I nostri voti a tutte le esibizioni di canto della serata
- THE KOLORS – Non è vero: la notizia della serata è che Stash diventerà papà e su questo i giorni già stanno facendo i titoloni ma la cosa doverosa da notare sarebbe, ancora una volta, quanto questa band sia stata, senza ombra di dubbio alcuno, la vera protagonista musicale di quest’edizione in quanto a qualità delle performance. Può piacere o no il loro mondo ma la carica delle loro esibizioni è ineguagliabile insieme alla preparazione musicale di cui dispongono e che anche in questo inedito hanno tentato d’inserire coniugando un genere lontano dalla nostra tradizione con l’italiano in modo efficace, appetibile ed adatto alla stagione estiva. Si meritano risultati importanti. VOTO: 8
- ALBERTO URSO – Quando quando quando: che la scelta di reinterpretare questo classico in una veste così poco fedele alle intenzioni originali sia completamente fuorviante e, soprattutto, inadatta lo abbiamo ripetuto più e più volte. A questo occorre aggiungere, comunque, che Alberto ben si è adattato anche a questa veste mostrandosi disinvolto nella messa in scena e provando, con più o meno efficacia, a calarsi nel brano. Il vero scempio lo ha compiuto chi ha confezionato questa produzione reggae ed ha inserito delle barre di J-Ax solo per fare l’occhiolino alla stagione estiva. Non è obbligatorio seguire le mode. VOTO: 4
- GIORDANA ANGI – Amami adesso: Momento di cambiamento per la brava Giordana che sta cercando di cucirsi addosso un’immagine, forse, meno impegnata e più accessibile malgrado il suo spirito cantautorale e la sua personalità siano, in realtà, ben più forti di questa volontà. Il brano, comunque, si rivela essere una buonissima parentesi nel suo repertorio ed ha tutte le carte in regola per farsi canticchiare con leggerezza e spensieratezza in una stagione poco impegnata come quella estiva. Sempre efficace. VOTO: 7+
- MICHELE BRAVI – La vita breve dei coriandoli: è un brano che in sè porta un significato più profondo di quello che qualsiasi altra canzone potrebbe avere in questo stesso momento per la vicenda che il suo interprete sa comunicare con ogni esibizioni su questa perla rara per la musica italiana d’oggi. Intenso e struggente in ogni parola pronunciata con delicatezza e, contemporaneamente, irruenza emotiva. E’ un piacere ritrovare un talento come il suo ma, soprattutto, è un piacere vedere come le esperienze vissute siano riuscite, quasi per assurdo, a potenziare quel talento. Immenso. VOTO: 9
- GAIA – Coco Chanel: è la piccolina del gruppo visto che non ha avuto nemmeno due mesi per “confermarsi” e fare esperienza ma la sua contemporaneità musicale la aiuta a reggere le scene e a non sfigurare di fronte a colleghi che, comunque, hanno da loro una carriera più lunga da sfoderare e sfruttare a proprio vantaggio. In questo che sarà, probabilmente, il suo nuovo tentativo d’imporsi in radio come nelle vendite, Gaia risulta bene e dimostra tutta la sua attualità e la sua attitudine sul palco. VOTO: 7.5
- GIORDANA – Hallelujah (Leonard Cohen): Quante volte abbiamo sentito cantare questa canzone nei talent show nostrani? Eppure mai nessuno aveva osato proporne un arrangiamento così coraggioso, avanguardista e contemporaneo per uscire da quella dimensione di classicismo e di tempo sospeso che la canzone stessa crea e richiede. Giordana osa e probabilmente divide perchè, a tratti, sentire questo manifesto arricchirsi di ritmica e sintetizzatori non è esattamente ciò che ci si aspetterebbe. L’applauso le va fatto per il coraggio innanzitutto e, poi, anche per la riuscita ma quello è gusto personale. VOTO: 7.5
- THE KOLORS – Medley Queen: l’esibizione perfetta che non ci può permettere di criticare se non per fare i complimenti a questi ragazzi che hanno dimostrato il coraggio di portare in televisione un repertorio spesso insolito e, soprattutto, la loro capacità di affrontarlo con efficienza e personalità. Ovviamente gli originali sono intoccabili ma Stash e soci sono dei veri animali da palcoscenico. Colossali. VOTO: 9
- MICHELE BRAVI – Quelli che benpensano (Frankie hi-nrg): un’altra delle scelte che non ti aspetti in televisione e, soprattutto, da Michele Bravi che ha sempre fatto del proprio repertorio un qualcosa di lontano da brani simili. Anche in questa esibizione il cantautore umbro, però, riesce a trascinare l’ascoltatore all’interno del suo mondo raccontando quelle che sono le sue paure, i suoi incubi spettrali e le sue fragilità. Da brividi per quel che riguarda la trasmissione del messaggio. VOTO: 8
- RANDOM – Sono un bravo ragazzo un po’ fuori di testa: la vera sorpresa dell’edizione arriva da lui che si rivela essere un personaggio fortissimo a livello televisivo mentre, invece, musicalmente ha le sue diverse pecche quando non si aggira nel suo territorio abituale. Il pezzo funziona nelle sue diverse sfumature musicali e stilistiche che propone in un interessante mix che cattura e che, nonostante tutto, si rivela trascinante ed orecchiabile. VOTO: 7.5
