Precedenti al Festival, giudizi della stampa, quote dei bookmakers, album, tracklist, autori e testo del brano
PARTECIPAZIONI A SANREMO:
Quarta partecipazione al Festival di Sanremo per Rita Pavone che, finora, aveva partecipato alla kermesse canora ligure nel 1969 con il brano Zucchero arrivando a classificarsi al tredicesimo posto finale con l’abbinamento dei Dik Dik alle spalle di Boby Solo e Iva Zanicchi che quell’anno vinsero proponendo il brano ‘Zingara’.
Di ritorno fu, poi, anche nel 1970 con ‘Ahi ahi ragazzo’, proposto con l’abbinamento di Valeria Mongardini, che però non ebbe accesso alla finale a quattordici posti poi vinta da Adriano Celentano e Claudia Mori con ‘Chi lavora non fa l’amore’. L’ultima partecipazione risale al 1972 con il brano ‘Amici mai’ e anche in questo caso la canzone non entrò tra i quattordici finalisti tra cui primeggiò Nicola di Bari con ‘I giorni dell’arcobaleno’.
IL BRANO:
Per la sua nuova partecipazione alla kermesse ligure Rita Pavone punta su un brano scritto completamente, sia per il testo che per la musica, da suo figlio George Merk ed intitolato Niente (resilienza 74).
COME NE PARLA LA STAMPA:
“rock originale scritto dal figlio. Voto 7,5” [Carmen Guadalaxara, Il Tempo]
“L’artista porta sul palco dell’Ariston un brano rock scritto dal figlio. C’è la rassegnazione, la voglia di non lasciarsi travolgere dalla società e da ciò che non va come dovrebbe. Ritmo sostenuto e beat incessante costante, col rischio di scivolare lieve” [Andrea Conti, Il fatto quotidiano]
“Pel di Carota sfida la generazione liquida e la contemporaneità, il pezzo è del figlio, lei ci mette la grinta di sempre e un po’ di rock in più. Voto: 7” [Federico Vacalebre, Il Mattino]
“I tempi sono cambiati, ma niente la piegherà. Rita ritorna, ricorda di essere stata Giamburrasca e si scatena: “Trova un amico, ma non toccargli il tesoro”: 6” [Gabriella Mancini, Gazzetta]
“È ritmata, tutta da ballare. Ma era davvero necessaria? «Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi / Resto qui nel fitto di un bosco». No, non lo era. Voto: 4” [Laura Berlinghieri, Amica]
“Ammazza, che pezzone. Lasciate da parte le polemiche, che qui c’è una Rita Pavone più grintosa che mai. Il pezzo è al passo coi tempi. Stupisce. Parla di un uomo (addirittura violento) che non è riuscito a spezzarla. “Picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi”” [Giulio Pasqui, Soundsblog]
“Niente (Resilienza 74): zero al titolo fra parentesi. Strofa grintosa da giovane Rita che ci illude, poi il ritornello sgonfia le attese. Sei alla carriera. Voto: 6” [Marco Mangiarotti, Quotidiano.net]
“Profuma di voglia di riscatto il ritorno (in gara) a Sanremo dopo quasi mezzo secolo (era il 1972); il brano, firmato dal figlio Giorgio Merk, mette in risalto le indubbie (e intatte) doti vocali di “Gianburrasca”, senza però il supporto di una melodia davvero accattivante, nonostante gli arrangiamenti pop-rock moderni à la page (quasi da Bon Jovi), come se lei fosse una nuova uscita da un talent” [Andrea Grandi, NewMusic.it]
“Un up-tempo in cui l’artista riflette sulla sua vita con pregi e difetti e un pizzico di rimpianto per non aver colto tutti gli aspetti di un’esistenza non sempre semplice. “Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi…” “Anche l’orgoglio si rimargina.” Il ritmo, una discreta produzione e l’energia di Rita mascherano un pezzo un po’ datato come struttura e che ha il suo punto di forza nell’inciso orecchiabile. Voto: 5 e mezzo” [Simone Zani, All Music Italia]
