Lettera spassionata a Claudio Baglioni con qualche consiglio per Sanremo 2018
Caro Claudio,
ti scrivo qui perché il tuo numero di cellulare non ce l’ho e, se anche lo avessi, probabilmente non avrei la voglia di chiamarti per 500 volte consecutive sperando di riuscire a trovare finalmente la linea libera. Insomma, immagino tu sia parecchio ricercato, anzi, diciamo che lo so di per certo (come ho avuto modo di confermare in precedenza). Probabilmente in questo giorni stai ricevendo delegazioni su delegazioni di discografici, produttori, manager e artisti che nemmeno il Capo dello Stato durante le consultazioni riuscirebbe a farti concorrenza. Visto che, tutto sommato, ti voglio pure bene e provo per te una grandissima compassione ho tentato di toglierti le castagne dal fuoco. Insomma Claudio, niente paura: il cast di Sanremo 2018 te lo faccio io! Si, non ti preoccupare, stavolta ci penso io.
Oggi sono qui per tirare fuori i 20 nomi che, se io fossi il direttore artistico del prossimo Festival di Sanremo, sceglierei per la gara pur senza aver ascoltato le canzoni. D’altronde quelle non le si ascolta mai nelle commissioni, figuriamoci se lo farai tu quest’anno che hai un terzo del tempo in meno di tutti i tuoi predecessori. Anzi, quando poi ci vedremmo per quel concertino che hai in mente per la prossima primavera nella mia Verona, ricordami di chiederti come sei riuscito a far credere a mezza Italia che tu sia diverso da tutti gli altri. Nemmeno Renzi è riuscito a convincere così tanta gente a votare “si” al suo famoso referendum costituzionale: eppure lui stava sempre in TV… Certo, sarebbe troppo facile dire che all’Ariston in gara vorrei Tiziano Ferro, Laura Pausini e Vasco Rossi, sarebbe come pretendere che Van Gogh dipingesse ancora oggi i suoi girasoli gialli. Ho scelto, quindi, di essere il più realista possibile ed ho optato per 20 nomi fattibili, cercando di bilanciare ogni fattore: presenze maschili e femminili, giovani e meno-giovani, major e indipendenti, cantautori e interpreti, talent e non-talent. Insomma, per farla breve, è il cast perfetto. Sta a sentire.
Parto dai due colpacci che, a mio giudizio, dovresti aver premura di accaparrarti per riuscire a far passare alla storia questo tuo primo (e ultimo) Festival: Alessandra Amoroso ed Elisa. Le due donne hanno nuovi progetti in vista, il decennale una, l’altra un disco già rimandato, e mancano dal Festival clamorosamente: averle vorrebbe dire ipotecare il podio ma anche ascolti e giudizi favorevoli della critica grazie alle indiscutibili loro qualità canore.
Dalle cosiddette “vecchie glorie” che, però, hanno ancora molto da dire sceglierei le prestigiose ugole di Loredana Bertè, vera e unica rockstar italiana al femminile tutt’ora, Anna Oxa, inimitabile sperimentatrice di classe, e Roberto Vecchioni, poeta d’amore e di vita che l’Ariston si merita di riascoltare ancora una volta. Spazio anche alla non più giovanissima, ma sempre perfettissima, Silvia Mezzanotte che da Sanremo tanto ha avuto ma tanto ancora deve prendersi.
Altro colpaccio tutto al femminile sarebbe il ritorno in gara di Carmen Consoli, sempre piuttosto restia ad aprirsi alla dimensione popolare ma indiscussa vocalità regina della nostra musica. Per la quota cantautorale un posto anche per i più giovani Diodato, Pierdavide Carone e Amara entrambi fautori in passato di splendide prove in ambito festivaliero. Irrinunciabili, poi, le presenze di Fabrizio Moro, il più grande poeta d’amore dei nostri giorni, e di Max Gazzè, che al Festival potrebbe portare una delle sue tante hit radiofoniche nobilitando, nel contempo, l’atmosfera con un po’ di vero “indi”-pop.
Citazione di modernità affidata al rap dosato di Irama mai troppo scontato. Quota classe ed eleganza occupata dal magico trio di Malika Ayane, che a Sanremo ha sempre brillato, la nuova Arisa, sorpresa sicura, e la più fresca Elodie. Un posto anche a Noemi, con l’accordo di cantare solo una ballata davvero pop (altrimenti a casa), e a Dolcenera, per un tormentone dei suoi.
Siccome, poi, Sanremo è lo spazio per il cosiddetto rilancio discografico un posto di diritto lo meritano Le Deva, unica vera novità discografica indipendente di un certo spessore dell’ultimo anno, e Loredana Errore, incompresa vocalità regina nell’interpretazione.
Prendi nota caro Claudio: 14 donne e (solo) 6 uomini, 9 veterani con più di 10 anni di carriera e 11 giovincelli, 11 autori di se stessi e 9 interpreti, 8 indipendenti e 12 artisti di major, 6 artisti provenienti dai talent (negli scorsi anni la media era di 7-8 voci) e 14 dalla discografia vecchio stampo. Insomma Claudietto di meglio non puoi proprio far!
Ilario Luisetto
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