Terza prova discografica per l’artista aretino, che ritorna con un album consapevole e introspettivo.
Tempo di nuova musica per Lorenzo Cilembrini, meglio conosciuto con lo pseudonimo de Il Cile, cantautore che, senza pretese e troppi giri di parole, colpisce nel segno sin dal primo ascolto toccando le corde dell’emotività, cosa per nulla scontata nel mondo della discografia odierna. Il disco, disponibile negli store a partire da venerdì 8 settembre, si intitola “La fate facile” e contiene dieci brani inediti, tutti potenziali singoli, prodotti dal suo storico e fidato collaboratore Fabrizio Barbacci.
La fate facile | Tracklist
1. La fate facile
2. Buttami via
3. La danza delle notti
4. La cenere dal cuore
5. Il lungo addio
6. Da domani
7. Era bellissimo
8. Qui per te
9. Quando la città dorme
10. Mamma ho riperso l’aereo
«Questo lavoro, per quanto possa sembrare una frase fatta, lo ritengo il disco della mia maturità – confessa nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto – nella stesura mi sono reso conto di non poter più rimandare questa sorta di presa di coscienza, il fatto di essere diventato adulto. Il mio mestiere tende a prolungare la fase adolescenziale, scrivendo questo album sono giunto alla consapevolezza di essere diventato un uomo, con i miei pregi e con i miei difetti, con le mie debolezze e i miei punti di forza. La cosa fondamentale per me era quella di creare un qualcosa che mi rappresentasse in questo momento, che parlasse di me nella più completa totalità. Mettersi a nudo, al giorno d’oggi, rappresenta un rischio sotto certi punti di vista, ma è l’unica modalità comunicativa che mi fa sentire a posto con la mia coscienza».
Il lato autobiografico è decisamente preponderante, frutto di una lunga fase di progettazione maturata nel corso degli ultimi tre anni: «Ho cercato di contaminarmi per capire le nuove strade percorribili e questo, credo, sia percepibile sia dal primo ascolto. Non volevo fare il solito compitino, ma un disco che durasse nel tempo e che avesse senso di esistere nel mercato di oggi. La mia identità artistica è tutta in questo disco».
Anche se nei precedenti dischi “Siamo morti a vent’anni” e “In Cile Veritas” l’imprinting era quanto mai evidente, in “La fate facile” le tracce sembrano cucite su misura per la sua vocalità e le tematiche mettono a fuoco la tutta profondità della sua anima: «Anche nei brani più pessimisti, alla fine, c’è sempre la voglia di tornare a sorridere e la speranza è sempre l’ultima a morire, anche nei miei momenti più autodistruttivi. Mettere se stessi nel disco non è facile, è stata quasi una terapia per me scrivere dei brani dove affronto i miei demoni. Io non sono un interprete, cerco di fare delle parole il mio punto di forza, sin da bambino preferivo scrivere rispetto a giocare con i videogame».
Si è messo a nudo Lorenzo, raccontando quelli che sono i momenti più delicati della sua vita: «Ho avuto un’infanzia un po’ complessa a causa di una madre un po’ particolare, da cui ho ereditato la follia che, nel mio caso, ho incanalato attraverso la creatività nella scrittura. Episodi che mi hanno segnato e mi hanno portato alla mia complessità umana e talvolta anche artistica».
Tanti i cambiamenti che hanno segnato gli ultimi mesi, tra cui lo spostamento da Arezzo a Milano: «Un trasferimento inizialmente finalizzato ad una convivenza, che poi è andata a rotoli. All’inizio è stato difficile percorrere le stesse strade e vivere sotto lo stesso cielo, poi questo mi è servito per riprendere in mano la mia vita . L’ultimo ringraziamento nel disco è per lei, anche se non siamo più in contatto, volevo lasciarle quest’ultimo ricordo di me, per tutto quello che mi ha dato e che mi ha tolto, per tutto quello che le ho dato e che le ho tolto. Quello che è successo nella mia vita privata non l’ho mai nascosto, anzi l’ho esposto ed espresso nella mia musica, senza filtri».
Per concludere, un pensiero anche al Festival di Sanremo: «Non escludo di rifarlo in futuro, anche se mi sono ripromesso eventualmente di affrontarlo in maniera diversa, con maggiore consapevolezza rispetto alla mia precedente partecipazione del 2013 tra le Nuove Proposte. Da quel palco sono passati diversi miei miti, da Vasco Rossi a Rino Gaetano, e rimane decisamente la vetrina più importante del nostro Paese, discograficamente parlando».
Nico Donvito
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