Le 150 canzoni che rappresentano il decennio
Il secondo decennio del ventunesimo secolo si sta per concludere ed è, quindi, arrivato il tempo dei bilanci anche per quel che riguarda la musica. Che cosa rimarrà di questi 10 anni di canzoni? Quali sono gli artisti che, in un modo o in un altro, hanno segnato la storia più recente della musica italiana?
Per rispondere a queste domande abbiamo pensato di selezionare le 150 canzoni che hanno segnato gli ultimi 10 anni cercando di dare lo giusto spazio ad ogni genere, tendenza o artista meritevole di essere, a nostro personale e soggettivo gusto, di essere citato ed incluso. Per quindici settimane, dunque, scopriremo dieci brani alla volta tra quelli che più di altri pensiamo staremo ancora a canticchiare tra qualche anno.
1° SETTIMANA
L’ordine è rigorosamente alfabetico
- CHIAMAMI ANCORA AMORE – Roberto Vecchioni (2011)
Il professor Vecchioni arrivò al Festival di Sanremo negli anni di dominio dei talent show e con semplicità, eleganza e cultura donò al palco dell’Ariston una vera e propria poesia d’amore capace di conquistare i cuori (e la vittoria finale). Era il 2011 quando Vecchioni, uno dei più grandi cantautori della nostra storia, gridava a piena voce “che questa maledetta notte dovrà pur finire” ricordando a tutti che “le idee non le spengono i temporali” prima di inneggiare al più grande dei sentimenti che l’uomo può provare: l’amore. Amore per sè, amore per il mondo, amore per l’umanità, amore per la gioventù, amore per la propria lei.
- DI NOTTE – Pierdavide Carone (2010)
Una di quelle canzoni capaci di raccontare ed emozionare basandosi sulla semplicità e su di una comunicazione immediata, limpida, senza filtri. Sulla scenografia di una notte qualsiasi il più talentuoso cantautore passato per la scuola di Amidi di Maria de Filippi raccontò una storia d’amore che “fa male quando nonostante tutto tu scegli me”. Una chitarra acustica, una voce penetrante ed un arpeggio efficace consentirono ad una canzone di spiccare il volo verso un crescendo su di cui svetta il verso cult dell’intero brano: “e rideremo ancora, come sempre, come ora”. Alla faccia delle canzoni d’amore strappalacrime.
- LA NOTTE – Arisa (2012)
Probabilmente una delle più belle canzoni, se non la più bella, tra quelle passate sul palco del Festival di Sanremo negli ultimi 10 anni. Fu la canzone della trasformazione e della rinascita di Arisa che fino a quel momento si era presentata come interprete strana e scanzonata. Abbandonati d’improvviso gli occhialoni neri e gli abiti inusuali l’interprete potentina dimostrò al pubblico italiano tutte le sue doti di voce di classe ed eleganza, di traduttrice viscerale delle emozioni e di perfetto viatico di comunicazione d’esperienze comuni come può essere la fine sofferta di un amore da cui “si esce sconfitti a metà” non dimenticando, comunque, che “l’amore poi continuerà”.
- LA VERITA’ – Brunori Sas (2017)
Canzone dal peso specifico importante e degno di nota quella che Brunori Sas ha regalato al pubblico dimostrando una volta per tutte che c’è ancora spazio per fare del cantautorato all’italiana un genere mainstream. Una voce densa, ricca di sfumature e pregna di colori diversi s’incarica di un racconto che ricorda a tutti che “il dolore serve proprio come la felicità” regalando la più preziosa riflessione sulla vita e sul suo scorrere. Alla fine tutti dovremmo mettere in conto che “ti fa paura che l’idea di scomparire, l’idea che tutto quello a cui ti aggrappi prima o poi dovrà finire”.
- L’ANIMA VOLA – Elisa (2013)
Lo si aspettava con ansia da ben quindici anni e finalmente Elisa, nel 2013, ha scelto di regalare al suo pubblico il suo primo vero e proprio album interamente in italiano. La strada fu aperta proprio da questo singolo che in maniera totalmente inedita mostrò tutto il talento autorale e compositivo di una delle più grandi voci ed artiste del XXI secolo. Non solo la dedica all’etereo tema di un’anima che incarna le esistenze ma, soprattutto, un’arrangiamento, tutto basato sugli archi, che esalta le tinte soavi e quasi intoccabili di una voce che svetta ed emoziona grazie alla propria delicatezza. Anche in italiano Elisa ha dimostrato di saper emozionare e conquistare con la sua delicatezza.
