Annata uggiosa. Vince Bobby Solo con “Se piangi, se ridi”, brano che riscatta la squalifica dell’anno precedente di “Una lacrima sul viso”.
Prosegue il nostro viaggio nella storia del Festival della canzone italiana, giunto alla sua quindicesima edizione, condotta per il terzo anno consecutivo da Mike Bongiorno e affiancato dall’attrice Grazia Maria Spina. In scena dal 28 al 30 gennaio del 1965, come sempre dal Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, alla kermesse prendono parte ben quarantatrè artisti che interpretano le ventiquattro canzoni in gara. Pochi i veterani, tra cui i ritorni di Betty Curtis, Pino Donaggio, Milva, Bruno Filippini, Fabrizio Ferretti, Robertino e della giovanissima vincitrice dell’Eurofestival Gigliola Cinquetti. Tra i debuttanti, invece, troviamo alcuni grandi nomi del nostro panorama discografico: da Ornella Vanoni a Iva Zanicchi, passando per Nicola Di Bari, Bruno Lauzi, Fred Bongusto, Peppino Gagliardi, Franco Tozzi, Beppe Cardile, Gianni Mascolo, Don Miko, Giordano Colombo, John Foster, Remo Germani, Le Amiche, Vittorio Inzaina, Ricky Gianco e Wilma Goich.
A trionfare è Bobby Solo che si riprende con gli interessi dall’esclusione dell’anno precedente quando, a causa di una raucedine, si era esibito in playback con la sua “Una lacrima sul viso”. La formula del regolamento prevedeva l’abbinamento delle ugole nostrane a grandi nomi di caratura internazionale, tra cui: il francese Danyel Gérard, i britannici Anita Harris, Dusty Springfield, Kiki Dee e Petula Clark, i tedeschi Audrey e Bernd Spier, l’austriaco Udo Jürgens, il gruppo malgascio dei Les Surfs, la giapponese Yukari Ito e gli statunitensi Connie Francis, Joe Damiano, Jody Miller, Kenny Rankin, i The New Christy, Johnny Tillotson, Timi Yuro e Gene Pitney.
https://www.youtube.com/watch?v=Wnyfa-7Tic4
Top e Flop di Sanremo 1965
Top
1. Pino Donaggio – Jody Miller – “Io che non vivo (senza te)”
2. Bobby Solo – The New Christy Minstrels – “Se piangi, se ridi”
3. Wilma Goich – The New Christy Minstrels – “Le colline sono in fiore”
Flop
1. Don Miko – Timi Yuro – “E poi verrà l’autunno”
2. Iva Zanicchi – Gene Pitney – “I tuoi anni più belli“
3. Franco Tozzi – Johnny Tillotson – “Non a caso il destino (Ci ha fatto incontrare)“
Più di “Se piangi, se ridi”, la canzone vincitrice morale di questa edizione è senza ombra di dubbio “Io che non vivo (senza te)”, composta da Pino Donaggio e il maestro Vito Pallavicini, che verrà di lì a poco riadattata in inglese in “You don’t have to say you love me”, incisa da artisti del calibro di Elvis Presley, Dusty Springfield e, in tempi più recenti, anche da Il Volo, Morgan, Francesco Renga, Gianna Nannini e molti altri. Altro brano che riscosse particolare successo, sia in Italia che all’estero (tra cui in Giappone grazie ad una successiva versione di Gigliola Cinquetti), è “Le colline sono in fiore”, composto da Mogol per la debuttante Wilma Goich. Nessuna delle altre ventuno canzoni viene ancora oggi ricordata, sinonimo del fatto che non fù una delle migliori edizioni, a causa del forfait della RCA, all’epoca uno dei più grandi colossi discografici, che ritirò all’ultimo le candidature di Paul Anka, Dalida, Claudio Villa, Domenico Modugno e Gino Paoli, quest’ultimo davvero molto richiesto grazie al successo riscosso l’anno precedente dalla sua “Il cielo in una stanza”, affidata all’immensa vocalità di Mina.
LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE
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Nico Donvito
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