“Plastica” è il nuovo singolo di Luke Widow, Scapigliati, Comete, Luca Scipioni e Michele Sette
“Plastica” è il titolo del nuovo singolo inedito di Luke Window, Scapigliati, Comete, Luca Scipioni e Michele Sette, uscito in rotazione radiofonica lo scorso 9 luglio per Honiro Ent con la produzione di Matteo Costanzo.
Cinque cantautori – Luke Widow, Scapigliati, Comete, Luca Scipioni e Michele Sette – che hanno partecipato singolarmente al contest ‘Honiro Ent Casting’ di marzo 2019 e che, in seguito, si sono uniti per questo brano trattando una tematica di grande attualità: la plastica e l’impatto ambientale sul pianeta terra.
Sempre più la dispersione e l’accumulo di prodotti plastici nell’ambiente, sono il principale fattore di inquinamento di aria, suolo, fiumi, laghi ed oceani e causa del deterioramento degli habitat di fauna e flora presenti.
Così, gli autori di Plastica, raccontano il perché della scelta di questo argomento: “Abbiamo deciso insieme di parlare di qualcosa che possa avere tante facce – racconta Luke Widow, La plastica può essere un problema, una cosa finta, una cosa bella o una cosa utile,ognuno di noi ha il suo punto di vista. Io la vedo come un eccesso,un qualcosa di cui se ne può fare a meno,ad esempio se nel mare non ci fosse tutta quella plastica sicuramente sarebbe meglio per tutti. Lo stesso discorso vale se le persone si togliessero la maschera quando sono davanti ad altri,rimanendo se stessi e non facendo i finti: come la plastica”.
“Ognuno di noi – continua Scapigliati – ha scritto il proprio testo su una base di Matteo Costanzo. Io ho iniziato dicendo “ho visto una tartaruga, che beveva una coca-cola”. Subito ho voluto esprimere un’immagine che un po’ racchiudesse il senso del brano. Non ho voluto scostarmi dal tema con allusioni o quant’altro, piuttosto affrontarlo mettendoci anche un po’ la rabbia che mi fa vedere come stiamo riuscendo a distruggerci. Ci siamo poi rivisti in studio per registrare ognuno la propria parte. È stato piacevole, sia musicalmente che umanamente, condividere la musica con altri artisti“.
“La mia parte – dichiara Comete – tratta questo tema dalla prospettiva di un ragazzo che rimasto solo dopo una storia finita male si circonda nel letto di buste di cibo take away. La canzone inizia con un chiaro omaggio a Battisti, ‘se é proprio vero che la paura inquina e uccide i sentimenti, noi ci siamo persi nella spazzatura di cose non dette e di discorsi spenti’. Volevo parlare di quanto un amore finito, o comunque sulla via del tramonto, possa inquinare e distruggere tutto ciò che di bello c’e’ stato prima. E’ una riflessione fatta nel letto, verso notte fonda quando non ti viene sonno e sai che dovresti buttare quella persona come le buste di Glovo ma ancora non ci riesci“.
https://www.youtube.com/watch?v=ggk7e5qRzlo
“Ho scritto questo pezzo pensando a come noi uomini abbiamo modellato a nostro piacimento il pianeta, di come lo stiamo inquinando sempre di più – aggiunge Michele Sette – di conseguenza, mi sono immaginato che se il mondo potesse parlare, parlerebbe come un innamorato ferito e stufo di farsi maltrattare. E lo farebbe usando i materiali come metafore, prima come qualcosa che si piega, poi come qualcosa che si incrina perché ha dato troppa fiducia all’uomo che invece di essere prezioso come l’oro è tossico come la plastica“.
Per concludere il racconto di Luca Scipioni: “Nel mio testo descrivo la plastica come uno stato d’animo, come una barriera tra l’uomo e il mondo, tra società e giovani. Per me la plastica è un velo fatto di falsità e cinismo al quale noi non possiamo farci ricoprire, al contrario dobbiamo bruciarlo insieme a tutte le costrizioni che influenzano i nostri sogni e i nostri credo. Viviamo purtroppo nell’era del consumismo, viviamo la parte superficiale delle cose, cerchiamo di colmare i vuoti con false felicità, il sistema ci anestetizza, tutti giudichiamo troppo. Per guarire il pianeta prima di tutto penso che dobbiamo guarire noi stessi, non lasciare che l’odio e il potere ci sommergano. La vita è troppo complessa per essere capita, ma non per questo va vissuta in modo non profondo; ma tanto si sa: ‘è tutto un equilibrio sopra la follia’”.
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