venerdì 22 Novembre 2024

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Giorgia e le sue ballate da “E poi” a “Scelgo ancora te”

Viaggio pop nella carriera di Giorgia raccontata dall’amore di un fan

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L’anno prossimo la musica italiana festeggerà il venticinquennale di carriera di una delle sue maggiori stelle, la romana Giorgia. Cantante dalle doti eccelse, è stata finora la prima voce italiana – a cui ha fatto seguito solo Ornella Vanoni – a duettare con “Sua Maestà” Mina. Figlia d’arte, è cresciuta tra il soul e il blues americano: suoi punti di riferimento son sempre stati Whitney Houston, Aretha Frankilin, Stevie Wonder e Ray Charles.

Nel giorno dell’uscita del nuovo singolo, Scelgo ancora te, percorreremo alcune delle tappe fondamentali della carriera della Todrani, soffermandoci sui brani “alla Giorgia” propriamente detti, le ballad di varie venature per le quali è maggiormente celebre ed ha fatto scuola.

Iniziamo da uno dei suoi brani più celebri: E poi. Reduce dalla vittoria del 1993 a Sanremo Giovani (con “Nasceremo“), la gracile e timida Giorgia si affaccia sul palco delle Nuove Proposte di Sanremo. Come avrà più volte modo di dire in seguito, nel 1994 era ancora inconsapevole del suo talento, e la grande timidezza la portava a non sapersi “comportare bene” in tv. Pippo Baudo, che, con un’espressione ormai celebre, l’ha “inventata“, contribuì a scrivere la versione finale del brano. Giorgia non sa guardare in camera ma sicuramente è in grado di emozionare e colpire con la sua voce colorata, potente, d’invidiabile estensione e dimostra più sicurezza di quanto lei stessa possa ammettere. La canzone rimarrà pietra miliare della sua discografia, reincisa in varie versioni. “E poi sarà come morire, e poi sarà come bruciare nell’inferno che imprigiona“. La durezza delle parole si scontra con la dolcezza del suo stile. Il ritornello, nella versione definitiva, è un’esplosione vocale e musicale, che travolge l’ascoltatore e lo affascina perdutamente. “Amore che non vola, che ti sfiora il viso e ti abbandona. Ti fa respirare, e poi ti uccide…e poi la notte che non passa mai“. Non ha ancora la sensualità, che acquisirà col tempo liberandosi di ansie e paure, ma in quel brano c’è già tutta la grandezza di una artista che, negli anni, avrà modo di sperimentare e farsi scoprire in tutte le sfaccettature. Arriva al settimo posto, ma ottiene il gradimento generale e s’impone nel mondo della musica italiana.

L’anno successivo Giorgia è ancora a Sanremo, in veste di cantante ed autrice: il brano è Come saprei. Giorgia ha raccontato di averlo fatto ascoltare a Mia Martini (con la quale fu l’ultima artista a duettare nella trasmissioni “Papaveri e papere” poco prima della sua morte) e che questa le aveva preannunciato la – effettivamente avvenuta – vittoria nella sezione Campioni. In quell’occasione Giorgia fu la prima artista nella storia del Festival a ricevere sia il Premio della Critica (successivamente intitolato alla stessa Mimì) che il primo posto, oltre al Premio Radio/Tv ed il Premio autori. Risulterà così anche la prima cantante ad aver ricevuto quattro riconoscimenti in un solo Sanremo. “Come saprei” è il tipico brano sanremese e vede tra gli autori Eros Ramazzotti ed Adelio Cogliati. Giorgia è ancora piccola e inconsapevole ma a gran voce canta “come saprei amarti io nessuno saprebbe mai, io ci metterò tutta l’anima che ho“. “Emozionando sempre più” Giorgia sbaraglia uno stuolo di concorrenti che vanno da Loredana Bertè a Ivana Spagna, passando per Giorgio Faletti e Patty Pravo. Il testo è semplice ma di grande impatto grazie al crescendo vocale ed emozionale. Due dei migliori brani di “Come Thelma & Louise“, album lanciato proprio dal singolo sanremese, Riguarda noi e E c’è ancora mare vedono alcune firme d’eccezione: il primo ha come unico autore Gatto Panceri e diventerà uno dei brani più amati dai fan, mentre il secondo porta il marchio di Celso Valli ed Enzo Avitabile.