- LATO DESTRO DEL CUORE – Laura Pausini (2015)
Dopo i fortunati episodi di ‘Tra te e il mare’ e ‘Vivimi‘ Biagio Antonacci torna a scrivere per la voce internazionale di Laura Pausini donandole la più delicata ed intima ballata pop del proprio repertorio recente. Un brano che si apre con lentezza facendosi scoprire poco a poco, un pezzo per volta, dimostrando tutta la preziosità della vita, dell’anima, dei sentimenti e del cuore. Si passa dal conoscere prima se stessi per, poi, riuscirsi a donarsi agli altri con efficacia e consapevolezza. Una ballata pop poco “alla Pausini” che tiene la canna vocale al riparo almeno fino al finale dove può sfoderare anche la propria potenza per augurare buon viaggio a chi se ne va ed abbraccia chi resta.
- PORTAMI VIA – Fabrizio Moro (2017)
Non solo rabbia, delusione e denuncia sociale nella poetica di Fabrizio Moro che ha probabilmente trovato il punto più alto della propria composizione musicale proprio in una ballata d’amore in pieno stile sanremese. Tornato sul palco dell’Ariston dopo 7 anni di voluta lontananza da Sanremo (e dalle scene musicali mainstream) Moro ha donato al pubblico una vera e propria poesia d’amore con la quale ha la forza di chiedere aiuto, di tendere la propria mano con la speranza che qualcuno la afferri e lo riesca ad accompagnare in un posto dove “niente potrà farmi più del male” e dove abbia la possibilità di vivere per sempre con il proprio amore. Una voce graffiata, intensa e colorata di vita vissuta urla contro il cielo un grido di una richiesta di soccorso e, contemporaneamente, di pace.
- RICOMINCIO DA QUI – Malika Ayane (2010)
Si veda alla voce “eleganza”. Il brano che consacrò la carriera di Malika Ayane come artista e voce brani di spessore e di ricerca musicale le procurò anche scene memorabili e che rimarranno nella storia del Festival. Fu per lei, per la sua eliminazione e per l’inammissibile esclusione di questo brano dal terzetto di finalisti che l’orchestra di Sanremo gettò gli spartiti e protestò come non mai nell’edizione della kermesse targato Antonella Clerici. La canzone, un vero e proprio gioiellino compositivo, ha lo scopo di mettere in evidenza tutto il talento e la tecnica dell’interprete italo-marocchina che canta con impegno conquistando il pubblico anche senza un vero e proprio ritornello.
- QUANDO UNA STELLA MUORE – Giorgia (2013)
Quando Giorgia canta una canzone che si apre con il pianoforte ed ha la forza di sapersi rivolgere a chi non c’è più gli applausi non possono che sprecarsi. Lo fece nel 2013 per aprire un disco che, a differenza del fortunatissimo capitolo precedente, puntava in modo più spinto sull’essenzialità, sull’emotività e su di una chiave musicale pop-soul. E’ il grido di un’assenza, di un dolore che non lascia scampo e che puntualmente torna alla mente ricordandoci che “quando una stella muore fa male” pur con la consapevolezza che “non è stata colpa mia”.
- VIETATO MORIRE – Ermal Meta (2017)
Il brano del riscatto e del successo per un cantautore che di gavetta ne ha macinata parecchia prima come musicista e poi come autore per le maggiori hit di successo del pop italiano dei primi anni ’10. Sul palco di Sanremo porta un brano poggiato sulla dicotomia ed apparente contraddizione tra una melodia serrata ed un testo che racconta di violenza e di un amore vissuto nelle forme sbagliate. Ad emergere, però, non è solo la denuncia ma è soprattutto la consapevolezza di ciò che, in realtà, è davvero l’amore. Un modo positivo non per raccontare ciò che è sbagliato ma per dare spazio a ciò che, invece, è giusto, compreso anche “disobbedire”.
Ilario Luisetto
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