Affrontiamo un tema per mezzo di una canzone
L’ultima canzone di Francesca Michielin, intitolata “Cheyenne” è un continuo intreccio tra passato e presente: “E ripenso al weekend quando tutte le volte ascoltavi Stevie Wonder in soffitta da me”.
Esistono infatti cambiamenti radicali e cambiamenti impercettibili, situazioni che senza preavviso da un momento all’altro cambiano totalmente la nostra vita e mutamenti che si rendono evidenti solo nel lungo periodo dopo parecchio tempo. In ogni caso ciò che siamo oggi è il risultato di ciò che siamo stati ieri e in questo preciso istante stiamo di conseguenza costruendo il noi di domani.
Nello specifico della nostra disamina è giusto specificare che la giovane artista veneta è molto attenta nel ricordare anche con una certa nostalgia alcuni momenti che hanno fatto parte di un passato ormai lontano. Credo che la metafora del libro in questo caso sia pienamente azzeccata.
La nostra vita è proprio come un libro in cui ogni capitolo rappresenta un passaggio fondamentale per il proseguo del racconto. Nel corso della storia siamo già in grado di percepire quali righe sono essenziali per quello che succederà più avanti “Con la tua mano nella tasca, sentirsi due Cheyenne con una freccia” e quali situazioni rappresentano invece solo un contorno non indispensabile.
Notiamo senza dubbio personaggi principali, personaggi secondari e attori che ci accompagnano dall’incipit alternati ad altri che compaiono solo nel corso del viaggio. Così come sono presenti persone sempre dalla nostra parte che per concludere il parallelismo con i libri potremmo definire tranquillamente aiutanti opposti ad una serie di antagonisti pronti ad ostacolarci. Francesca Michielin in “Cheyenne” suggerisce di non dimenticare i capitoli precedenti anche se ormai di fatto risultano superati.
Esistono momenti che meritano di essere custoditi e che di tanto in tanto ci piace ritornare a sfogliare e rileggere. Tra tante righe lasciate lì e mai più riprese ce ne sono alcune che abbiamo avuto la necessità di evidenziare per motivi che solo noi sappiamo, siano essi riconducibili a momenti di estrema felicità o profonda tristezza.
Ciò che conta è la consapevolezza di vivere e di aver vissuto considerando che non si può vivere senza aver vissuto. Una forte consapevolezza trainata da un pieno grado di maturità mischiata ad un sottofondo di malinconia “Vorrei sapere solo se ti scoccia o non ti manca fumare qui con me”. Questa la dimensione che trasmette la canzone di Francesca nel momento in cui il presente canta il passato “Ti ricordi il week end dentro questa piscina, siamo niente di che, stavo meglio per strada a parlare con te fino alla mattina” / “Chiedi sempre di me anche oggi che è Sabato”.
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