Passiamo al 1996: brano meno ricordato fra i quattro sanremesi Strano il mio destino mostra una Giorgia meno sicura (“Che donna sarò se non sei con me“), ma forse ancora più determinata (“Oltre il tempo e le distanze andrò, più vicino a te…e resterò per non lasciarti più“). Si tratta di una canzone musicalmente meno “urlata”, come direbbe Ornella Vanoni, ma proprio per questo più intensa. Si profila ormai una donna più matura che cerca di prendere a piene mani la propria vita: più che una canzone, è una promessa solenne in musica. Le venature soul risaltano e risuonano all’interno di una partitura classica. Nel frattempo, Giorgia duetta con Andrea Bocelli sulle note di “Vivo per lei“, è invitata al “Pavarotti and friends” e si esibisce in Vaticano davanti al Papa.

Compie fra qualche giorno (5 settembre) il ventennale l’album “Mangio troppa cioccolata“, che vede Giorgia affiancata dal musicista – prima che cantautore – Pino Daniele. Il titolo dell’album prende il nome da un verso di “Un amore da favola“, quarto singolo di un disco (disco di diamante, con 600.000 copie vendute, la metà delle quali nella prima settimana) che rappresenta una svolta artistica per Giorgia la quale porterà nel cuore l’esperienza intensa della collaborazione con Pino, autore unico di Dimmi dove sei, uno dei migliori brani di questa stagione musicale.

Il blues serpeggia ovunque, qui come nel successivo album “Girasole“, curato, stavolta, da Adriano Pennino. Oltre alla title-track sono da notare Tradirefare e le cover Parlami d’amore (testo italiano di Giorgia su originale di Diane Warren) e Il cielo in una stanza, cui Giorgia ridona freschezza nel rispetto dell’originale capolavoro di Gino Paoli.

Né schiavi né padroni, ogni vita merita le ali“: nel 2001 esce “Senza ali“, un disco impegnato ed impegnativo. Parterre des rois per quanto riguarda autori e collaborazioni: Zucchero, Mino Vergnaghi, Matteo Saggese, Michael Baker, ma soprattutto Alex Baroni e Herbie Hancock al piano. A trainare l’album Di sole e d’azzurro, fino ad ora ultimo brano sanremese. Arriva secondo, dietro soltanto a “Luce” di Elisa ma anche stavolta è un grande successo.

