Doveva essere l’anno della rivoluzione ma vincono Claudio Villa e Iva Zanicchi, a perdere è la musica: l’Italia intera piange la scomparsa di Luigi Tenco.
Il diciassettesimo Festival della canzone italiana, andato in scena dal 26 al 28 gennaio del 1967 dal Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, è stato segnato dalla morte di Luigi Tenco. L’artista si presenta, su decisione imposta dalla sua casa discografica, con il brano “Ciao amore ciao” in coppia con Dalida, con la quale aveva una relazione segreta. Il brano non viene ammesso alla serata finale, classificandosi al dodicesimo posto, ciò che è successo dopo resta ancora oggi un mistero: il suo corpo viene ritrovato senza vita nella camera 219 dell’Hotel Savoy, a causa di un colpo di proiettile alla tempia. Accanto a lui è stato rinvenuto un bigliettino, con scritto: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”. Con l’ipotesi di suicidio si concludono velocemente le indagini, negli anni si sono contrapposte diverse teorie anche se non è stata fatta mai reale chiarezza.
Come si può immaginare, davanti ad una simile tragedia, la gara e le canzoni passano in secondo piano. A condurre è per la quinta volta consecutiva Mike Bongiorno, affiancato dalla soubrette Renata Mauro. Ben cinquantotto i cantanti in concorso, tra italiani e stranieri, per ben trenta canzoni selezionate dalla commissione. Tra gli esordienti, ricordiamo: Peppino Di Capri, Mino Reitano, Don Backy, Tony Del Monaco, Antoine, I Giganti, Annarita Spinaci, Memo Remigi, Nico Fidenco, Carmen Villani, Gianni Pettinati, Carmelo Pagano, Mario Zelinotti, Gian Pieretti, Donatella Moretti, Riki Maiocchi, i Los Marcellos Ferial, Gidiuli, Mario Guarneri e Roberta Amadei. Numerosi i veterani, invece, da Domenico Modugno a Bobby Solo, passando per Milva, Giorgio Gaber, Johnny Dorelli, Caterina Caselli, Nicola Di Bari, Ornella Vanoni, Fred Bongusto, Betty Curtis, Little Tony, Edoardo Vianello, Wilma Goich, Orietta Berti, Jimmy Fontana, Sergio Endrigo, Remo Germani, Pino Donaggio e Lucio Dalla, oltre ai due vincitori Claudio Villa e Iva Zanicchi con il brano “Non pensare a me”.
https://www.youtube.com/watch?v=CpABSplgh20
Top e Flop di Sanremo 1967
Top
1. Luigi Tenco – Dalida – “Ciao amore ciao”
2. Johnny Dorelli – Don Backy – “L’immensità”
3. Little Tony – Mario Zelinotti – “Cuore matto”
Flop
1. Bobby Solo – Connie Francis – “Canta ragazzina”
2. Nico Fidenco – Cher – “Ma piano (Per non svegliarmi)“
3. Domenico Modugno – Gidiuli – “Sopra i tetti azzurri del mio pazzo amore“
Nonostante i rumors della vigilia, che davano per favorita Ornella Vanoni con “La musica è finita”, a trionfare è per la quarta volta Claudio Villa, che eguaglia così il suo eterno rivale Domenico Modugno. Molti i 45 giri che ottengono successo all’indomani della kermesse, da “L’immensità”della coppia Dorelli-Don Backy a “Cuore matto” che consacra il mito di Little Tony, ma anche “Quando dico che ti amo”scritta da Tony Renis per l’esordiente Annarita Spinaci che si classifica seconda, “Proposta” de I giganti (una delle prime canzoni pacifiste presenti alla manifestazione), “Io tu e le rose” di Orietta Berti, “Bisogna saper perdere” di Lucio Dalla e “Dedicato all’amore” del novello Peppino Di Capri. Tra gli autori, da segnalare, il debutto di Lucio Battisti che firma in coppia con Mogol la canzone “Non prego per me”, eseguita dal giovane debuttante Mino Reitano. Infine, tra gli stranieri abbinati ai nostri interpreti, in gara, troviamo: il gruppo malgascio dei Las Surfs, gli spagnoli Los Bravos, i francesi Les Compagnons de la Chandon, la polacca Anna German, gli irlandesi The Bachelors, i britannici The Hollies, Marianne Faithfull e i The Rokes, gli statunitensi: Gene Pitney, Dionne Warwick, Bobby Goldsboro i The Happenings, Connie Francis, Cher e Sonny Bono.
LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE
Il Festival di Sanremo del 1967 è un Festival nero, o meglio, incolore a causa della morte di Luigi Tenco, deluso dall’andamento della sua partecipazione alla gara canora. Una delusione che era dovuta ad una canzone, “Ciao amore ciao”, valutata dalla critica come un brano troppo frivolo, banale, semplice nel testo e nella sua struttura e che oggi, in controtendenza, è considerato uno dei più bei pezzi d’amore proprio grazie a quella sua immediatezza. A Sanremo Tenco non è stato capito ma il suo nome gli è rimasto legato per sempre grazie al famoso ‘Premio Tenco’ che regolarmente ogni anno si tiene nella città dei fiori per celebrare il cantautorato italiano. Quel cantautorato di cui Tenco era massimo esponente e che al Festival non è mai stato davvero capito ed apprezzato. |
Nico Donvito
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