“Attenti poi alla vecchietta incazzata: Rita Pavone si conferma Gian Burrasca interpretando in modo grintoso “Niente (Resilienza 74)” (6.5), canzone ritmata moderna scritta dal figlio” [Giuseppe Attardi, Pickline]
“Si può fare i Giamburrasca a 74 anni? Secondo lei sì. La strofa funziona, arriva il ritornello e crolla. Voto: 4,5” [Andrea Laffranchi, Corriere della Sera]
“Energia da tutti i pori, quasi un’esplosione evidentemente attesa per molto tempo (come suggerisce il titolo, nemmeno troppo tra le righe). Sarà curioso capire la risposta del pubblico, ma il pezzo ha un suo perché. Voto: 6,5” [Christian Pradelli, Mitomorrow]
“Fa di tutto per spiazzare chi vedeva nella sua presenza la strizzata d’occhio al pubblico over 70. Azzarda uno “stronzo” già alla prima strofa in un pezzo dal piglio energico e moderno. Più giovane e rock lei di tanti altri” [Tgcom24]
“Un testo scolastico per la nostra Gianburrasca. Già sentito il vento che non piega il carattere, già sentito di chi si nasconde nel bosco per combattere un mondo che non gli piace…tipo Robin Hood. Solo che lui ha vinto mentre qui non succede proprio niente. A proposito che significa “trova un amico ma non toccargli il tesoro”? Voto: 4,5” [SkyTG24]
“Lasciate da parte le polemiche, che qui c’è una Rita Pavone scatenata. Il pezzo è al passo coi tempi. “Picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi, meglio caderci sopra un’isola o un reality, che qualche stronzo voterà.” Bentornata a Sanremo 6,5” [InsideMusic]
“La leggendaria Pel di Carota torna all’Ariston con un’improbabile cavalcata pop: «Niente, qui non succede proprio niente». E invece è successo di tutto dalla sua volta ultima partecipazione a Sanremo. È come se Rita Pavone avesse preso ripetizioni, ma dovendo concentrare quattro decadi in poche ore, ha capito quello che ha capito. Perché tutto questo?” [Il Sole 24 ore]
VOTO MEDIO DELLA CRITICA:
5.72 / 10 (18° posizione generale)
QUOTE SNAI:
33.00 (20° posizione generale)
CANZONE PER SANREMO ’70:
1950 – Rita Pavone e Amedeo Minghi (Amedeo Minghi – Sanremo 1983)
IL NUOVO ALBUM:
Al momento non sono ancora stati rivelati dettagli a proposito di un’eventuale pubblicazione discografica.
TESTO DEL BRANO:
NIENTE (RESILIENZA 74)
di George Merk
Edizioni BMG Rights Management (Italy)/ Nel mio piccolo di Rita Pavone – Milano – Morbio Superiore
Niente, qui non succede proprio niente
E intanto il tempo passa e se ne va
Meglio cadere sopra un’isola o un reality che qualche stronzo voterà
Niente, adesso non ricordo niente
Fammi sentire che sapore ha
E la mia testa sul cuscino certe notti vuoi sapere quanto male fa
Male fa, male fa (and I like it, I like it)
Male fa, male fa (yes I like it, I like it)
Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
Resto qui nel fitto di un bosco
E il tuo vento non mi piegherà
Qui non succede proprio niente
Pensavo
Che ad ogni seme piantato corrispondesse un frutto
Dopo ogni fiato spezzato ricominciasse tutto
Che la parola di un uomo valesse oro e invece
Trova un amico ma non toccargli il tesoro
Niente, non ci ho capito proprio niente
Ma anche l’orgoglio si rimargina
Picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi
Non ti accorgi che non servirà
Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
Resto qui nel fitto di un bosco
E il tuo vento non mi piegherà
I love you, I love you, I love you, I love you, I love you
I love you.
Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
Resto qui nel fitto di un bosco
E il tuo vento non mi piegherà
Mai più
Il vento non mi piegherà mai più
Il vento non mi piegherà
Qui non succede proprio niente
Ilario Luisetto
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