sia l’amore? Molto più fedele come dimostrazione, ed è questo il punto del discorso, di qualsiasi trattato a riguardo. “Come si fa a descrivere con le parole il dolce intreccio degli sguardi? Perché soltanto nel silenzio si comprende quanto è profondo il mio sentirti”.

La chiusura del discorso potrebbe essere individuata nel porre più consapevolezza ai significati nascosti all’interno della semplicità dei nostri gesti; le parole infatti è fuori dubbio che regalino concretezza all’espressione di un sentimento, ma così facendo quella loro sfumatura ideale, astratta, vicinissima all’indicibile, perde qualcosa. Il gesto, invece, rimane su un livello più alto e non materializza in nessun modo il sentimento; siamo con tutta probabilità sul suo stesso piano. In conclusione non serve tradurre in lettere l’amore, ma serve piuttosto essere in grado di ritrovarlo nelle azioni che compiamo.