Siamo nel 2002 quando esce la raccolta “Greatest Hits – Le cose non vanno mai come credi” che risulta essere il secondo album più venduto dell’anno, dietro solo alla raccolta di Laura Pausini, pubblicata però sei mesi prima. La dedica è per Alex Baroni, ex compagno della cantante, tragicamente morto il 13 aprile dello stesso anno. In questa compilation sono raccolti molti dei brani di cui si è parlato, ma vi sono anche due inediti ed una nuova versione di E poi. Vivi davvero, primo singolo estratto da quest’album di enorme successo (un milione di copie vendute e disco di diamante), unisce un testo di denuncia sociale ad una musicalità rhythm and blues con venature quasi rock. Un brano sperimentale, atipico per la Giorgia del 2002, ma che poi aprirà la stagione dei brani elettronico-dance che si faranno pian piano strada nei suoi dischi. “Questo è il prezzo che questo mondo impone a noi, di vivere senza certezza alcuna…piegati alle regole del buon mercato, mi pento mi dolgo per questo peccato, ma quando respiro mi accorgo che esisto davvero“. Perla assoluta rimane però Marzo, brano colossale e definitivo, dedicato a Baroni, al cui capezzale Giorgia è rimasta per tutto il periodo di coma tra l’incidente e la morte. Nella stesura del testo, Giorgia dà il meglio di sé, rendendo poesia il suo dolore e creando un brano straziante, da annoverare fra le cinque migliori canzoni di questi 25 anni di carriera. “E per questo ti chiedo…amami“. Un grido, una disperata richiesta. Alla fine dell’ascolto ci si può solo alzare in piedi ed applaudire commossi. Il brano, da pelle d’oca di per sé, è ulteriormente impreziosito da un meraviglioso videoclip diretto da Luca Tommasini (che con Giorgia collaborerà anche nella stagione musicale successiva). Una spiaggia, un corvo, e Giorgia, nella sua immensa bellezza e fragilità. Acqua e lacrime si fondono. “Vieni con me, ti condurrò per quegli abissi dove mi perderei, ed io sarò una regina, sarò l’estate e la nebbia di mattina…il cuore è pieno di lacrime rotte, il tempo è ladro di cose mai dette, e so che indietro mai più si ritorna“. Brividi. “Come si può impedire ad una goccia di asciugarsi“, si legge all’inizio.

Passa poco tempo, un tempo pieno di successi, ed il 13 settembre 2003 esce un nuovo album di inediti. “Ladra di vento” scala le classifiche ed arriva al primo posto. Tutti i testi sono di Giorgia, come anche le musiche, per le quali talvolta si appoggia alla collaborazione di Sonny T (musicista che ancora la accompagna in ogni tour), Baker, Philippe Leon, Luca Rustici e, per la traccia finale, Andra Guerra. Quest’ultima è Gocce di memoria, super hit e famosa colonna sonora del film “La finestra di fronte” di Ferzan Özpetek. Ogni genere è affrontato in questo disco variopinto. Oltre a Spirito libero in suo pieno stile è il brano L’eternità: su musica di Tommy Barbarella, Giorgia scrive un testo intimistico e soft dedicato ad una persona ormai scomparsa. “Ci troveremo ancora in cieli immensi, e avremo nuove verità…io di pensarti non ho smesso neanche un attimo, ci meritiamo l’eternità. Ci abbracceremo ancora più stretti di un anello che non toglierò, e chiederemo al mondo che male abbiamo fatto per restare qui“.

In questo momento inizia un fondamentale sodalizio artistico: durante il tour per la promozione di “Ladra di vento”, Giorgia ha conosciuto Emanuel Lo, ballerino coreografato da Luca Tommasini. Si tratta dell’inizio di una collaborazione artistica, oltre che personale (i due sono compagni di vita e hanno un figlio), che dura tutt’ora.

Arriviamo a “Stonata” disco di inediti che il prossimo 9 novembre compirà dieci anni. Album sperimentale, contente al suo interno generi e collaborazioni di ogni tipo: si va dal contributo di musicisti come Cesare Picco all’insolito intermezzo vocale dell’amico Beppe Grillo passando per Libertango interludio con citazione di Astor Piazzolla a veri e propri duetti: Diana Winter, sua corista, in Vieni fuori (che porta la firma di Balestrieri e Ruggeri, oltre a quella di Giorgia),  Emanuel Lo, autore e ormai compagno per il quale lei ha anche prodotto due dischi, in Adesso lo sai, Pino Daniele, graditissimo ritorno, in Anime sole, ma soprattutto la Tigre di Cremona, Mina, in Poche parole. Canzone scritta dal duo Todrani-Lo, solo successivamente alla stesura ha visto la destinazione a duetto con Sua Eccellenza. Ad impreziosire il tutto, la cura meticolosa dell’arrangiamento da parte di Mina e Massimiliano Pani, con l’aggiunta della chitarra elettrica e dei cori. “Il tempo corre con le sue salite, ancora io le mie non le ho finite, prova a spingermi. C’è da vivere, e vivendo ti parlo di me, dell’amore, poche parole”. Il risultato, definito dalla critica musicale Venegoni “un’autentica, preziosa, e divertita competizione di ugole”, è un confronto fra madre e figlia, musicalmente parlando; uno scambio di idee, sensazioni ed esperienze.

