venerdì 22 Novembre 2024

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Noa Planas: “La musica è la mia più grande fonte d’evasione” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane cantante italo-cubana, in uscita con il suo singolo d’esordio “Noansia

Sonorità latin pop e la freschezza espressiva dei suoi diciotto anni, questi i due elementi distintivi di “Noansia”, singolo che segna il debutto discografico di Noa Planas, giovane italo-cubana che ricordiamo per la sua partecipazione alla seconda stagione de “Il collegio”. Un brano cucito su misura per lei, che mette in risalto sia la vocalità che tutta la sua gioia di vivere. In questo momento così particolare, l’abbiamo raggiunta via Skype, per approfondire la sua conoscenza.

Ciao Noa, benvenuta. Inaugurerei questa nostra chiacchierata parlando di “Noansia”, il titolo del tuo singolo d’esordio. Cosa rappresenta per te questo tuo biglietto da visita musicale?

«Il mio inizio, lo dice anche il titolo perché, solitamente, sono una persona molto ansiosa e per fare uscire questa canzone ho tirato fuori tanto coraggio, già dal titolo ho voluto far vedere che sono cresciuta, l’ansia c’è ma è minore rispetto al passato. Sono molto, molto felice di questo pezzo».

Un brano che è un po’ un inno alla spensieratezza che, soprattutto in un momento come questo, non fa mai male. Tu, personalmente,  in cosa ti rifugi solitamente per evadere dalla routine quotidiana? 

«Ovviamente sempre nella musica, perché trovo che si possa ascoltare in qualsiasi momento, sia se sei triste e sia se sei felice, ma allo stesso tempo posso anche cantare a seconda del mio stato d’animo. Mi capita anche con altro, ma per rispondere alla tua domanda la musica è sicuramente la mia principale fonte di evasione».

Dal punto di vista musicale, “Noansia” si avvale di sonorità urban-pop influenzate dal reggaeton, ti sei trovata a tuo agio in questa veste? Pensi che sia il sound giusto per te e per il tipo di percorso che ti piacerebbe fare in futuro?

«Ho deciso di utilizzare il raggaeton per portare in alto la mia parte latina, perché mio padre è cubano. Sì, mi sono trovata assolutamente a mio agio e ritengo che questa sia la strada giusta, perché ho una grande passione anche per il ballo e mi piace l’idea di potermi muovere mentre canto, coniugando queste due forme d’arte a cui sono molto legata».

A proposito di ansia, cosa ha rappresentato esattamente per te l’esperienza de “Il collegio”?

«L’esperienza de “Il collegio” mi ha fatto pensare che forse era il caso che io cominciassi a studiare, nel senso che non ho mai avuto tutta questa grande voglia di andare a scuola, ognuno tende a sviluppare le proprie potenzialità, però ho capito che era importante fare uno sforzo e applicarmi di più, perché l’ignoranza è veramente molto brutta. In più ho capito che l’amicizia è molto importante e che bisogna cercarla anche e soprattutto fuori dai social, perché lì abbiamo vissuto diverse settimane senza smartphone e l’unica cosa che avevamo era il poter contare esclusivamente l’uno nell’altro».

Veniamo all’attualità, a quello che stiamo vivendo a causa del Coronavirus. Con quale spirito stai affrontando tutto questo?

«Inizialmente ho avuto tanta paura, vivendo con i miei nonni mi sono preoccupata in primis per loro, ma ho cercato di mantenere la calma. Seguo le regole, sto a casa, anche se non è stato facile i primi giorni perché sono una persona che ama uscire, sono sempre in giro, quindi il pensiero di dover stare a casa nell’anno in cui ho compiuto diciott’anni, anziché potermi fare un bel viaggio, è stato un colpo. Però preferisco seguire le indicazioni che ci vengono date, cerco di trovare altro da fare in casa, ho iniziato ad allenarmi, a guardare serie tv, a cucinare e, in un modo o nell’altro, a tenermi impegnata anche tra le mura domestiche».

Per concludere, nella tua canzone ripeti spesso: “facciamo tutto con calma”, adesso che abbiamo tanto tempo da dedicare a noi stessi, ci sono degli aspetti di te che hai approfondito, riflessioni che magari prima hai rimandato, delle cose che in questa situazione hai realizzato?

«Ho capito che bisogna dare importanza anche e soprattutto alle piccole cose, ad esempio trascorrere più tempo con la propria famiglia. Come ti dicevo prima, passo molto tempo fuori casa e in questo momento particolare sto cercando di dedicare più tempo a mio fratello e ai miei nonni. Ad esempio, vado io a fare la spesa per non fare uscire i miei genitori. Insomma, cerco di dare importanza alle piccole cose che possono far piacere alla mia famiglia».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.