venerdì 22 Novembre 2024

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Arianna Manca: “La musica è la sensazione più vera che potessi mai provare” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane cantautrice savonese, fuori con il singolo “Venere” in duetto con Granger

A pochi mesi di distanza dal suo esordio discografico con il singolo “Tuttonero”, ritroviamo Arianna Manca (qui la nostra precedente chiacchierata) per parlare del suo nuovo inedito “Venere”, prodotto da Zibba, realizzato in collaborazione con Granger dei Sewards, che canta per la prima volta in italiano. Ad accompagnare il progetto, il videoclip ufficiale diretto da Giulio Cocco, disponibile sul canale YouTube di Platonica, l’etichetta indipendente che ha seguito l’intero lavoro. In occasione di questo nuovo lancio, abbiamo incontrato la ventenne savonese, per esplorare e approfondire il suo mondo musicale.

Ciao Arianna, partiamo dal tuo nuovo singolo “Venere”, cosa racconta?

«”Venere” racconta di un’esperienza personale vissuta nella città di Roma, di nuove conoscenze e rapporti che non hanno avuto modo di funzionare. Circostanze e realtà incompatibili con il mio modo di essere».

Dal punto di vista musicale, invece, quali sonorità hai voluto abbracciare?

«Il beat è il risultato di uno sfogo personale, abbiamo provato a dargli successivamente sfumature rap perché volevo sperimentare qualcosa di nuovo con la mia voce».

Com’è nata la collaborazione con Granger dei Sewards?

«La collaborazione è nata casualmente, abbiamo deciso di mandare a Granger il pezzo per chiederle un parere, a lei è piaciuto subito e allora ci siamo detti: perché non chiederle di farne parte?».

Quali analogie e quali differenze possiede rispetto al precedente “Tuttonero”?

«Non ci sono troppe analogie con il singolo precedente, “Tuttonero”, forse solamente la struttura del brano. In “Venere” ritrovo una me totalmente differente, maggiore consapevolezza ed una storia che sento completamente addosso».

Che ruolo ha la musica nella tua vita?

«La musica nella mia vita è il mio obiettivo primo, la sensazione più vera che potessi mai provare, quando vivo la musica mi sento a casa, lo dico con il cuore». 

Come valuti il tuo rapporto con i social network?

«Cerco di migliorare ogni giorno con i social,  cerco sempre di interagire con le persone che mi seguono, che credono in me e in quello che faccio. Mostro sempre quella che sono anche nella mia quotidianità e così non sbaglio mai».

Pensi che il web abbiano portato piú vantaggi o svantaggi all’industria musicale?

«Il web ha reso la musica accessibile a tutti, ha sicuramente agevolato la comunicazione tra paesi e quindi anche un conseguente scambio di culture musicali, questo è quel che vedo di positivo. Sicuramente sono decadute alcune regole che comunque avevano la loro importanza e il loro senso nel mercato musicale».

Ti senti rappresentata dall’attuale mercato discografico?

«Vedo il mercato musicale attuale un contenitore vastissimo di mille stili differenti, quindi credo di poterne fare parte anche io con la mia musica».

Come sarà la tua estate 2019?

«La mia estate, visto che lavorativamente parliamo di un momento più tranquillo, sarà un’occasione in più per pensare a reinventarmi e migliorarmi sempre più».

Per concludere, dove desideri arrivare con la tua musica? 

«Vorrei che la musica diventasse il mio unico mestiere».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.