Un anno dopo, esce la seconda grande raccolta, intitolata “Spirito Libero – Viaggi di voce 1992-2008”.
Si tratta di un pastiche artistico che racchiude cover, versioni aggiornate su disco e live, registrazioni degli esordi col gruppo del padre, duetti editi e inediti. C’è la Giorgia delle ballate e quella dance, la Giorgia soul e jazz, e non mancano singoli (Per fare a meno di te fu candidato al David di Donatello e al Nastro d’Argento) per trascinare il disco.

L’era di Michele Canova Iorfida alla produzione, che ad ora arriva a tre dischi consecutivi, inizia il 12 giugno 2011: perfetto singolo estivo, fresco e allegro quanto basta, Il mio giorno migliore apre la stagione di “Dietro le apparenze”, un album delle meraviglie. Con la pubblicazione del disco arriva É l’amore che conta: la voce fa acrobazie all’interno di una architettura musicale pop-soul modernissima.

Scorrendo la tracklist, tra il primo e il secondo singolo ne troviamo uno mancato, Sembra impossibile. Nato dal fortunato duo Todrani-Lo, affronta con pesante delicatezza – usiamo un ossimoro – la tematica dell’amore perduto. “Come il sole brucia in faccia e lascia cenere, come neve sciolta al sole posso cedere. Negli anni ho creduto di sapere tutto ma ora no…e sento che non so più dimenticare te…ogni volta che ritorno a ricominciare la mia vita senza te sembra impossibile”. Vi è una scansione di immagini estremamente poetiche che, accostate, creano una sorta di caleidoscopio d’emozioni. Segue Inevitabile, duetto con l’amico storico Eros Ramazzotti, singolo nel quale i due sembrano divertirsi a fondere le proprie dissimili voci. Quinta traccia e quarto singolo, Dove sei porta unicamente la firma di Emanuel Lo. “Me ne andrò guardandoti, e lascio un’altra parte di me…ti ascolterò pensandoti, e bruciano i silenzi intorno a me…ti cercherò spogliandomi di tutte le ferite che ho per te”. Nostalgica e lieve, Passerà l’estate porta la firma di Marina Rei: un brano che fa sospirare, ma con il sorriso.

Anticipato dal singolo Quando una stella muore, promossa ormai a ballata giorgesca della generazione post Come saprei, il secondo capitolo della trilogia si intitola Senza paura. Giorgia sembra aver intrapreso una strada meno triste e malinconica, con brani talvolta giocosi e comunque sempre positivi. Tutto ciò, fatta eccezione per la canzone apripista, una toccante ballata dedicata ad Alex Baroni. I will pray, cantato in un duetto perfetto con la grande Alicia Keys, regala due voci che si fondono alla perfezione tanto che, stando alle dichiarazioni di Giorgia, quando ha sentito la registrazione

Oggi vendo tutto, e mi risveglio in un sogno…poi ricompro tutta la parte del sogno dove non ci sei. Perché in un mondo materiale, la vita non si può rifare. E tra milioni di parole quello che ci vuole è solo sentimento, e non tormento”. Ultimo brano scritto da Ivano Fossati prima del ritiro dalle scene, Oggi vendo tutto sembra quasi il suo addio in musica. Sorprendentemente, non ha scritto per la Todrani un pezzo colossale e di ampio respiro ma è riuscito, anzi, a inserirsi abilmente nell’impianto generale dell’album. Non c’è pesante monumentalità ma tenerezza che ma sfocia in banalità. Le parole contano, eccome se contano. Fossati ha lasciato alcuni secondi di vuoto nella traccia appositamente per permettere a Giorgia di inserire i propri vocalizzi.  Date un ascolto anche alla poesia Made in Lo di Ogni fiore. Ogni fiore che nasce, e ogni raggio di sole è per te, ogni goccia che scende dagli occhi e svanisce ti porta con sé”. Una poesia soffiata che come petali si posa leggera. Immergetevi a capofitto in Vedrai com’è, vera sorpresa del disco, brano che da solo vale tutto. Basta l’inizio per capire l’immensità di questo vero capolavoro. “Ti ritrovi dentro le domande e i tuoi perché, e sai che le ferite ora sono le tue. Tu che chiedi scusa, ma non c’è più una scusa per non andare avanti ed affrontare me. Vedrai com’è il respiro nei momenti senza più cadere, lo so com’è stare senza te”. La voce di Giorgia si leva in alto, come un falco che spicca il volo, e dall’alto contempla l’immensità.

