Un viaggio alla scoperta della discografia di un’icona assoluta della musica italiana
Essendo giunti all’ultima puntata del processo analitico della carriera di Vasco Rossi, ecco che arriviamo al 2006, anno che segna una svolta, dato che da qui in poi la produzione discografica si farà sempre meno intensa, puntando invece sempre forte sul fronte live, dove verrà di fatto battuto ogni record. Dal punto di vista delle tematiche si trova un Vasco sempre più filosofico e pronto a ragionare ancora di più sul senso della vita e sulle emozioni. Sarà così per il nuovo album datato 2008 dal titolo Il mondo che vorrei, disco in cui si formalizza di fatto il passaggio al Vasco più “tranquillo” e i tormenti di un ragazzo si trasformano nelle riflessioni di un uomo maturo.
Sulla stessa strada sarà anche il lavoro successivo, Vivere o niente (2011), caratterizzato però da toni più cupi e a tratti rassegnati (derivanti dai problemi di salute degli anni precedenti che costringono il rocker lontano dal palco), come nella title track o nel pezzo Vivere non è facile, contrapposti però alla solita positività e ricerca di speranza che non manca mai, essendo un tratto caratteristico da sempre della discografia dell’artista.
Ma Vasco è uno che lontano dal palco non ci sa stare e così, dopo un periodo (obbligato) di allontanamento dal palcoscenico, è ora di tornare in pista a scaldare i motori, di fatto poi per non ferirsi mai. L’Italia ormai è conquistata in lungo e in largo, San Siro una seconda casa e il rapporto Vasco-pubblico non è più un normale rapporto tra fan e artista.
Nel 2012 intanto è tempo del progetto L’altra metà del cielo che porterà per la prima volta la musica del cantante in uno spettacolo teatrale, mentre due anni dopo arriverà quello che con tutta probabilità potrebbe rappresentare (come da lui stesso dichiarato) l’ultimo album di inediti. Si intitola Sono innocente ed è un disco che chiude più che degnamente il cerchio passando dal rock alle classiche ballad “alla Vasco”, continuando però sempre a battere su temi universali, come si può evincere dal singolo Dannate nuvole, simbolo perfetto della nuova poetica del cantante.
Da qui in poi è tempo di raccolte, qualche singole e soprattutto di concerti, come lo storico Modena Park del 2017 con cui Vasco batte il record mondiale di presenze paganti staccando oltre 220.000 biglietti, successo che sarà ripetuto negli anni successivi fino alle sei date a San Siro (tutte sold out) di quest’anno che lo certificano, al di là di polemiche e diatribe, come uno degli artisti più influenti e amati nella storia della musica italiana.
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