Affrontiamo un tema collegandoci ad una canzone
La fine di un amore è sempre un argomento molto delicato. Sempre ammesso che si tratti realmente di una fine dato che siamo sempre più portati a pensare che i sentimenti forti non siano destinati a sparire. Magari si trasformano, certamente cambiano; può essere che mutino la loro intensità e non si riconoscano in quello che sono sempre stati, ma pensare che oggi un sentimento esista e domani sparisca del tutto può risultare un passaggio logico eccessivo.
Questo ragionamento segue una direzione precisa che emerge da “Non è mai un errore”, canzone di Raf. Nel brano in esame si ripercorrono gli ultimi momenti di una storia che sembra aver perso i propri equilibri e le solide certezze su cui basarsi “ti guardo per l’ultima volta mentre vado via, ti ascolto respirare, non scatto la fotografia”.
Tuttavia, ed è questo un passaggio chiave ben costruito da Raf, davanti alla possibilità di disperarsi, piangere e rimpiangere si sceglie l’opposta soluzione di accettare con consapevolezza la realtà delle cose. Al posto di rinnegare quello che da quel momento è diventato parte del passato si opta per fare tesoro di esperienze e momenti che hanno fatto parte della nostra vita.
La presa di consapevolezza è fondamentale per porsi in un certo modo davanti ad una situazione che senza dubbio comporta tristezza e dispiacere. Rendersi conto che quell’amore non è più della stessa intensità di prima perché i sentimenti come tutte le cose sono lati mutevoli dell’animo umano porta al grande risultato di cominciare a percepire quel sentimento come qualcosa di cambiato e non come qualcosa di finito.
Di conseguenza, ciò che è stato entra nel nostro bagaglio di esperienze che è giusto custodire e non dimenticare. Non dimentico perché è finito, ma ricordo perché è stato “non porterò nessuna traccia dentro me, niente che dovrò rimuovere”. L’idea di fondo sta nel ricordare sempre che guidati dall’amore non è possibile aver sbagliato.
Se ora quell’amore ha perso l’essenza che lo rendeva superiore a qualsiasi altra emozione non vuol dire che sia stato un errore averlo coltivato e vissuto. Al contrario il ricordo di quel meraviglioso equilibrio rimarrà dentro di noi insieme a qualche inevitabile ferita “Se hai amato era amore, non è mai un errore”. Avremo quindi cicatrici che faranno fisiologicamente parte di noi ma che saranno coperte da tanti ricordi pronti a comporre il puzzle della nostra vita “Era bello sentirti, rimanerti vicino anche solo per lo spazio di un mattino”.
La prova del fatto che il sentimento non sia finito ma sia semplicemente diventato altro è suggerita da un passaggio delicatissimo della canzone in cui Raf prospetta l’ipotesi di un suo riaffiorare, di un suo rinascere, di un suo provare a farsi risentire “Entrerò nei tuoi pensieri di una notte che non dormi e sentirai freddo dentro. Entrerò dentro ad un sogno, quando è già mattino e per quel giorno tu mi porterai con te”.
Questo frammento lascia chiaramente aperta la porta della possibilità di un ritorno alla situazione precedente; quante volte, infatti, abbiamo bisogno di allontanarci e finire fuori strada per comprendere in pieno cosa davvero conta per noi? Quante volte uno sbaglio ci riporta con ancora più stabilità sulla direzione giusta? e infine quante volte un sentimento che pare spento si riaccende d’improvviso? È tutta una questione di consapevolezza e in “Non è mai un errore” appare chiaro che i sentimenti ne meritino parecchia.
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