A tu per tu con il cantautore fiorentino, disponibile in radio e sui digital store con “Estate proletaria”
Reduce dalla pubblicazione dell’album “Futuro remoto”, Giulio Wilson torna in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali con il suo nuovo singolo inedito intitolato “Estate proletaria”(Vivanda Records/Tune Core), composto assieme a Valter Sacripanti e Cristian Pratofiorito. Dopo aver fatto incetta di riconoscimenti nel corso degli ultimi mesi, l’artista toscano ci racconta questo suo momento positivo e i suoi imminenti impegni estivi.
Ciao Giulio, partiamo da “Estate proletaria”, che sapore ha per te questo brano?
«Il sapore di un singolo estivo, molto leggero, frivolo, frizzante. Un brano in realtà semplice, ma non stupido, che ho realizzato dopo aver pubblicato il mio ultimo disco “Futuro remoto”, uscito lo scorso 18 gennaio, con l’intento di alleggerire un album pieno di canzoni che hanno ricevuto premi importanti, da “Mia bella ciao” che si è aggiudicato il Bologna Musica D’Autore, “Occhi” che ha vinto il Premio Lauzi e tante altre belle soddisfazioni, come poter suonare al concerto del Primo Maggio a Roma».
Nel testo ci sono i soliti riferimenti estivi: tipo sole, mare e zanzare, ma credo sia l’unico pezzo estivo al mondo a citare Marx, Gàgàrin, Pertini e Nenni. La leggerezza e l’ironia possono essere considerate due chiavi di lettura per trasmettere contenuti?
«Sì, è sempre stato così, soprattutto in questo periodo dove tutto viene vissuto in maniera più fugace, l’ironia può essere considerata un mezzo per far arrivare comunque messaggi importanti. Oggi vogliamo tutto subito, non abbiamo più voglia di riflettere in maniera oculata come si faceva una volta, viviamo tutto un po’ più alla leggera. Penso sia una delle forme nuove per comunicare e dire delle cose».
Quanto ti sei divertito e cosa hai voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip da te diretto?
«Sì, mi sono improvvisato regista, ci siamo divertiti, è un brano ironico che ci ha permesso di fare gli stupidini. Insieme al mio chitarrista Tiziano abbiamo incalzato la parte di due deficienti e devo ammettere che ci è riuscita molto bene (ride, ndr), infatti non si capisce bene quale sia la differenza tra la realtà e la finzione».
Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?
«Quando compongo penso sempre a tirare fuori elementi emotivi, che siano belli o brutti, mi affascina tanto quando trovi la chiave di svolta, quando stai scrivendo e trovi un gancio, un ritornello o una parte melodica interessante, allora divento come un bambino con il suo giocattolo, non vedo l’ora di finirlo, non dormo la notte, vado in paranoia, sembro uno psicopatico (ride, ndr). Scrivere canzoni è molto bello, mi prende tanto, almeno per il momento non ho limiti di ispirazione».
Quali sono i tuoi prossimi impegni? Dove ti vedremo in estate?
«Apriremo al concerto de I Musici di Francesco Guccini, la storica band del cantautore emiliano, mentre il 19 luglio saremo al Roccagorga per il Roccalling Festival, il 20 luglio al “Festival Voci Per La Libertà – Una Canzone per Amnesty” di Rosolina Mare, il 23 all’auditorium comunale di Ospedaletti con Giuseppe Anastasi, il 10 agosto a Bordighera per la “Rassegna D’Autore e D’Amore” in apertura a Fabio Concato e poi altro ancora, serate che annunceremo presto attraverso i miei canali social».
Per concludere, dove e a chi desideri arrivare con la tua musica?
«Guarda, non lo so, di sicuro piaccio di più a persone più mature, rispetto ai teenager, in primis perché ho trentasei anni, scrivo in maniera articolata, un po’ alla vecchia maniera, anche se sono molto attento alla ricerca di suoni contemporanei. Il mio obiettivo è quello di non fare cose già sentite».
Nico Donvito
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