domenica 24 Novembre 2024

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Il genio di Giorgio Faletti rivive nel nuovo singolo di Marco Masini

L’artista toscano in radio con la cover di “Signor tenente”, brano secondo classificato a Sanremo ’94

Il vuoto artistico lasciato da Giorgio Faletti difficilmente sarà mai colmato, ma rendere omaggio al suo poliedrico talento non può che rappresentare un messaggio positivo, sia per le vecchie che per le nuove generazioni. A ricordare il noto attore e scrittore, prematuramente scomparso tre anni fa, è Marco Masini con la sua personale rivisitazione di “Signor tenente”, in radio da venerdì 15 settembre, terzo singolo estratto dal suo ultimo disco “Spostato di un secondo”.

Un pezzo che fa parte della storia del nostro Paese, che si è classificato nel 1994 al secondo posto al Festival di Sanremo (aggiudicandosi il prestigioso Premio della Critica) e riproposto proprio quest’anno sul palco del Teatro Ariston dal cantautore toscano, nella serata dedicata alle cover. L’arrangiamento è decisamente in linea con le sonorità elettroniche di oggi, in grado di regalare una veste nuova a un testo che, a distanza di ventitré anni, resta più che mai ancorato all’attualità. Scritto all’indomani delle stragi di Capaci e Via D’Amelio, nel quale persero la vita i magistrati Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e i rispettivi agenti delle loro scorte. Ad ispirare Faletti le storie degli agenti delle forze dell’ordine che rischiano la vita svolgendo il proprio lavoro, a causa di attentati di stampo mafioso e non solo, argomentazioni messe in musica in una storta di dialogo immaginario tra un agente dell’Arma dei Carabinieri e un suo superiore.

Il merito di Masini è stato quello di prendere una canzone dimenticata, di un artista poco ricordato, e attualizzarla al nostro contesto, senza snaturarla. Non c’è l’accento siciliano, l’intensità interpretativa è diversa, ma il risultato soddisfa e rispetta le aspettative. Un pezzo che al suo lancio destò parecchio scalpore e che continua, riascoltandolo oggi, a fare rumore e a smuovere coscienze.

Signor tenente | Video

Signor tenente | Testo

Forse possiamo cambiarla ma è l’unica che c’è
questa vita di stracci e sorrisi e di mezze parole
forse cent’anni o duecento è un attimo che va
fosse di un attimo appena, sarebbe come
tutti vestiti di vento ad inseguirci nel sole
tutti aggrappati ad un filo e non sappiamo dove

Minchia signor tenente
che siamo usciti dalla centrale
ed in costante contatto radio
abbiamo preso la provinciale
ed al chilometro quarantuno
presso la casa cantoniera
nascosto bene la nostra auto
c’asse vedesse che non c’era
e abbiam montato l’autovelox
e fatto multe senza pietà
a chi passava sopra i cinquanta
fossero pure i cinquanta di età
e preso uno senza patente

Minchia signor tenente
faceva un caldo che se bruciava
la provinciale sembrava un forno
c’era l’asfalto che tremolava
e che sbiadiva tutto lo sfondo
ed è così tutti sudati
che abbiam saputo di quel fattaccio
di quei ragazzi morti ammazzati
gettati in aria come uno straccio caduti a terra
come persone che han fatto a pezzi con l’esplosivo
che se non serve per cose buone
può diventar così cattivo
che dopo quasi non resta niente

Minchia signor tenente
e siamo qui con queste divise
che tante volte ci vanno strette
specie da quando sono derise
da un umorismo di barzellette
e siamo stanchi di sopportare
quel che succede in questo paese
dove ci tocca farci ammazzare
per poco più di un milione al mese
e c’è una cosa qui nella gola
una che proprio non ci va giù
e farla scendere è una parola
se chi ci ammazza prende di più
di quel che prende la brava gente

Minchia signor tenente
lo so che parlo col comandante
ma quanto tempo dovrà passare
che a star seduto su una volante
la voce in radio ci fa tremare
che di coraggio ne abbiamo tanto
ma qui diventa sempre più dura
quanto ci tocca fare i conti
con il coraggio della paura
e questo è quel che succede adesso
che poi se c’è una chiamata urgente
se prende su e ci si va lo stesso
e scusi tanto se non è niente

Minchia signor tenente
per cui se pensa che c’ho vent’anni
credo che proprio non mi dà torto
se riesce a mettersi nei miei panni
magari non mi farà rapporto
e glielo dico sinceramente
minchia signor tenente

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.