- IRAMA – Mediterranea: è già il tormentone dell’estate italiana del 2020 e chiunque per aver la meglio su questo pezzo dovrà faticare non poco. Irama si conferma così un grandissimo esperto delle dinamiche artistiche e di mercato riuscendo ad adattare la sua scrittura e la sua resa scenica ad ogni diversa situazione ed esigenza. Più vicina a ‘Nera’ che ad ‘Arrogante’ anche questa ‘Mediterranea’ però riesce a rendersi riconoscibile e a permettere al suo interprete una sicura forza radiofonica e di vendita ponendosi come buon traino per l’album che verrà. VOTO: 8+
- MICHELE BRAVI – Il diario degli errori: il più grande successo della sua carriera oltre che, indiscutibilmente, il miglior brano del suo repertorio fino a questo momento. L’intensità era una caratteristica propria di questa canzone fin dalla sua nascita ma il nuovo modo d’interpretare di Michele non fa che aumentarla ed esaltarla. Parlare oggi di “paure che convivono con me” ha molto più senso e valore di quanto possa mai averne avuto in passato. La sua voce comunica. Tanto. VOTO: 9
- THE KOLORS – Siamo solo noi (Vasco Rossi): non è così usuale sentire Stash cantare delle cover in italiano anche se ormai da qualche anno si è votato alla scrittura nostrana per accontentare le richieste del mercato e delle radio. La scelta di guardare a Vasco, però, prosegue quel filone rock, esplosivo e suonato che la band ha messo in scena per tutto questo serale. La scelta, dunque, è coerente con il percorso e l’esibizione è sicuramente alla loro altezza anche se alla voce manca quel vero graffio “alla Vasco” che il pezzo chiama a sè. VOTO: 7
- GAIA – Moon river (Audrey Hepburn): scelta cinematografica per la giovane Gozzi che si cala su di una dimensione più classica ed eterea rispetto alla sua proposta musicale che è solita indicarci. La voce si ispessisce e si lascia coccolare dalle note di un brano sognante e sospeso come una perfetta colonna sonora cinematografica spesso richiede. Una bella esibizione che da un nuovo elemento a Gaia. VOTO: 8
- GIORDANA – Canzone per te (Sergio Endrigo): una delle canzoni più malinconiche e struggenti della storia del cantautorato italiano di spessore. Giordana arricchisce l’atmosfera inserendo un cantato sempre molto prossimo al parlato che permette di sottolineare le parole, il loro senso ed il loro intenso significato. Una bella esibizione su di un classico intramontabile che ben si sposa alla personalità e al modo d’interpretare più prossimo di Giordana. VOTO: 8
- RANDOM – Hai delle isole negli occhi (Tiziano Ferro): rivisitazione in chiave 2.0 di uno dei successi più swing e soul di Tiziano Ferro che Random trascina all’interno di una produzione più contemporanea e rappata togliendo completamente le strutture del cantato più pop. Il risultato è comunque piacevole all’ascolto anche se viene a mancare in modo prepotente il cantato spesso e sensuale del cantautore originale di Latina. VOTO: 6
- ALBERTO URSO – Se (Josh Groban): Alberto conclude questa sua partecipazione con una scelta finalmente adatta ed azzeccata alla sua impostazione artista e non eccessivamente lontana dalla sua natura. Un brano composto, arioso, classico ma non “vecchio”. Una scelta che gli permettere di mettere in evidenza tutta la sua eleganza vocale, il suo portamento delicato e le sfumature più belle del suo timbro che dovrebbe essere utilizzato proprio per arie così soffici e non in quei territori graffianti. VOTO: 8
- MICHELE BRAVI – C’è tempo (Ivano Fossati): una canzone che assume un senso particolare in bocca a Michele ma che ha la propria forza proprio nell’immensità di un testo-capolavoro del cantautore genovese. Rispetto alla versione originale (e a quella ipnotica di Fiorella Mannoia) Michele inserisce un timbro più leggero che, probabilmente, si discosta da quella profondità che Fossati sa dare a questa perla rara. Rimane di un livello altissimo ma, forse, gli manca ancora quel tempo per essere totalmente dentro a questo pezzo. VOTO: 7
- IRAMA: Scrive delle parole recitate per raccontare l’oggi e gli ultimi fatti che tutto il mondo ha vissuto negli ultimi giorni stringendosi attorno alla vicenda di George Floyd. Il momento è teatrale e lascia senza fiato nella sua irruenza quando, all’apice dell’emotività, Irama urla “lui ruba il suo ultimo respiro per dire ‘mamma’”. I brividi arrivano perchè quando l’arte raggiunge questi livelli di coraggio nel raccontare davvero la concretezza e la società, in un mondo della musica sempre più ipocrita e lontano dalla quotidianità, allora non c’è nulla da dire. Nemmeno un voto.
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Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
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