A tu per tu con il giovane artista romano, al suo debutto discografico con l’album “Porno & Rancori“
E’ disponibile dal 10 maggio l’album d’esordio di Gian Marco “Jimmy” Massari, alias In Arte Gibilterra, artista romano classe ’90. Si intitola “Porno & Rancori” (per l’etichetta indipendente Limonata Dischi), il progetto che segna l’inizio del suo percorso discografico, anticipato dai singoli “Cornice” e “Cosmopolitan”. Sette tracce in scaletta che mescolano poetica e sonorità contemporanee ma, al tempo stesso, molto personali. In occasione di questo battesimo musicale, abbiamo incontrato il giovane cantautore per approfondire la sua conoscenza e parlare del suo primo lavoro in studio.
“Porno & Rancori” è il titolo del tuo album d’esordio, cosa rappresenta per te?
«Rappresenta l’inizio di un percorso e la voglia di raccontarmi tramite le mie canzoni e i miei video».
Quali tematiche e quali sonorità hai voluto abbracciare?
«Parlo principalmente di donne, con alcune ci sono stato, altre le ho amate e altre nemmeno le ho incontrate. Per il sound io nasco pianista e cantautore, Andrea “Fox”, insieme a Limonata, ha dato colore al mio progetto. Gli ho lasciato carta bianca».
Cosa lega e cosa differenzia le sette tracce presenti?
«Sono legate da una tematica ricorrente, le donne, e sono differenziate dalla stessa tematica, le donne. Storie diverse, donne diverse, esperienze diverse».
Chi ha lavorato con te a questo progetto?
«Andrea “Fox” della Volpe per la produzione, appunto, Antimo Campanile per i video e Giulio Bruni di Limonata Dischi per soldi e pazienza. Tanta pazienza».
Che ruolo giocano la provocazione e l’ironia nella tua musica?
«Tutto. Mi piace provocare con i video e con la sfrontatezza dei miei testi. Sono anche molto autoironico, mi piace scherzare su di me, sui contenuti delle mie canzoni e dei video. Non prendo la musica sul serio, ma mi fa piacere che la gente intorno a me faccia il contrario».
Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?
«A sei anni, tornato dall’asilo dissi a mia madre che volevo suonare il pianoforte, nessuno ricorda perché ma così fu, ed eccomi qui».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?
«Rock anni ’70. Mi innamorai dei Doors, poi passai agli Stooges, Velvet Underground, Pink Floyd. Non sono ancora arrivato ai giorni nostri».
Ti senti rappresentato dall’attuale scenario discografico?
«No».
Per concludere, dove desideri arrivare con la tua musica?
«Desidero divertirmi, girare l’Italia. Sarebbe un sogno fare un tour, conoscere tanta gente e magari scrivere tante altre canzoni. Non punto tutto sulla musica, faccio un lavoro che amo e che mi permette di fare una vita decisamente bella. E forse è proprio questa la mia forza».
Nico Donvito
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