Decimo album in studio, Oronero, è, per chi sta scrivendo, il “disco della vita”. Le parole giuste al momento giusto. L’oggettività stenterà, ma l’amore compenserà. Primo singolo e prima traccia, la title-track è interamente firmata dall’ormai consolidato Emanuel Lo. Racconta Giorgia di averne capito la potenza espressiva solo a metà della registrazione. Un brano e un disco contro il pregiudizio, la maldicenza, la cattiveria che uccide nel profondo. “Parlano di me, una donna facile, con le difficoltà di un giorno semplice”. Così si presenta l’ormai quarantacinquenne Giorgia: “la gente parla quando non ascolta neanche sé. Parlano di me, che non mi amo davvero, ma una carezza sul mio viso è il mio primo pensiero. Parlano di noi, e abbiamo tutti contro, ma tu sei come me, so che rimarrai al mio fianco”. L’importanza dell’amore e dell’amicizia contro le difficoltà quotidiane. E poi i vocalizzi, che vocalizzi, che acuti! Un fendente contro il dolore, una terapia in musica. Inizio strepitoso.

Terza traccia è il nuovo singolo che oggi arriva in rotazione radiofonica. Scelgo ancora te è una dichiarazione di amore assoluto e rappresenta la storia della coppia Todrani-Lo. A cantare è una donna, una compagna, amica, amante e madre. “E scelgo ancora te, anche oggi che non è facile e non è sufficiente abbracciarsi un po’”. In quell’abbraccio c’è tutto: l’amore, la coppia come completamento e realizzazione di sé nell’altro. Uno scoglio a cui aggrapparsi nella tempesta, come Odisseo e Penelope. Una ballata pienamente giorgesca, che nel suo mondo sguazza a meraviglia.

Posso farcela vale tutto un album. Scritta interamente da Giorgia è un canto di speranza e determinazione. “Tutta sola resterò a cercare un senso tra gli inganni e le lenzuola, per cambiare almeno un po’…Quando eravamo noi quelli di quella canzone, quando ancora la mia fede non voleva le sue prove”. La migliore canzone della cantautrice Giorgia dai tempi di Marzo. Se dovessi far ascoltare un suo brano per la prima volta a qualcuno che non la conosce, inizierei da qui. C’è tutto. Il dolore, ma anche la rinascita. Il giusto grado di amor proprio.

Cosa ci riserverà il futuro? Dopo questa lunga panoramica, non esauriente ma più che indicativa, su una artista completa, possiamo aspettarci di tutto. Oggi arriva il nuovo videoclip, che immortala la famiglia Todrani-Lo negli intimi affetti. Il 12 Giorgia parteciperà al primo concerto in Arena di Elisa. Ci sarò, ho già il cuore in gola all’idea di una Dancing o Rainbow in duetto. Se non morirò di infarto, aggiornerò a quella data questo resoconto. Riedizione del disco? Nuovo tour? Chi vivrà vedrà. Quel che è certo, è che l’amore non conosce limiti, e Giorgia sa quanto le voglia bene nel profondo. Quindi, semplicemente, grazie.